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Udienze Processi di E. LOFFREDO del 19/04/2010 22:50:20
Calciopoli. Trofino, difesa Moggi.

 

Tribunale di Napoli – Udienza del 13 aprile 2010. Sesta audizione teste Auricchio.

Avvocato Trofino, difesa Moggi.

Baldini - Antonelli

Trofino: «Io mi dispiace se non sarò molto ordinato in questo mio controesame, mi sono perso la scaletta, quindi un po’ di alti e bassi. Vorrei cominicare dall’inzio di questo processo, cioè dal giorno in cui lei sente Franco Baldini dalla caserma di Via In Selci. La prima domanda è questa: Baldini fu convocato da lei o chiese di essere sentito spontaneamente?».
Auricchio: «Non ho capito, l’inizio del processo da.. a quale convocazione fa riferimento..».
Trofino: «La prima in senso assoluto».
Auricchio: «L’unica diciamo di questo processo. Fu convocato».
Trofino: «Fu convocato da lei. In base a quali ragioni investigative lei pensò di convocare Baldini?».
Auricchio: «Le ragioni investigative furono essenzialmente il fatto che poco prima Baldini aveva rinunciato a ricoprire il ruolo di direttore sportivo. Si era dimesso dall’incarico e questo fatto aveva creato particolare scalpore anche in base alle dichiarazioni che lui faceva di quel momento che erano piuttosto univoche nella direzione di un sistema, di un calcio che controlla e soffoca..sulla base..».
Trofino: «Queste dichiarazioni lei le ha lette sulla stampa?».
Auricchio: «Si, pubblicamente».
Trofino: «O con lui direttamente?».
Auricchio: «Ne ho parlato anche con lui direttamente, insomma».
Trofino: «In quale occasione? prima che venisse sentito ovviamente, mi sembra chiaro..».
Auricchio: «No, nel senso che l’ho convocato in relazione a questo tipo di attività».
Trofino: «Lei con Baldini aveva un rapporto di amicizia?».
Auricchio: «Lo abbiamo già chiarito, conoscevo Baldini sin dai tempi, lo ripeto..».
Trofino: «Colonnello, le voglio dire affinché questo esame abbia uno sviluppo fluido, lei ogni tanto mi dice.."questo l’ho già detto…", io sono in controesame, le posso chiedere anche quattro volte la stessa cosa..lei mi deve rispondere, quindi mi scusi, io lo faccio per farla orientare».
Auricchio: «È anche un meccanismo..anche per chi è qui per la sesta volta anche per focalizzare..».
Narducci: «Non ha risposto a domande del pm ma alla difesa, su questa specifica domanda del rapporto con Baldini. lo ricordiamo».
Trofino: «Voglio solo sottolineare che è anche teste nostro e quindi queste domande gliele posso anche fare in chiusura di esame, è la stessa cosa, si fa anche per un problema di economia processuale.
Lei aveva un rapporto di amicizia con Baldini?».
Auricchio: «Ho parlato di un rapporto di conoscenza iniziato con Baldini nel…all’epoca dello scandalo della fidejussioni. Lo abbiamo ricordato estate 2003».
Trofino: «Questo è chiaro, il successivo..».
Auricchio: «Per ciò le dico che se è chiaro, io lo ripeto».
Trofino: «Se Baldini l’ha frequentato e gli ha chiesto che so, biglietti per andare alla partita».
Auricchio: «Ho già risposto a questa domanda negativamente e le rispondo negativamente...Tra estate 2003 e aprile 2005 credo sia la data..».
Trofino: «Lei è mai stato a Trigoria nel ritiro della Roma dove ha mangiato con la Baldini?».
Auricchio: «No, mai stato».
Trofino: «Perfetto.
Senta contemporaneamente a Baldini, lei sente anche Antonelli?».
Auricchio: «Contemporaneamente a Baldini?..».
Trofino: «O nel successivo o subito dopo..».
Auricchio: «No, direi che Antonelli è coevo al periodo dell’aprile 2005, poco prima a scalare, da aprile a ritroso».
Trofino: «Antonelli si presentò spontaneamente o è stato convocato da lei?».
Auricchio: «Antronelli fu convocato da me».
Trofino: «In base a quale ragione investigativa?».
Auricchio: «La mia ragione investigativa era che dalle intercettazioni telefoniche che in quel tempo stavamo conducendo,in riferimento ad una procura di Antonelli, in particola la procura di Blasi, l’evoluzione che emergeva..Dal punto di vista tecnico mi orientavano verso una sottrazione del calciatore Blasi a favore della Gea, nei confronti.. una privazione quindi..da questo punto di vista il dato per me è di interesse investigativo».
Trofino: «Possiamo dire che anche Antonelli aveva il dente avvelenato” nei confronti del sistema?».
Auricchio: «Non dire proprio nei confronti del sistema, ma nei confronti della Gea perché il dato emergeva pacificamente dalle attività tecniche».
Trofino: «A me interessava che emergesse questo dato, che avesse questo animo».
Auricchio: «Senta, per dare una notizia al tribunale, lei ricorda quanto tempo è durato l’interrogatorio che lei ha fatto a Baldini?».
Auricchio: «Così a mente?».
Trofino: «È un dato che voglio fornire al tribunale».
Auricchio: «11,30 - 17,50».
Trofino: «Quindi 6 e mezza?».
Auricchio: «Calcoli lei..».
Trofino: «Può calcolare anche lei, ha degli studi superiori..».
Trofino: «A questo interrogatorio chi era presente? lo dico subito, mi pare rispondendo alla domanda di Prioreschi ha detto solo lei. Dall’ approfondimento che ha fatto Prioreschi alla domanda lei ha definito un’anomalia questo fatto che lei interrogava da solo Baldini».
Auricchio: «Questo discorso dell’anomalia..».
Trofino: «Se vuole glielo leggo».
Auricchio: «Si magari. Perché il concetto dell’anomalia è emerso ma è emerso nel mio esame a Roma».
Trofino: «A Roma. Guardi noi abbiamo depositato i verbali del processo di Roma, sono verbali di prova, sono a disposizione del tribunale. Li abbiamo fatti acquisire ai sensi del 468, sicchè glieli posso anche contestare. E' chiaro che mi riferivo a questo fatto».
Casoria «Vabbè, aveva equivocato il teste…».
Auricchio: «La frase era: “potrebbe apparire come un’anomalia", ma nel mio caso più volte ho ricordato che l'anomali... si solito un ufficiale dei carabinieri che ascolta e precisai anche che l’anomalia, non era presente perché tra l’altro sono solito scrivere direttamente al computer, non ho bisogno diciamo del ..».
Trofino: «Non ci furono proprio interruzioni in questo interrogatorio?».
Auricchio: «Guardi, le interruzioni solitamente le preciso..».
Trofino: «Siccome a verbale non ci sono scritte».
Auricchio: «Sono solito precisarle…quindi ritengo di.. la telefonata».
Trofino: «In merito a questo tema, le vorrei chiedere al computer, di prendere gli interrogatori che sono stati fatti dal nucleo investigativo da lei, da Di Laroni e dagli altri, di alcuni dei testimoni di questo processo perchè mi interessa che il Tribunale abbia la data della durata di questi interrogatori. La pregherei partendo dall’interrogatorio di Paparesta..».
Narducci: «Verbale di sommarie informazioni».
Trofino: «Del 13 maggio 2006».
Narducci: «Era tecnica la..».
Casoria: «Pm vabbè».
Trofino: «Ci sono molti giornalisti e non addetti ai lavori così capiscono quello che dico..».
Auricchio: «Paparesta: inzio ore 10 fine, intorno alla sera credo, ma lo vediamo subito, 20:20».
Trofino: «Lei ha interrogato Paparesta per 10 ore consecutive».
Auricchio: «Non solo io».
Trofino: «Nel corso di questo interrogatorio, lei ha reso nota a Paparesta di alcune testimonianze rese da altri o ha fatto ascoltare telefonate..?».
Auricchio: «.."Diamo atto all’ufficio della lettura delle conversazione telefoniche…"».etc…
Trofino: «Quindi lei fa ascoltare a più riprese..».
Auricchio: «Un atto delegato quello di Paparesta».
Trofino: «Può dire al Tribunale di quanti fogli consta le sommarie informazioni di Paparesta dopo 10 ore..?
Auricchio: «6».
Trofino: «6 pagine. Grazie. Nello stesso giorno ad un’ora diversa, lei sente anche Copelli, assistente di Paparesta, vuole dire al tribunale quanto è durato quetso interrogatorio?».
Auricchio: «Non sono io a sentirlo».
Trofino: «Il nucleo.. ho detto lei ma era un lapsus.. lei sentiva Paparesta e siccome non era Sant’Antonio..».
Auricchio: «Copelli, 13 maggio, dalle ore 17:00 inzia..leggo che si compone di 5 pagine e finisce alle 20,30 e si atto anche di una mia successiva partecipazione».
Trofino: «22:30».
Auricchio: «Si scusi 17:00- 22:30».
Il colonnello conferma che il verbale è composto da 5 pagine.
Trofino: «Senta, prenda per favore Galati, un altro teste di questo processo, uno dei componenti della figc.. vorrei che lei confermasse al tribunale che Galati é stato sentito dal nucleo investigativo che lei dirigeva, il 12 giugno, il 22-23-28 febbraio 2007. Ogni interrogatorio è durato una media di 4-5- ore diciamo; Galati è stato sentito per un una ventina di ore..».
Auricchio: «Galati,.. un dato che non credo... non l’ho sentito io».
Trofino: «Il nucleo ho detto, lei conduceva l’ indagine».
Auricchio: «Siccome ha citato il 2007, non ero io.. i dati..se le devo rispondere me li».
Trofino: «Non ci sono i dati?».
Auricchio: «No, non ce l’ho».
Trofino: «Eliminiamo il 2007. Parliamo del 12 giugno..».
Auricchio: «Non ce l’ho».
Trofino: «Nemmeno del 2006?».
Auricchio: «No».
Trofino: «Allora io chiedo di esibirli poi al tribunale per verificare - perché il tribunale possa ricavare, solo per questo- che questi interrogatori cominciano ad una certa ora, finiscono ad una certa ora, non vi sono interruzioni. Uno degli interrogatori dura fino all'una di notte. Questo Galati viene sentito quasi 22-23 ore».
Casoria: «Pm?».
Narducci: «Credo che abbia ottenuto questa risposta».
Casoria: «Non ce li ha i dati, questi dettagli».
Auricchio: «Magari possiamo vedere se sono io verbalizzante..».
Casoria: «Si oppone pm?».
Narducci: «Si presidente».
Trofino: «Se non ce li ha lei, li esibisco io …Io acquisisco solo dei dati in questo mio esame.
Senta, nemmeno di M. Manfedi, segretario della can?».
Auricchio: «Si M. Manfredi».
Trofino: «Senta nemmeno di Manfredi Martino sa quanto tempo è rimasto nei vostri uffici, per quante volte è stato convocato?»
Auricchio: «E' stato sentito per due circostanze da me in via In Selci»
Trofino chiede date e orario di inizio e fine degli esami.
Auricchio: «12 maggio, inizio ore 19:00, fine ore 01:15; cinque pagine».
Trofino: «Quindi dopo quante ore lei fa cinque pagine di interrogatorio?»
Casoria: «Vabbè avvocato, poi facciamo noi questi calcoli...»
Trofino: «Presidente, io cerco di dare al tribunale un'idea di come quest'indagine sia stata condotta. Perché poi dopo tutte queste, quella del colpo di tosse...»
Auricchio: «Sono sette ore... (in realtà sono poco più di sei, ndr). Mi fa piacere ricordarlo perché 12-13 maggio...».
Trofino: «Ci sono gli avvisi di garanzia?»
Auricchio: «No, siamo sempre noi lì. Era una giornata impegnativa...»
Trofino: «Era il giorno in cui furono messi fuori gli avvisi di garanzia quando fu sentito Manfredi...»
Auricchio: «Forse qualche giorno dopo».
Trofino: «No, no, era proprio il giorno stesso. Se ho ben capito Manfredi Martino lo ha sentito lei, no?».
Auricchio: «Sì, io con il collega Vuciotic, Di Laroni, Di Foggia».
Trofino: «Manfredi Martino alla fine di quel verbale esprime una preoccupazione per la sua posizione nella investigazione. Le faccio una domanda molto molto semplice: Martino Manfredi in quel momento tradiva una preoccupazione di essere eventualmente indagato o no?»
Auricchio: «Beh..., mi pare una domanda, così..., io ricordo di avere avuto davanti persone...»
Trofino: «Beh, lo ha avuto davanti per sette ore, si preoccupava di essere »
Auricchio: «Le rispondo in senso complessivo, sicuramente non venivano con un certo piacere. Se lei mi fa la domanda se quel soggetto è preoccupato, devo dire che di fronte a me non mi è mai capitato di avere persone liete di condividere una serata in verbalizzazione. Le rispondo sicuramente che era preoccupato».
Trofino: «Forse Baldini, qualcuno ce l'aveva contento, tutti quelli che venivano a parlare di una certa situazione »
Auricchio: «Anche Baldini era preoccupato».

Trofino: «Lei in altre occasioni, ascoltando i testi, gli ha letto, o fatto ascoltare, o messi in condizioni di conoscere deposizioni di altri testi da lei sentiti?»
Auricchio: «Guardi, saranno state sentite più di cento persone in quelle giornate, se lei mi fa una domanda di questo tipo io non so rispondere».
Trofino: «No, io le sto facendo una domanda sul metodo. Lo ha detto adesso che: per Copelli gli avete fatto ascoltare le telefonate, per Paparesta gli avete fatto ascoltare le telefonate...».
Auricchio: «Glielo dico subito, il metodo è un metodo formale»
Trofino: «Io glielo sto chiedendo perché devo valutare la genuinità del teste e se il teste quando le ha risposto aveva nel suo bagaglio delle nozioni che derivassero eventualmente dall'ascolto di telefonate oppure da un'informazione che gli aveva dato lei»
Auricchio: «Le rispondo, se abbiamo agito su delega dell'autorità giudiziaria, l'abbiamo fatto potendoci avvalere nel caso specifico, o soggetti interlocutori di telefonate o chiamati in telefonate, abbiamo fatto ascoltare le conversazioni, le trascrizioni. Nei verbali c'è sempre che l'ufficio dà atto di aver dato lettura, ascolto...»
Trofino: «Avete sempre scritto nel verbale le telefonate che avete fatto ascoltare. Posso riassumere così?»
Auricchio: «Abbiamo sempre dato atto di queste attività».

Trofino: «Ritorniamo per un attimo a Colle Salvetti per la riunione del 21 maggio. Nella sua informativa lei ha dato a quella riunione una veste particolare, perché nella sua informativa ci dice che questa riunione avviene in un momento topico, in un momento nel quale Juventus e Milan erano appaiate e ci fa capire che questa riunione a casa di Bergamo era molto influente e l'ha messa in relazione al campionato. Dopodiché nelle domande successive degli altri difensori lei si è accorto che era un errore, perché la partita non era assolutamente topica, perché sappiamo perfettamente che il 21 maggio la Juve era già matematicamente campione d'Italia, lei non aveva valutato che il Milan aveva giocato il venerdì, e quindi la penultima di campionato per il Milan si era già giocata».

Si apre un confronto tra l'avvocato e il teste circa l'enfatizzazione degli scopi dell'incontro.
Trofino: «Colonnello, lei continua a sostenere che la riunione a Colle Salvetti sia ad uso del fine del fatto che la Juve giocasse in campionato nelle ultime due giornate e ci ha fatto intendere che chissà quali tramestii sarebbero accaduti in quella riunione. La Juve in quel momento era matematicamente campione d'Italia sì o no?»
Auricchio: «Sì, sì, assolutamente sì».
Trofino: «E se in quel momento era campione d'Italia, la riunione in casa Bergamo poteva mai essere finalizzata ad avere vantaggi?»
Auricchio: «Ma infatti nessuno ha sostenuto in questa direzione... »
Trofino: «A no!? »
Auricchio: «In questa riunione in casa Bergamo c'è la new entry di Mazzini»
Segue un accavallarsi di voci del teste, del pm Capuano, del Presidente e dell'avvocato.
Trofino: «Presidente mi scusi, io ho l'impressione che qui veramente si svilisce l'interrogatorio incrociato, che è anche in funzione di questo. Lo posso anche fermare...»
L'accavallarsi del pm Narducci (che chiede di lasciar terminare il teste), rendere incomprensibile l'esposizione del difensore di Moggi...
Trofino: «Lo so che quando è in difficoltà il teste, il pubblico ministero... »
Auricchio: «Io non sono in difficoltà su questo punto... »
Trofino: «Tanto io sto qua...»
Auricchio: «Lo abbiamo ribadito due secondi fa, la riunione di Colle Salvetti dal punto di vista investigativo non è tanto nella direzione Juve, ma in questo esaltiamo proprio la presenza di Mazzini, che aveva una valenza investigativa importante. Non era tanto: “riuniamoci per far vincere la Juve in campionato”. Questo volevo chiarire».
Casoria: «Lo ha scritto nell'informativa? Chiede l'avvocato».
Auricchio: «No, ma non solo non c'è ricordato nell'informativa in questo senso, ma ... »
Trofino: «Scusi una domanda: ma Mazzini non è promotore, partecipe dell'associazione insieme a Moggi? Perché la definisce new entry?»
Auricchio: «La new entry in queste riunioni con i designatori».
Trofino: «E faceva tutto questo tramestio se poteva venire o non poteva venire?»
Auricchio: «Questo lo sta dicendo lei. Queste perplessità le ha sollevate il suo collega prima... non a caso Giraudo dice “è persona di massima fiducia nostra”...»
Trofino: «Colonnello, la cena è stata fatta con Mazzini?»
Auricchio: «La cena è stata fatta per parlare anche evidentemente di problemi a cui Mazzini doveva presenziare in quel momento, rispetto ai designatori»
Trofino: «Questo è il suo pensiero?»
Auricchio: «Lei questo mi ha chiesto»
Trofino: «Prendo atto. La cosa importante è che la Juve a quella data aveva già vinto matematicamente il campionato e quello che lei scrive nell'informativa, mi permetto di dire, non ha pregio».
Casoria: «Ma il teste dice che non c'è nell'informativa, lei continua ad insistere».
Trofino: «Presidente che posso fare? Io gliela posso pure leggere per tutta la giornata l'informativa, se lei ha tempo da perdere...»

Trofino: «Queste riunioni a casa di Bergamo, vicino a Livorno, sono delle riunioni che si sono verificate solo con i dirigenti della Juve, o era prassi, o le risulta per quelli che sono i suoi dati investigativi, che molte delle squadre che giocavano a Livorno data la vicinanza di casa Bergamo, sono andati quasi tutti a salutarlo, a cena o a prendere un tè?»
Auricchio fa lo gnorri: «Noi non abbiamo sostenuto che si trattava di una riunione per andare a prendere un tè a casa Bergamo. Noi abbiamo rilevato che questo incontro avesse delle consistenze dal punto di vista investigativo. Questo è, non è il tè a casa Bergamo»
Casoria: «La domanda è un'altra però...»
Trofino: «Mi aiuti lei presidente »
Casoria: «La domanda è: c'era questa prassi che si facessero queste riunioni conviviali?»
Auricchio: «A me questa prassi non risulta. Non escludo ovviamente che ci siano state altre presenze a casa Bergamo»
Trofino: «L'allora presidente dell'inter le risulta che è andato anche lui a casa Bergamo a cena?»
Auricchio: «Io dalle intercettazioni telefoniche non ho elementi per dire che Moratti sia andato...»
Trofino: «Lei si è un po' distratto sulle intercettazioni...»
Casoria: «Indipendentemente dalle intercettazioni, le risulta o no?»
Auricchio: «Sto dicendo, non mi risulta che Moratti sia andato oggettivamente a casa di Bergamo».
Trofino: «Scusi colonnello. Io quando mi riferirò, e lo dico una volta per tutte, all'allora presidente dell'inter, mi rifaccio a Giacinto Facchetti. Nome che non userò più in quest'aula. Dirò: “l'allora presidente dell'inter”. Quindi, le risulta, dalle intercettazioni che lei e i suoi avete ascoltato, se esiste un dato che ci dice che oltre all'allora presidente dell'inter anche altri hanno fatto visita a Bergamo?»
Auricchio: «Se il presidente dell'inter è Facchetti, la mia risposta è sì »
Trofino: «E' “sì”. Sa che cosa è successo dopo quella riunione? Le risulta se Bergamo dette le dimissioni da designatore?»
Auricchio: «La riunione del 21 (maggio, ndr)?»
Trofino: «E beh, sì. Perché lei fa dei grandi pensieri su che cosa si fossero detti. Io le dico che Bergamo a fine campionato dette le dimissioni. Le risulta?»
Auricchio: «Sì, lo abbiamo anche ribadito. Tanto è vero che è terminato il sistema del doppio designatore»
Trofino: «Quindi la presenza di Mazzini... può darsi anche che parlassero di questo? Che dice?»
Auricchio: «Ma lo abbiamo ricordato! Gli stessi elementi su cui...»
Trofino: «Potrebbero anche aver parlato di questo! Visto che lei fa un'ipotesi »
Auricchio fa un riferimento incomprensibile a De Santis, poi: «... Gli argomenti erano plurimi, non è “andiamoci a prendere un tè a casa di Bergamo”». Mah!
Trofino: «Le volevo solo ricordare che lei rispondendo due minuti fa alla domanda dell'avvocato Botti, ha detto che si parlava che Bergamo voleva la riconferma, poi alla fine vediamo che dà le dimissioni. Quindi voglio dire, anche quest'altra sua intuizione era sbagliata tutto sommato».
Auricchio: «Beh, sicuramente intuizione. Non abbiamo fatto intuizioni diciamo». È confuso.
Trofino: «Ma noi qui parliamo solo di intuizioni...»
Auricchio: «Noi non abbiamo fatto intuizioni, noi abbiamo il dato certo che Bergamo andava a raccomandarsi... »
Trofino: «Questo è un processo pieno di pensieri e di intuizioni...»
Auricchio: «Però il dato certo è questo, Bergamo è andato per ottenere la riconferma »

L'acquisizione della documentazione sulle sim svizzere

Trofino: «Lei alla scorsa udienza rispondendo alle domande dell'avvocato Prioreschi ci ha detto come rivolgendosi ad un ufficiale di collegamento svizzero è riuscito a sapere che quella scheda fosse di un gestore svizzero a chi potesse risalire, eccetera...»
Auricchio: «Un anagrafico»
Trofino: «Sempre ad una domanda dell'avvocato Prioreschi lei non è stato in grado di dire il nome di questo ufficiale al quale lei si è rivolto».
Auricchio: «E' un servizio istituzionale, non è che è un mio amico privato»
Trofino: «Ma siccome lei svolgeva un'indagine, per l'acquisizione di questo numero ha fatto una richiesta?»
Auricchio: «A chi?»
Trofino: «All'ufficio dove c'è l'ufficiale di collegamento svizzero. Ha scritto per...?».
Auricchio: «E' un dato di polizia. Ho spiegato nella scorsa udienza....»
Trofino: «Mi dica solo se ha scritto o no »
Auricchio: «Non ho scritto non perché mi sono dimenticato di scrivere, perché altrimenti diventa: “il colonnello si è dimenticato di scrivere...”, visto l'ambientino... C'è una motivazione, il dato anagrafico, e l'ho detto in quell'udienza, mi sono accertato se in quel paese, la Svizzera, l'anagrafico fosse un dato acquisibile informativamente, cioè senza autorizzazione. Ci sono dei paesi che pongono anche l'anagrafico, così come altri aspetti, sotto l'autorizzazione di un pubblico ministero o un'autorità giudiziaria. Non era questo il caso, quindi il dato anagrafico era fornibile e ciò mi è stato dato: chi era l'intestatario di quella scheda»
Trofino: «Mi bastava sapere che non ha fatto una richiesta scritta».
Casoria: «Ha confermato».
Trofino: «E quando ha ricevuto questo dato non ha ritenuto di fare una relazione di servizio per inserirlo nell'incarto investigativo? Noi difensori come facciamo a controllare?»
Auricchio: «L'ho citato nell'informativa, “da accertamenti informativi abbiamo acquisito l'intestatario del...”».
Trofino: «Vabbè, non c'è nemmeno un'informazione di servizio nell'incarto »
Auricchio: «No, è semplicemente contenuto nell'informativa. Un accertamento informativo di polizia».
Trofino: «Siccome sa, ci sono delle regole per quanto riguarda le rogatorie e tutto il resto. Vorrei arrivare al sequestro che avete fatto delle prime nove schede Sunrise e vorrei chiederle: queste schede dove le avete acquisite? Se qualche ufficiale o sottufficiale del suo nucleo si è recato in svizzera per prendere queste schede telefoniche»
Auricchio: «L'acquisizione è uno dei pochi dati a sorpresa di questa attività. Un bel giorno il signor De Cillis contatta i carabinieri di Como e dice, “guardate che sono io il titolare non mio padre”. Siccome aveva visto il nome di suo padre sui giornali si è recato dai carabinieri di Como...»
Trofino: «Presidente mi scusi, non voglio la storia di Adamo ed Eva delle intercettazioni...»
Irrompono i pubblici ministeri, che sembra lo facciano apposta a non voler far capire quanto si dice in aula...
Trofino: «Io ho fatto una domanda!»
Narduccci: «Aspetti la risposta!»
Trofino: «ecco appunto! »
Casoria: «Le avete prese in Svizzera? Vuole sapere l'avvocato»
Auricchio: «Sono state fornite personalmente dal signor De Cillis, noi non avremmo avuto questo dato se non fosse stata una sua libera valutazione...»
Casoria: «Dove? Dove ve le ha consegnate?»
Auricchio: «A Como sicuramente. Il primo dato non mi appartiene perché il signor De Cillis è andato a Como a esternare questo fatto. Sulla base delle dichiarazione che Como ci mandò, ho mandato del personale ad escutere personalmente il De Cillis a Como. Questo è avvenuto, credo ci sia anche un verbale. Qui non è stata acquisita nessuna scheda, sono stati acquisiti i dati, i riferimenti. Il signore ha detto; “io ho venduto la scheda numero a Tizio a Caio”. Non c'è stato nessun sequestro o acquisizione. Ha indicato i seriali delle schede e li ha forniti»
Casoria: «Quindi non c'è stato un sequestro, avvocato».
Trofino: «Senta, il maresciallo Nardone lavora al suo...?»
Auricchio: «Sì ecco, il maresciallo Nardone è colui che è stato inviato per svolgere questa attività, non da solo ovviamente».
Trofino: «Il maresciallo Nardone ha dichiarato davanti a questo Pretorio, che con la macchina da Como, lui si è recato da De Cillis presso il suo negozio e in quel momento ha preso le schede»
Auricchio: «Ribadisco, questa circostanza a me non è nota, non c'è stata nessuna acquisizione di schede, sarà andato al suo negozio a controllare un registro delle schede, che è cosa ben diversa»
Trofino: «C'è una domanda specifica fatta dall'avvocato Prioreschi fatta al maresciallo Nardone, faceva riferimento alle nove schede, le prime dell'indagine. Tant'è che le altre lui sostiene di averle faxate...».
A questo punto il pm Narducci si produce nel più alto esempio di fair play processuale. Mettendo in dubbio quanto riferisce l'avvocato chiede: «Dov'è avvocato? Può fare per cortesia riferimento al verbale d'udienza o dobbiamo affidarci alla sua memoria o interpretazione delle cose? »
Trofino: «Glielo leggo anche tutto se vuole».
Auricchio: «Vediamo».
I legale cerca nei verbali delle precedenti udienze, essendo copioso il materiale in cui cercare chiede: «Presidente, non ce l'ho con me in questo momento perché purtroppo la mole di queste carte è straordinaria. Però io lo ricordo perfettamente, lo dichiaro sul mio onore di avvocato...».
Narducci ne approfitta: «Allora sarà per la prossima volta... »
Trofino a questo punto raccoglie la sfida del pm: «Sospendiamo l'udienza e riprendiamo il verbale».
Narducci con fastidio: «Ooohhh...»
Mentre Narducci ancora mormora, il Presidente Casoria: «Che udienza è?»
Prioreschi: «22 dicembre».
Per ordine del Presidente viene reperito il verbale in camera di consiglio. Nel frattempo il legale trova il verbale d'udienza e legge dalle pagine 15 e 16:
Avv. Prioreschi: «Non ho capito bene, siete andati nel suo negozio in Svizzera?»
Nardone: «Sì»
Avv. Prioreschi: «Ad acquisire la documentazione relativa alle schede svizzere?»
Nardone: «Sì»
Avv. Prioreschi: «Quindi i primi nove? »
Nardone: «Sì perché lui diceva che erano sette o otto intestate a mio padre, non intestate a San Gottardo 22 eccetera»
Avv. Prioreschi: «E quindi lui che ha fatto, ha preso tutta la documentazione relativa?»
Nardone: «No, l'abbiamo presa noi nel negozio in Svizzera di De Cillis. Bene insomma, quella che aveva. L'abbiamo controllata e poi l'abbiamo acquisita»
Avv. Prioreschi: «E quindi avete acquisito i numeri delle sim?»
Nardone: «Sì».
Avv. Prioreschi: «Ecco va bene. Insomma, lei non si ricorderà i numeri se glieli leggo?»
Nardone: «No».
Avv. Prioreschi: «Sono sostanzialmente una decina».
Nardone: «Sono nove, le prime nove».
Avv. Prioreschi: «Si ricorda se sono le prime nove schede emerse in questa indagine?»
Nardone: «Sì, credo di sì, credo che fossero queste qua, le prime che, da cui poi è partita tutta l'indagine»
Avv. Prioreschi: «Grazie maresciallo, nessun altra domanda».

L'onore dell'avvocato Trofino è salvo. Chi è senza onore nel corso dell'udienza darà altre identiche dimostrazioni.

Trofino: «Risparmio la parte in cui dice abbiamo fatto un verbale, non è mia intenzione andare a indagare se il verbale era sì o no falso. Come vede colonnello il maresciallo che lei ha mandato a fare queste indagini... Prima le ho fatto la domanda se fosse andato qualcuno in Svizzera e lei mi ha detto di no. Il suo maresciallo dice che non solo è andato in Svizzera, ma in quella sede in dispregio di qualsiasi regola sulle rogatorie ha acquisito la documentazione sulle schede svizzere sim Sunrise. Che cosa ha da dire su questo?»
1h35'40”
Auricchio: «Ribadisco, il signor De Cillis, e leggo il verbale, bisognerebbe chiedere a Nardone il verbale io non ero al nord..., “Si dà atto che il De Cillis produceva un elenco di tutte le sim da lui intestate a suo padre Arturo, con la data di attivazione, le quali sono state tutte vendute al Bewrtolini, collaboratore di Luciano Moggi”. Il dato è meramente cartaceo, sarà anche andato al negozio a controllare le sim... Lei mi ha fatto tre domande; la prima domanda è: non abbiamo acquisito le sim, non ci sono sim acquisite di un gestore svizzero; la seconda domanda è: dove ha fatto il verbale di sequestro? Non ci sono verbali di sequestro di alcunché; la terza domanda è sulle acquisizioni, sono stati acquisiti i riferimenti, i seriali. E per quanto mi riguarda, senza aver violato alcuna regola del diritto internazionale, il signor De Cillis le poteva tenere dovunque, il dato oggettivo è che lui ha acquisito dei dati squisitamente documentali».

Dopo che il teste ha fatto il suo monologo (come gradiscono i pm) l'avvocato Trofino precisa: «La prima domanda è: ha mandato qualcuno in Svizzera, lei ha detto “no”; la seconda domanda era...»
Auricchio interrompe: «Ma le risulta che io abbia dato l'ordine di andare in Svizzera? E beh, allora...»
Trofino: «Ma non esclude che i suoi siano andati in Svizzera?»
Auricchio: «Ma non posso escluderlo, ma non mi interessa!» Evviva, evviva!
Trofino: «Non le interessa questo punto formale?! Perfetto!»
Auricchio: «Ma lo deve contestare al maresciallo Nardone se vuole guardare ...»
Casoria: «Ma Nardone poteva andare di sua iniziativa?»
Trofino: «Eh, eh sì...»
Auricchio: «Ma Nardone fuori il territorio... Allora, dobbiamo fare un trattato di diritto internazionale. La zona dove il negozio è, è una zona peraltro che non rientra nelle regole del diritto internazionale...»
Trofino: «Ma che c'entra?! Ci è andato o non ci è andato? »
Auricchio: «Per quanto mi riguarda non ci è andato». Caspita ti ha appena letto la deposizione di Nardone!
Trofino: «Ha detto che lui si attiene al verbale, poi non esclude che lui ci è andato per fatti suoi...»
Auricchio: «Ma anche se fosse andato è irrilevante! Perché il signor De Cillis ha fornito dei dati riguardo alla sua memoria...»
Casoria: «Il colonnello dice che il negozio di De Cillis non deve intendersi territorio svizzero. È così?»
Auricchio: «No, non ho detto in questo senso, ho detto non rientra nelle regole... è un duty free, è un territorio libero...»
Casoria: «E' un territorio libero, non è sotto la sovranità della Svizzara, è zona franca...»
Prioreschi: «Ma quale franca?»
Casoria: «Il colonnello lo sostiene»
Auricchio: «Al di là di questo, per quanto mi riguarda ho già risposto signor presidente»

Trofino: «Visto che siamo in materia di schede, le voglio fare una domanda. Da tutte le telefonate che lei ha ascoltato, e mi rendo conto che la mole..., lei mi conferma che non ci sono telefonate che riguardano il mercato di calciatori? Sappiamo che Luciano Moggi era il più bravo di tutti, era al centro, era il numero uno del mercato, era consulente non solo della Juventus, ma anche di altre squadre europee. Quindi ovviamente lui parlava di mercato, secondo me, per un terzo della sua giornata. Nelle telefonate che lei ha ascoltato, si parla mai di mercato? O se si parla, dove, quando e in che misura?»
Auricchio: «Una parte del nostro componimento, delle nostre iniziative è stata stralciata proprio nella compravendita di calciatori».
Trofino: «Attenzione, quella è GEA ed erano procure. Io sto dicendo mercato, mercato significa che voglio comprare Ibrahimovic e poi lo vendo. Questo è il mercato, non che una procura passa da Tizio a Caio. Ora, in questa mole eccezionale di telefonate che lei ha ascoltato, rispetto alla posizione di Moggi, numero uno del mercato, ve ne sono tante, poche, pochissime o qualcuna che fanno riferimento al mercato rispetto a tutti gli altri temi di questo processo?»
Auricchio: «Non saprei rispondere con un dato tecnico. Ci sono delle conversazioni che riguardano la compravendita di calciatori... »
Trofino: «Alcune?»
Auricchio: «Alcune ci sono sicuramente che riguardano questo dato».

Trofino: «Lei è stato presente all'interrogatorio che Moggi ha fatto come persona indagata, ero presente anche io. Lei ricorderà che Moggi, prima di qualsiasi contestazione da parte dei pm, dichiarò che è vero che usava delle schede non nominate e anche schede non riconducibili a nessuno, ma queste le usava per il mercato, perché aveva paura di essere ascoltato in operazioni di mercato piuttosto delicate. È vero, se lo ricorda?». Durante la formulazione della domanda si sente una smorfia del pm Narducci...
Auricchio: «Come argomentazione del Moggi all'interrogatorio?»
Trofino: «Sì, come dichiarazione».
Auricchio: «Io francamente non me lo ricordo».
Trofino: «Vabbè, allora le dico sul mio onore di avvocato e sull'onore penso anche...»
Narducci: «Vabbè, avvocato, ma allora “sull'onore di avvocato”...». È indubbio che per Narducci l'onore dell'avvocato Trofino non ha pregio, lui che sta onorando la magistratura...
Auricchio: «Ma ci crediamo, io ero presente a quell'interrogatorio...», e sorride.
Trofino: «Ora, questo interrogatorio lei lo ha letto, era presente, nel successivo. Le è venuto in mente di fare qualche indagine rispetto a procuratori, a presidenti, andare a chiedere a costoro se nel corso delle trattative usavano utenze diverse da quelle che Moggi abitualmente usava, si o no?»
Auricchio ancora una volta travisa la domanda: «Guardi, se le guarda le date di De Cillis non viene da noi ascoltato e c'ha scritto in fronte, “sono conversazioni o schede con i designatori”, sono schede straniere intestate a Moggi (ma che stai a di'? Ndr), noi partiamo da De Cillis e Bertolini»
Trofino: «Non ha capito la domanda, non mi sono spiegato molto bene io... Qui c'è una delle contestazioni che dice che vi sia una rete clandestina di comunicazioni. Ora io le sto facendo una domanda per far capire che c'è un'alternativa interpretazione sulla rete clandestina. Cioè, e Moggi lo ha dichiarato a verbale: che la usava esclusivamente per fare mercato. Lei in presenza dfi questo dato non ha ritenuto di interrogare procuratori, presidenti e quanti altri fossero interessati a vendite o a cessioni di calciatori, per sapere da loro su quali utenze comunicava Moggi?»
Auricchio: «L'attività di indagine svolta nella direzione di De Cillis è esattamente questo...», ma che glielo deve dire De Cillis a chi telefonava Moggi con quelle schede?! Se non è reticenza questa...
Trofino: «Mio dica “sì”o “no”».
Auricchio: «Abbiamo fatto gli accertamenti sul primo dato che emergeva, come no non lo abbiamo fatto! Emergeva una scheda nel corso delle investigazioni, e se lei vede le date di De Cillis sono proprio in linea con questa attività. Quindi non è che De Cillis aveva scritto, “sono...”». Aridaje! Ma lo fa apposta ad eludere le domande?
Trofino: «Colonnello, non ci sono intercettazioni sulle schede svizzere, ci sono dei pensieri»
Auricchio: «Come non ci sono? No, no, no...» Se ce le porta...
Trofino: «Non ci sono intercettazioni, non avete questi elementi...»
Casoria: «Un momento»
Trofino: «Mi aiuti lei presidente... »
Casoria: «L'avvocato dice, partendo da quella giustificazione di Moggi “che io non volevo far sapere i fatti del mercato...”, lei ha fatto indagine per sapere se effettivamente in occasione di compravendita di giocatori...»
Auricchio: «Ma non era questo l'argomento della nostra indagine...». Già, voi avevate delle direttive e una direzione da seguire.
Trofino: «Vabbè, vabbè, vabbè... l'argomento lo sappiamo benissimo quale era».
Auricchio: «Non l'ho fatto perché sentire procuratori, calciatori, presidenti... c'era la Guardia di Finanza per questo, che ha ricevuto tutto il materiale coevo dall'autorità giudiziaria di Napoli, si è occupata esattamente di queste attività».
Casoria: «La domanda dell'avvocato, ad onor del vero, non era diretta a questo. Voleva sapere se partendo...»
Auricchio interrompe il Presidente : «Presidente, l'oggetto di questa indagine sarebbe stato avulso dal nostro contesto».
Casoria: «La risposta è che non l'ha fatta, avvocato. Andiamo avanti».
Trofino: «Lo avevo già inteso, grazie presidente».

Il Presidente, Dottoressa Teresa Casoria, sollecita le domande successive.
Trofino: «A questo punto presidente, io dovrei chiedere a voi di ascoltare una telefonata che è in questo processo. Se il tribunale mi autorizza io ho una trascrizione e la leggo».
Casoria: «Ma è stata trascritta?»
Trofino: «E' tra quelle delle quali noi abbiamo chiesto la trascrizione. Ma siccome è agli atti e c'è un sonoro, io posso chiedere al tribunale di ascoltare il sonoro»
Casoria: «E come lo ascoltiamo?»
Trofino: «Per evitare tutto questo tramestio, le dico sul mio onore di avvocato, l'ho trascritta, la posso leggere...»
Casoria: «Il pubblico ministero... »
Narducci: «Ci dice un attimo il progressivo per cortesia? I riferimenti...»
Trofino: «Dunque, telefonata Moggi-Bergamo, no attenzione... »
Narducci: «No, progressivo, mi scusi...»
Trofino rivolto a Prioreschi o a un assistente: «Dammi il progressivo, quella di Bergamo »
Casoria: «E' tra quelle da trascrivere, pubblico ministero...»
Trofino: «Presidente, abbiamo i nostri consulenti stanno ancora scrivendo gli indici delle telefonate, non ce l'abbiamo in questo momento»
Narducci: «E quindi? Non c'è un progressivo, non c'è una data mi scusi avvocato...» Ma che problema ha? Tanto queste telefonate a suo dire rafforzano l'accusa...
Trofino: «E' una telefonata tra l'allora presidente dell'inter e Bergamo, chiama il 26 novembre 2004...»
Narducci: «Sì, ma lei ha un elenco, non è nell'elenco che avete fornito?»
Trofino: «L'elenco sta arrivando».
Narducci: «Non quello lì che l'avvocato Prioreschi ha fornito, mi scusi?» Più che un pm, sembra un azzeccagarbugli...
Trofino: «Ma lei non ha idea cìdi che complessità sono questi elenchi...»
Prioreschi: «Sta nell'elenco che le ho dato. Non ho più la copia, perché uno l'ho data al tribunale...»
Narducci: «Allora clicchi, sentiamola».
Casoria: «Qual è, che progressivo ha? Sentiamola, c'è possibilità di sentirla? Di che data è innanzitutto avvocato?».
Trofino: «Presidente. È una telefonata del'allora presidente dell'inter, chiama Bergamo il 26 novembre 2004».
Il Presidente si adopera per trovare la telefonata nell'elenco fornito dalla difesa Moggi.
Casoria: «Insomma, pubblico ministero lei si oppone a che dia lettura?»
Narducci: «No, è che non abbiamo nessun riferimento. Possiamo semplicemente ascoltarla a questo punto».
Trofino: «Io le assicuro che è un solo dato, è una frase. E le do la mia parola di avvocato di averla sentita e l'ho sottoscritta. Se vuole però aspettiamo...»
Casoria: «La sentiamo la prossima volta».
Trofino: «Presidente, è il clou di questo processo: le griglie».
Casoria: «Vabbè, nonostante l'opposizione, sentiamo. Tanto sarà trascritta questa telefonata».
Trofino: «Ma questo poi mi tarpa le ali per tutte le altre domande. Diciamo che è la madre di tutte le intercettazioni».
Capuano: «Eh, ma allora bisogna sentirla».
Trofino: «Posso leggere?»
Il presidente acconsente e in aula si fa silenzio per ascoltare bene.
Trofino: «L'allora presidente dell'inter chiama Bergamo:
Facchetti: “Senti per domenica allora?”
Bergamo: “Senti, per domenica facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare niente. Quindi sono tutti lì e tutti e quattro possono fare la partita, e.. c'è...”
F: “Vabbè, metti Collina, metti dentro Collina”
B: “ma sono tutti internazionali Giacinto...”


eccetera, prosegue, prosegue, prosegue. Non voglio adesso fare altre discovery, mi interessa questo dato. Anche perché sono quattro anni che Moggi viene massacrato da questa griglia...»
Casoria: «Vabbè avvocato...»
Trofino: «No, no, ha una ragione voglio dire... E' un pensiero, mi scusi, dovrà ammettere che me ne sono sfuggiti pochi. Però dopo quattro anni questa telefonata delle griglie, ci hanno messi su tutti …, viene anche spontaneo. Vabbè, comunque non ha importanza. Abbiamo il presidente dell'inter che parla di griglie, e a differenza di Moggi nella telefonata con Bergamo, che non parla di griglie in relazione a “mandami Tizio, mandami Caio”, ma solo alla formazione delle griglie.
Allora, le mie prime domande sono queste colonnello. Lei vuole dire al Tribunale qual era il criterio attraverso il quale si individuavano gli arbitri che dovevano essere in prima fascia?»
Auricchio: «Beh, normalmente gli arbitri in prima fascia, erano le partite più importanti, e quindi gli arbitri internazionali era un metro, un criterio corretto»
Trofino: «Io le ho chiesto se durante la sua indagine ha saputo, si è informato su quali erano i criteri per formare la griglia?»
Auricchio: «Anche questo è una dato che abbiamo specificatamente indicato. Ci sono le griglie con minimo tre partite e con arbitri che al netto dei preclusi...»
Trofino: «Mi scusi, per formare una griglia, risulta a verità che alcuni arbitri non potessero essere messi perché non erano graditi? Alcuni non potevano essere messi perché avevano arbitrato il giorno prima (arbitrato una stessa squadra la giornata precedente, ndr), alcuni non potevano essere messi perché non erano internazionali...»
Auricchio: «Le preclusioni... »
Trofino: «Comporre una griglia era una sorta di rompicapo? Questo lo conferma o non lo conferma?»
Auricchio: «Assolutamente. L'ho confermato e l'ho più volte detto, mi è stato detto che era un dato banalissimo».
Trofino: «Allora, per ritornare un attimo per adesso alla telefonata tra moggi e Bergamo, quando in questa telefonata Bergamo dice a Moggi, “Ma tu chi ci metteresti, tu come l'hai fatta? Vediamo se ha studiato”... La ricorda questa telefonata? La legga è davanti...»
Auricchio: «se mi dà il progressivo facciamo prima».
Trofino specifica che non lo sta leggendo dalle informative: «Io con i numeri mi perdo un poco....»
Narducci: «Ma non lo troverà mai così».
Trofino: «Sì, ma la conosce perfettamente la telefonata»
Auricchio: «Ma non tutte però, vorrei anche essere messo in condizioni, sono diverse...»
Trofino: «La telefonata è la numero 123 del 9/2/2005, tra Moggi e Bergamo. Che si trascrive parzialmente qui, ma l'abbiamo trascritta noi per intero. All'inizio di questa telefonata parlano prima di un'altra cosa. Poi dice:
Moggi: “Ora ti dico invece che mi ero studiato io...”
Bergamo: “Vai, vediamo cosa torna con quello che hai studiato tu. Vediamo un pochino se..., vediamo chi ha studiato meglio. Chi ci metti in prima griglia di squadre eccetera?”

Ecco...»
Auricchio: «E' una telefonata delle 1:04, successiva ad uno degli incontri che c'erano stati...»
Trofino: «Non mi interessa se è successiva o precedente. Io le ho letto queste frasi, cioè praticamente si intuisce che Moggi e Bergamo, in relazione al rompicapo di mettere in piedi le griglie dice, “vediamo se hai studiato, questo lo puoi mettere, questo non lo puoi mettere. Vediamo se hai tenuto presente tutti i criteri per arrivare a...”»
Casoria: «Che domanda... Che cosa...? »
Auricchio: «Ma non è questa però la trascrizione, la telefonata non inizia così».
Trofino: «Ah, non inizia così? »
Auricchio: «Se vogliamo fare una sintesi bene, io ho l'integrale...». Sappiamo che le telefonate che ti interessano le conosci...
Trofino: «Allora la vuole leggere tutta? Io non ho nessun problema, la legga tutta dall'inizio, noi staimo qui abbiamo tempo».
Casoria: «Qual era la domanda avvocato?»
Trofino: «Presidente, la domanda è che mentre qui si para eventualmente di studiare per fare una glriglia, ed è stata una telefonata ritenuta rilevante nelle indagini, e per quattro anni abbiamo ascoltato in tutte le TV e in tutte le salse, loro si sono trovati di fronte a una telefonata del presidente dell'inter dell'epoca, che non solo chiama Bergamo, ma dice, “Metti Collina”! Allora, uno studia e si diverte a fare il rompicapo, e questi dicono “metti Collina”! Allora era più grave questa o quella?!»
Il pm Capuano: «Qual è la domanda?»
Trofino: «Ooohhh! Perché non l'ha trascritta la domanda? Colonnello! Questa è la domanda, perché non l'ha trascritta?!? »
Casoria: «Trascritta dove, nelle informative?»
Trofino: «Dove ha trascritto tutte le telefonate contro Moggi! Nel brogliaccio dei carabinieri. Hanno trascritto milioni di telefonate, tranne questa, ed altre che poi vedremo...,»
Auricchio: «La conversazione del 26/11 tra Bergamo e Facchetti, è una telefonata da noi intercettata, registrata e trascritta».
Trofino: «Dove, dove?»
Auricchio: «Non è contenuta nelle informative, il che non vuol dire che non l'abbiamo trascritta »
Casoria: «Va bene, va bene, non è contenuta nelle informative però nei brogliacci c'è».
Auricchio: «Vorrei vedere la trascrizione così vediamo se il valore...»
Trofino: «Direbbe un noto presentatore, “la domanda sorge spontanea”: perché non è nell'informativa?»
Auricchio: «Non è nell'informativa perché da noi non è stata valutata investigativamente utile».
E con questa il colonnello si guadagna l'ironia degli applausi e la prima standing ovation del processo. Con il Presidente che minaccia di far uscire il pubblico dall'aula.

Trofino: «Mi scusi colonnello, lei ricorda che c'è stata un'osservazione con pedinamento e con fotografie e tutto il resto, di una riunione fatta a Roma in piazza Barberini presso l'hotel Bernini. Se la ricorda?»
Auricchio: «Sì».
Trofino: «Dove lei ha fotografato... »
Auricchio: «Beh, “lei”... »
Trofino: «E vabbè, i suoi... capisco che lei si vuole dissociare da Nardone..., vabbè i suoi...»
Auricchio: «Io non la ricordo....»
Trofino: «Allora la informo io, è stata fatta un'osservazione fotografica »
Auricchio e il Presidente chiedono la data.
Trofino: «E' nel fascicolo ed è famosa. Lei ha già risposto alle domande dell'avvocato Prioreschi su questo argomento. Ha detto che non conosceva l'avvocato Trofino, né conoscevate l'avvocato Melandri...»
Auricchio: «Ma la data? »
Trofino: «Non ha importanza...»
More solito irrompe Narducci: «Ma come fa a rispondere! Come fa a rispondere se lei non indica la data!!» Un facinoroso nell'ufficio di procura.
Trofino: «Ma non c'è bisogno della data. Io sto dicendo: le risulta che è stato fatto questo servizio fotografico all'avvocato Trofino, all'avvocato Melandri, all'avvocato Giulia Bongiorno? »
Auricchio: «Non mi risulta, perché se lei guarda la data, sarà stato fatto quando io già non c'ero. Allora, mi dica la data e io un ricordo ce l'ho! E mi ricordo tutto».
Trofino: «Alla fine dell'informativa lei ha avuto contezza di questa circostanza? Lei ha firmato tutte le indagini, ne è stato informato?»
Auricchio: «Non ho firmato tutte le indagini, ho firmato alcune informative delle indagini. Le indagini si sono concluse dopo oltre un anno e mezzo da quando io avevo lasciato il nucleo. Se devo essere in condizione di rispondere al suo contro esame, mi metta almeno in condizioni di avere i dati, se no qui a memoria andiamo...»
Trofino: «Senta, sa cosa io le volevo chiedere? Perciò non c'era bisogno della data, lei sa benissimo che questo pedinamento c'è stato, lei sa benissimo che questo...»
Narducci: «Presidente c'è opposizione...»
Casoria: «No, avvocato..., andiamo avanti».
Trofino: «Abbiamo messo nel processo e nelle informative i pedinamenti degli avvocati che non c'entravano niente...»
Auricchio: «Ma chi lo ha detto?! Non mi risulta... »
Il Presidente Casoria interviene a sedare l'accavallarsi di voci: «Non avevano individuato che si trattava di avvocati. Lo ha riferito il teste che aveva fatto i pedinamenti».
Auricchio: «Esattamente, e questa è un'attività di indagine che non mi appartiene».
Casoria: «Andiamo avanti»
Trofino: «Lei ha ascoltato telefonate riferentesi a casa Moggi e a casa Bergamo nelle quali le donne parlavano del ragù o della spesa da fare, o circostanze familiari che non avevano nessun riferimento con le indagini?»
Casoria: «Questa domanda perché?»
Trofino: «Perché le ha trascritte queste domande, presidente. E non ha trascritto quella del presidente dell'inter...»
Casoria: «Va bene, l'ha riportata nelle informative».
Trofino: «Questa è la domanda. Siccome il teste mi risponde, “non l'ho trascritta”, io voglio sapere perché non l'ha trascritta. Sono anche a disposizione del tribunale, perché sono state anche depositate, perché ne è stata chiesta la trascrizione anche dai pubblici ministeri. Vi sono telefonate nella quali si parla di cose domestiche, familiari, che non c'entrano assolutamente niente. Sono state non solo brogliacciate, sono state addirittura trascritte, mentre la telefonata di rilevanza, di importanza come questa... »
Narducci, more solito...: «Ma la domanda, presidente, qual è? Qual è la domanda?» E giù, solito accavallarsi di voci.
Casoria: «La telefonata l'ha già fatta emergere»
Narducci: «Quale?»
Casoria: «Tra Bergamo e... Quella dove si ...»
Auricchio: «Ha ragione presidente, e il motivo lo abbiamo già ricordato, era per la cena, per avere il dato di riferimento della presenza di Lanese alla cena».
Trofino: «Questo lo contrasteremo in sede di discussione presidente».

Gli interrogatori di Manfredi Martino

Trofino: «Senta, lei ha ascoltato Manfredi Martino per parecchio tempo, per ore e ore... Alla fine Manfredi Martino rilascia una dichiarazione che conferma poi in dibattimento, “I sorteggi avvenivano alle ore 11:00 del venerdì”, poi c'era questa famosa trasmissione. Perché faccio questa domanda: per orientare il tribunale. Uno degli elementi di accusa nei confronti di Moggi è che in una telefonata, chiamando la sua segretaria alle 11:53, la segretaria informa Moggi di chi era l'arbitro e gli assistenti di gara. Moggi dall'altro capo dice che già lo sa. Questo è stato uno dei cavalli di battaglia di questa informativa e poi dell'informazione di garanzia, fino ad esagitare questa circostanza. Manfredi Martino dopo ore ed ore di interrogatorio sostiene: “Escludo che prima delle ore 12:30 fossero in qualche modo comunicati, anche informalmente, i nomi degli assistenti. Escludo matematicamente che fossero...”. Informativa dei carabinieri, pagina 67: “Nella mattinata del 13 maggio ultimo scorso, in contemporanea con le operazioni di sorteggio arbitrale per la diciassettesima giornata di ritorno, in cui il Milan dovrà fronteggiarsi con il Lecce, Manfredi Martino -udite udite, quello che prima aveva detto escludo matematicamente che prima delle 12:50 si possa sapere, ergo -, Manfredi Martino invia a Meani due messaggi sms, rispettivamente alle ore 11:23 in cui comunica la designazione di Trefoloni quale arbitro”. Ma non finisce qui, “alle successive 11:51 -e sempre prima delle famose 12:30 di cui dice a verbale-, con il quale invece comunica la designazione dei due assistenti del direttore di gara, quali Copelli e Ambrosino”. Ora la mia domanda è questa: lei ha ascoltato Manfredi Martino, che ha escluso che tutto questo potesse avvenire prima di una certa ora, poi nella sua indagine ha anche questo altro documento da dove ricava perfettamente che il teste, che è uno spergiuro, la manda proprio fuori strada, perché è lo stesso che per ore lei ha ascoltato, vi dice “escludo” ed è lo stesso che fa le comunicazioni prima di quell'ora. Lei ha ritenuto di procedere contro questo signore? Ha fatto una denuncia? Perché siamo di fronte a una falsa testimonianza sacrosanta. Non solo: perché non ne ha dato atto nell'informativa quando poi è andato a dire, “ah Lella (segretaria della Juve) chiama Moggi...ah già sanno gli assistenti”?»
Auricchio: «Le due messaggiate eccetera, sono state richiamate specificatamente in un'informativa, compendiate, trattate...»
Trofino: «Perché non ha tratto le conclusioni?»
Casoria: «Avvocato... »
Auricchio: «Come non ne ho tratto le conclusioni? Abbiamo tratto delle conclusioni...»
Trofino: «E quali?»
Auricchio: «...che sono le conclusioni dell'autorità giudiziaria. E le dico che la versione delle dichiarazioni di Martino che lei ha ricordato, non appartengono alle dichiarazioni che il signor Martino ha reso avanti a noi, tant'è che noi lo abbiamo inviato a farsi ascoltare dal pubblico ministero. Come lei troverà. Le plurime assunzioni di Martino non sono avvenute tutte davanti a noi, le prime due sono avvenute davanti alla polizia giudiziaria, le altre sono avvenute davanti al pubblico ministero, a cui spettano le determinazioni di sorta. Prima risposta. Ribadisco invece il concetto che le telefonate, non solo sono state trascritte, sono compendiate, sono state inserite nell'informativa a carico di Meani, abbiamo esaltato la responsabilità di Meani...»
Trofino: «Io non parlo dell'informativa, su questo siamo d'accordo. Lei sentito qui davanti a questo pretorio, rispondendo a domande di altri difensori, ha continuato a portare avanti la tesi del sorteggio e delle comunicazioni che venivano fatte. Allora io in relazione a quello le sto facendo la domanda, perché non trae adesso le conclusioni?»
Casoria: «L'avvocato chiede: com'è che ha continuato a portarlo come elemento di accusa?»
Auricchio: «Ma sulle designazioni degli assistenti, qui in quest'aula mi è stato chiesto, “le griglie le designazioni eccetera”, abbiamo sempre risposto. Addirittura credo la difesa di Mazzei Gennaro, ha portato un documento inequivocabile dove noi abbiamo sostenuto che alla fine Mazzei non le faceva queste designazioni, voi avete sostenuto che invece Mazzei era il deus ex machina delle designazioni. Degli assistenti Mazzei ha portato il documento con le designazioni fatte da Bergamo. Quindi voglio dire, nessuno ha sostenuto che le designazioni le facesse Mazzei, nessuno ha sostenuto che le designazioni non venivano veicolate abusivamente attraverso meccanismi di sms... Quale filosofia abbiamo...»
Trofino: «Presidente io lo interrompo perché sta divagando completamente... sta dicendo cose che non hanno pertinenza con la mia domanda»
Casoria: «Perché si è continuato a dire che era un fatto anomalo questo che Moggi sapeva quando la segretaria gli ha detto e dice “già lo so”, se poi Martino è stato sconfessato?»
Auricchio: «Perché sono due cose differenti. Noi parliamo delle designazioni degli assistenti che non avvenivano con il sorteggio, quindi abbiamo abbondantemente specificato...»
Trofino: «Ma Martino le comunicava o no queste cose? »
Auricchio: «Lo abbiamo detto, lo abbiamo detto noi».
Trofino: «E allora?!»
Auricchio: «... non lo ha detto lei che le comunicava a Meani. Tant'è vero che abbiamo fatto le indagini...». E che indagini!
Trofino: «Allora perché le sembra strano che Moggi le sapesse? »
Casoria: «Basta avvocato...». Abbiamo capito
Trofino: «Perché scrive nelle informative che Moggi le sapesse...?»
Auricchio: «Il fatto che non le sapesse, ed è strano laddove riportato nell'informativa, non vuol dire che era normale che Moggi le sapesse. Sono due valutazioni diverse». Il giudice Auricchio ha valutato...
Auricchio: «Va bene avvocato, ha risposto».
Trofino: «Allora un'altra domanda su questo punto, me la tira lei: oltre a Manfredi Martino, che era addetto ai lavori, ai sorteggi erano presenti i giornalisti?»
Auricchio: «Sì, lo abbiamo ricordato la volta scorsa, specifica domanda...»
Trofino: «Lei esclude che un giornalista piglia il telefonino e chiama...»
Auricchio: «Lo abbiamo detto! L'ho detto, è assolutamente prassi».
Trofino molto agitato: «E allora perché vi meravigliate solo per Moggi allora? Perché ne fate un elemento contro per qualcosa che sanno tutti!»
Casoria: «Va bene avvocato, non si accalori troppo, andiamo avanti».
Trofino: «Va bene presidente, ma dopo tanti anni pure... »

A questo punto il legale dell'ex Dg bianconero chiede una pausa per spezzare l'estenuante controinterrogatorio.

L’udienza riprende con la Casoria che cerca di riportare all’ordine l’aula.

Trofino: «Nel frattempo, visto che ne abbiamo dato una copia al pm, diamo al Tribunale anche i tabulati delle telefonate fatte sui telefoni intercettati e di tutte e società. Sono tutti su cd, il pm ha già avuto una copia..».
Casoria: «Un momento, un momento, un momento, non ho capito, queste sono le telefonate del cui elenco presentato oggi?».
Trofino: «Questi sono i tabulati, di utenze che hanno contattato i telefoni sotto controllo e poi sono le utenze delle società che hanno parlato con quei telefoni, non so se è chiaro».
Casoria: «Quindi questo é un fatto estraneo, quindi alle intercettazioni..voglio capire».
Prioreschi: «All’inizio ho detto che avrei chiesto la trascrizione di 75 telefonate di cui ho fornito elenco … poi ho detto che noi avevamo estrapolato dai 171 contatti telefonici di altri dirigenti del calcio con i numeri sotto controllo; chiamate di tutte le società di calcio dai centrali con i numeri sotto controllo; ed avevamo stampato il tabulato di questi dati proprio per dimostrare che tutti chiamavano tutti.... di questi non chiediamo le trascrizioni…».
Casoria: «È chiaro sono tabulati».
Prioreschi: «Tabulati che in parte il tribunale aveva».
Casoria: «Pm?».
Capuano: «Su questo aspetto esprimiamo parere all’esito dell’udienza».
Prioreschi: «L’h detto all’inizio, il cd che le avevo dato riguardava i cellulari di altri dirigenti».

Paparesta, Trefoloni, De Santis e la madre di tutte le partite

Trofino: «Senta, io ho ancora pochissime domande poi ho finito. Lo dico anche al colonnello che è piuttosto stanco, faremo subito. Abbiamo appreso dall’informativa che una della condotte attribuite all’associazione era il fatto di pilotare sorteggi e di avere arbitri compiacenti o sensibili. Lei colonnello rispondendo alle domande dei procedenti difensori, ha detto che nessuna indagine è stata fatta interrogando il notaio, giornalisti e i presenti, abbiamo appreso questo. Abbiamo anche detto che questo sistema serviva ovviamente all’associazione per poter porre in essere il suo scopo. Ora io voglio richiamare la sua attenzione, in funzione di questo cappello, sulla madre di tutte le partite, la famosa -così come è stata definita da altri- la famosa partita Milan-Juventus dove si decide lo scudetto. Abbiamo già parlato di griglie e sorteggi pilotati. Lei colonnello ha fatto un'indagine per capire quali erano gli arbitri destinati alla griglia di quella straordinaria e rilevante partita?».
Auricchio: «Si, l’abbiamo anche ricordata, ora a mente ricordo che per la griglia furono inseriti Collina, Trefoloni e Paparesta».
Trofino: «Collina non è sensibile alla Juve giusto?».
Auricchio: «No».
Trofino: «Diciamo non era tra quelli che nel rapporto si dicono amici della Juventus?».
Auricchio: «Si,si».
Trofino: «Lo stesso si può dire per Paparesta. Lo stesso di può dire per Trefoloni».
Auricchio: «Se è nel caso di Trefoloni o Paparesta, non lo dico con la stessa serenità “si non sono amici di”, anzi lo stesso Paparesta, dopo l’evento più volte ricordato Reggina- Juventus, con diciamo una sottoposizione a Canossa che ha fatto il giorno dopo».
Trofino: «Per evitare che lei divaghi, le rivolto la domanda: in questa griglia così composta non c’era nessuno degli arbitri che sono sotto processo, che secondo la sua ipotesi investigativa favoriva la Juve?».
Auricchio: «No».
Lei che ha atteggiato nell’informativa tutte queste condotte messe in campo, le pare logico (non è la domanda) che il sorteggio..».
Capuano: «C’è opposizione».
Casoria: «Avanti avvocato..».
Trofino: «Lo so che dispiace che questa associazione era così sgangherata che poi ha fatto tutto per mettere in campo nella partita più importante tre arbitri nemici..»
Trofino: «Ha fatto delle indagini per sapere se Trefoloni era amico della Juventus?».
Auricchio: «Essendo Trefoloni l’arbitro portato da Bergamio, sicuramente..».
Trofino: «Indagini colonnello, indagini».
Auricchio: «Trefoloni non è indagato. Abbiamo svolto indagini, Trefoloni è stato anche sentito..».
Trofino: «Che è fuori..».
Auricchio: «Se la domanda è se è sotto processo ho già risposto, se la domanda è diversa e allora..».
Trofino: «Alla luce di quella che è stata la sua osservazione su Reggio Calabria, vuol dire che Paparesta era amico della Juventus?».
Auricchio: «La domanda?».
Trofino: «Gliene faccio un'altra così facciamo prima. Le risulta che Trefoloni, quando è stato sentito da lei ha deposto contro Bergamo?».
Auricchio: «Non lo ricordo».
Trofino: «Ha accusato Bergamo. Lo ricordo io, poi lo documenteremo».

Trofino annuncia che sta per concludere il suo controesame precisando che si occupa solo del reato associativo e non di partite.

Moggi - De Santis

Trofino: «Vorrei andare alle sue osservazioni sui rapporti Moggi - De Santis. Mi pare di aver capito nelle passate udienze, allora quando le difese le hanno posto delle domande relative al risultato di alcune intercettazioni come quella di Tosatti a Moggi, dove a Moggi dice quella serie di cose (non siete più nessuno, siete alla frutta e Moggi risponde che De Santis è figlio di p. e questa espressione la userà anche con la Fazi..) e Tosatti fa un’osservazione: delle 5 partite arbitrate da De Santis, delle 5, 2 o forse 3 perse per l’arbitraggio di De Santis. Lei a questo punto incalzato dalle domande dei mie colleghi, ha detto ad un certo punto si era sdoganato, faceva finta.. era preoccupato da un’indagine napoletana su Palanca e Gabriele - peraltro anche prosciolti - ed essendo preoccupato cercava di metteva in campo un comportamento corretto. Questa sua considerazione che De Santis abbia cambiato regime perché preoccupato di quanto stava accadendo nell’indagine di Napoli; lei questa considerazione, da quali atti investigativi certi precisi e certamente da lei fatti la ricava o la ricavava?».
Auricchio: «È una valutazione, la ricavo da un’attività di intercettazione complessiva».
Trofino: «È un valutazione».
Auricchio: «L’ha chiesto lei.."la sua valutazione.."».
Trofino: «Lei ha risposto che era stato sdoganato».
Auricchio: «Dal complesso delle attività investigative che sono state raccolte».
Trofino: «Si, mi citi un fatto specifico».
Auricchio: «Quello che lei banalizza come il timore dell’inchiesta napoletana, si è vero sono stati assolti, però in quel momento, Palanca e Gabriele rappresentavano un problema di collegamento per De Santis..».
Trofino: «Colonnello, quali indagini ha fatto per capire che lui fosse preoccupato dall’indagine napoletana?».
Auricchio: «Sono elementi fatti a riscontro delle attività di intercettazione telefonica».
Trofino: «Quali?».
Auricchio: «Le intercettazioni telefoniche».
Trofino: «Quale è l’elemento investigativo dal quale trae lei la convinzione che dopo quelle date, dal momento che le dimostriamo che De Santis affossa la Juve in tre partite, e sarebbe un nostro associato..Le sto chiedendo quando lei risponde dice era passato dall’altra parte perché preoccupato, da cosa l’ha dedotto, da quali atti investigativi?».
Auricchio: «Innanzi tutto le partite sono due non tre quelle che abbiamo ricordato».
Trofino: «Se vogliamo contestare anche i numeri».
Trofino: «Risponda alla domanda, voglio sapere in base a..».
Auricchio: «In diverse intercettazioni..».
Trofino: «Quali?».
Auricchio: «Le devo indicare?».
Trofino: «Perché vorrei capire, io non le ho trovate».

Il computer non si riaccende!

Auricchio: «Abbiamo il computer che è saltato».
Trofino: «Lei ovviamente non ricorda nessun atto fatto da lei direttamente o dai suoi uomini?».
Casoria: «Avvocato l’ha detto, solo intercettazioni, ora le trova e ce le dice. Avanti».

Il computer non riparte..

Casoria: «Dobbiamo trovare queste intercettazioni su questo timore di De Santis».
Trofino: «No. Da dove si ricava che lui fa parte dell’associazione:é uno dei soci costitutivi dell'associazione».

Trofino: «Io avevo finito era l’ultimo tema. Non so mi dica lei, ho un'altra domanda, la posso fare alla prossima udienza o no..».
Casoria: «Teniamo presente, quando leggeremo le intercettazioni, vedremo se troveremo questo timore di cui ha parlato».
Trofino: «Non era il timore. Io volevo, non la prova, l’indizio dello sdoganamento…, non mi interessa sapere se lui era preoccupato per il processo di Napoli, ma bisogna mettere in relazione questa preoccupazione al concetto che si sdogana. Ma le partite non erano 3 ma 4, c’era anche la supercoppa dove pure ci ha fatto i casini che ci ha fatto».
Casoria: «Il teste ha dichiarato che era una sua valutazione sostanzialmente, fondata sul contenuto delle intercettazioni, ma sempre una sua valutazione».
Trofino: «Il tribunale capisce che, uno dei soci dell’associazione che è De Santis, anzi il principale cardine con Moggi, che va contro lo scopo di questa organizzazione, aveva un’ipotesi rilevante. Nel momento in cui gli contestiamo telefonate che vanno proprio nel senso contrario, dice si era sdoganato. Credo sia rilevante sapere da quale elemento è stato sdoganato».
Casoria: «Ha risposto una sua valutazione fondata sul contenuto delle telefonate».
Trofino: «Prendo atto e le dico che ho concluso l'esame».

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