Tra poche ore riprenderà a Napoli il processo su Calciopoli, un'udienza che riserverà, con molta probabilità, altre indiscrezioni. Nelle giornata di ieri, intanto,
Giuseppe Gazzoni Frascara, ex presidente del Bologna Calcio, ha rilasciato un'intervista in cui parla ancora una volta su quanto accaduto e su quanto sta accadendo nel mondo del calcio.
Ecco alcuni dei passaggi più significativi.
«...non pensavo che Moggi avesse un controllo così stretto degli arbitri. Se penso a una partita, mi viene in mente Bologna-Juve (dicembre 2004) con l’arbitro Pieri che assegnò a quattro minuti dalla fine una punizione dubbia che permise alla Juve di espugnare il Dall’Ara».
«..il nome di Calciopoli contribuisce a far aumentare la tiratura dei giornali, ma, mi ripeto, non ho letto telefonate nuove. Quella di Facchetti addirittura sembrerebbe tarocca, comunque saranno i Pm ad esprimere un giudizio».
«...poi bisogna scindere le situazioni: un conto è fare una telefonata per chiedere un numero di telefono, un conto è fare la griglia».
«...le telefonate più significative sono state fatte dalle squadre di alta classifica, poi c’erano alcune piccole squadre che erano vicine a Moggi. Io ho vissuto 12 anni questa storia, so come funziona».Commentare gli ennesimi pensieri del Gazzoni Frascara lo trovo una grande perdita di tempo, voglio solo soffermarmi su due punti ben precisi: a) come fatto dal team capitanato dal colonnello Auricchio, anche Gazzoni Frascara riesce a rifarsi ad incontri che, secondo l'opinione pubblica e magari la Pravda rosa, sono stati "pilotati", a quattro minuti dalla fine, da una punizione dubbia; b) dice di aver vissuto per dodici lunghi anni i "magheggi" fatti tra le piccole squadre e Luciano Moggi, sapendo come funzionavano certe cose.
Un consiglio: domani pomeriggio, invece di andare a raccontare storie a destra e a manca, si diriga verso Napoli, magari ad ascoltare, ancora una volta, come funzionavano le cose.