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Farsopoli di S. FEDERICI del 08/04/2010 22:59:55
Una richiesta di Grazia all’avvocato difensore.

 

I tifosi juventini devono oggi esser grati più ad un loro ex dirigente (e al suo team di difensori e collaboratori) – il quale va ricordato essere stato nel suo passato pure tesserato della Roma A.S., del Torino F.C. e del SSC Napoli – e che da quattro anni lavora come opinionista sportivo, piuttosto che a coloro che l’hanno rappresentata, diretta e tutelata nelle passate quattro stagioni.
Le speranze di un riscatto dell’Onore sportivo, e di ritrovare un orgoglio umiliato, derivano dall’attività investigativa svolta al processo di Napoli dai difensori di Luciano Moggi, gli avvocati Trofino e Prioreschi. I legali di Lucianone stanno facendo dubitare della correttezza delle tesi poste a fondamento sia della condanna comminata dalla giustizia sportiva, che della fondatezza dell’ipotesi accusatoria sostenuta dalla Procura della Repubblica di Napoli.
Gli appassionati tifosi bianconeri desiderano ottenere delle spiegazioni chiare, precise e logiche, circa le ragioni (i motivi di fatto e di diritto) per cui la Juventus F.C. è stata retrocessa in Serie B, privata di due scudetti e costretta a ridimensionare drasticamente le proprie prospettive, i propri progetti e ambizioni societari e sportivi. Le nuove intercettazioni prodotte dai difensori di Luciano Moggi hanno paventato la possibilità di una riapertura e/o una revisione del processo sportivo.
A tale proposito su Tuttosport è stata pubblicata un’intervista all’avvocato Cesare Zaccone, il quale è stato il difensore della Juventus F.C. innanzi prima alla C.A.F. e poi alla Corte Federale durante l’estate del 2006.
Durante il breve colloquio con il giornalista l’avvocato Zaccone ha rilasciato una dichiarazione che va esaminata con estrema attenzione, per comprendere chiaramente il significato.

Sul quotidiano sportivo torinese sono state riportate due frasi attribuite al legale che non lasciano presagire via sia finalmente la volontà della Società bianconera di ottenere una rivisitazione chiara ed equilibrata sul recente passato, ma che piuttosto la linea difensiva della Juventus proseguirà nell’ambivalenza.

La prima affermazione è: “Se queste intercettazioni dimostrano le responsabilità di altre società, a me servono a poco perché la Juventus resta comunque coinvolta” .
E, di seguito, una seconda frase ancora meno rassicurante “Anche se tutti telefonavano al designatore, la consuetudine rimane pur sempre illecita”. L’avvocato Zaccone poi ha concluso sostenendo che: “tuttavia, cambierebbe la contestualizzazione di quei fatti, ci sarebbe una valutazione diversa del quadro generale in cui si muovevano le società di calcio. E anche la linea giudicante avrebbe potuto essere più morbida”
Se ci si sofferma sulle dichiarazioni del penalista coniugate nel modo indicativo e al tempo presente, i tifosi juventini possono da subito abbandonare ogni speranza di vedere riscattato il proprio orgoglio sportivo.
Il difensore della società bianconera innanzitutto considera scontata una responsabilità della propria assistita. Quello che lascia esterrefatti è l’affermazione della illiceità di una condotta – di cui invece ci sarebbe ancora molto da discutere ed opinare – la quale, a seguito della produzione delle nuove intercettazioni, sarebbe da imputare eventualmente anche ad altri tesserati e alle loro società.
Il consumato difensore conosce bene l’uso della terminologia giuridica. E oggi, quattro anni dopo gli eventi di Calciopoli, nei confronti dei tifosi non è più consentita l’ambivalenza lessicale e concettuale.
Le telefonate ai designatori all’epoca dei fatti ben noti tali non erano assolutamente vietate ed erano atti leciti.
Il contenuto di alcune telefonate di Luciano Moggi con i Designatori e con alti Dirigenti Federali è stato considerato dai Giudici Sportivi singolarmente come slealtà sportiva.
Ma complessivamente si è giunti alla “convinzione della compiuta verificazione dell’esito dell’illecito sportivo, e cioè dell’alterazione della classifica, a vantaggio della Juventus, del campionato 2004/2005, per effetto del condizionamento del settore arbitrale”.
E perciò è stato statuito dalla Corte Federale nella sentenza del 04 agosto 2006 che: “sono individuabili specifiche condotte di per sé violative dei generali canoni posti dall’art. 1 citato, il cui insieme è stato giudicato idoneo a realizzare il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale a vantaggio della Juventus, così risolvendosi in un’attività diretta a portare alla società un vantaggio in classifica.”

Nel recente passato tra il valido ed esperto avvocato e la tifoseria bianconera si sono già verificati in più occasioni dissapori ed incomprensioni. Parte dei sostenitori juventini, i cosidetti tifosi "rancorosi", - ossia quelli che non hanno mai accettato (ma hanno rispettato) il verdetto della Giustizia Sportiva -, contesta all’avvocato Zaccone di avere effettuato un’analisi e una disamina dei fatti di Calciopoli ancora più severa di quella poi effettuata dai Giudici federali.
Infatti a seguito della sottoscrizione del Lodo del CONI con cui la Juventus accettò la retrocessione in serie B con uno sconto della penalizzazione in classifica, all’avvocato Zaccone è stata chiesta la ragione della sua condotta processuale durante l’Assemblea degli azionisti del 2006. Egli in quella occasione ha infatti risposto: “Vi faccio presente che questi atti parlavano di cose irrispettose per quanto riguarda le regole del calcio e soprattutto parlavano di 4 episodi di illecito sportivo riguardanti 4 gare. Quindi la situazione era a dir poco drammatica e, siccome il comportamento dei dirigenti ricade inevitabilmente sulla società, non c'era molto da fare. Noi avevamo addirittura due dirigenti colpevoli e quindi che cosa dovevamo fare secondo voi? O difendevamo i dirigenti oppure prendevamo le distanze da loro per cercare di far sopravvivere la Juve. Noi volevamo una giustizia equa, però, ve lo ripeto i dati di fatto nei nostri confronti erano drammatici. Erano da serie C. Ci siamo permessi di chiedere una B senza penalizzazione perché con i dati di fatto che avevamo sarebbe andata bene”.

Nelle prove disponibili nell’estate del 2006 di Calciopoli sono stati rinvenuti solamente da parte dell’avvocato difensore della Juventus dei singoli episodi di per sé soli concretanti l’illecito sportivo, circostanza non avvenuta invece da parte dell’Autorità Giudiziaria Sportiva.
Poiché adesso sembra prospettarsi un’ipotetica revisione o riapertura del Processo Sportivo, i tifosi bianconeri dovranno sperare, ancor prima che nella clemenza della Corte che dovrà eventualmente rivisitare il processo, che il difensore della loro Società conceda egli stesso per primo l’assoluzione alla Juventus.
 
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