L’Italia è ancora, tanto per cambiare, precipitata nel caos di Calciopoli, o come ha scritto l'amico Rocca,Calciopulitopoli. Non se ne esce sperando che passi, perché, proseguendo sulla strada del giustizialismo, la situazione può solo peggiorare. Esaminiamo, allora, alcuni punti che, secondo lo scrivente, potremmo utilizzare cercando di capire cosa insegnano, facendoci, finalmente, voltare pagina. Voglio partire da lontano. Piero Sandulli ha recentemente dichiarato: "Più che di riapertura, parlerei di apertura perché non mi pare che dalle te¬lefonate emergano fatti nuovi sui soggetti già giu¬dicati. Semmai emergono fatti su nuovi soggetti". Da questo evinco un fatto incontrovertibile: la sentenza della Caf non è più valida. La Juventus è stata mandata in serie B da una sentenza nulla, per la comprovata abitualità di tutti i tesserati ad intrattenere rapporti con i designatori, e non, come sostenuto allora, e per questo condannata, dalla sola Juventus. Voglio sentire un chicchesia che mi dimostri il contrario. Da giorni sto leggendo sui vari forum il calendario 2010/11 degli indossatori di scudetti altrui: i più virtuosi li vedono in trasferta a Crotone e Piacenza, Alessandria e Novara le mete per i più sottili. Attenzione: vogliamo una Juventus innocente oppure un'Inter colpevole? La differenza è imponente. Sostengo dal luglio 2006 che le telefonate intercorse tra Moggi e Giraudo con i designatori arbitrali sono solo chiacchiere da bar, e ancora oggi lo appoggio. Sostenevo, anche, che non potevano essere i soli, e non per giustizialismo nei confronti degli onesti, ma perché un certo Paolo Bergamo (ex designatore arbitrale) non ha mai fatto mistero che società di serie A e di serie B erano assidue frequentatrici dei momenti lavorativi dello stesso. La medaglia si gira e allora domando: se la sentenza della Juventus mandata in serie B la trovate un'ingiustizia, come fate a trovare giusta la retrocessione dell'Inter, o di chi per essa? Ho la netta sensazione che i mezzi d'informazione stiano comportandosi, con il famoso "sentimento popolare", nello stesso ed identico modo di quattro anni fa. Seguitemi. La Juventus dominava campionati su campionati, l'odio popolare per gli insuccessi del resto della penisola cavalcava l'onda del giustizialismo e tutti avevano bisogno delle "brioche"; che poi queste siano state sfornate dalla casa madre poco importa, e a (quasi) nessuno è venuto in mente. Oggi c'è un popolo che vuole giustizia, e come nelle migliori saghe dell'italiotta gli si da in pasto la carne del nemico, pronta da mordere e azzannare. La mia paura e che sia avvelenata. Da ogni dove si leggono commenti raccapriccianti: dalla tesi dei diversi contenuti (quelli di oggi paiono dieci volte peggiori di tutte le telefonate trascritte di Moggi), a quella dei protagonisti, addirittura sdegnati per quanto emerso. Il tutto sta rischiando di rinfocolare il sospetto. Immagino l'italiano medio: "Hai visto... non era solo la Juventus a rubare!" Il lettore potrebbe obiettare: "Non c'è una sola telefonata in cui Moggi colloquia con un arbitro, mentre Facchetti si". E' vero, ma non dobbiamo essere noi a giudicarlo. Se ci saranno gli elementi per l'apertura di Calciopoli (lo dice Piero Sandulli), ci sarà la giusta sede per giudicare tali comportamenti. Se questo sarà l’approccio garantista di ogni persona che vuole bene alla Juventus, allora si potrà voltare definitivamente pagina, dimostrando la cultura dello Stato di Diritto. Ma se, invece, di questo non si sarà capaci, se su questo si farà costruire un'altra santa inquisizione, falliremo, ancora una volta, tutti, preparando la strada della nostra dissoluzione e dando ragione al progetto di quella sorridente proprietà.
|