A metà aprile 2007, vale a dire circa tre anni fa, la Commissione Disciplinare della Lega Calcio inflisse ad Enrico Preziosi, presidente del Genoa, cinque anni di inibizione in seno alla Figc, con proposta di radiazione. Non torniamo sull’argomento, più volte raccontato sul nostro sito e all’interno del nostro forum. Ciò che conta è che, da allora, anche se la sua costante presenza quando c’è di mezzo il Genoa non lo lascerebbe intendere, il sig. Preziosi ha l’obbligo di rimanere completamente fuori dal mondo calcistico. Di fatto, la sua posizione è identica a quella di Luciano Moggi: per farci un’idea della situazione, è bastato che Secco ammettesse di avere intrattenuto qualche telefonata con l’ex-Direttore Generale della Juve perché scattassero anche per lui provvedimenti disciplinari. Come tutti ricorderanno, due importanti rinforzi interisti, parliamo di Milito e Thiago Motta, sono arrivati a Milano l’estate scorsa proprio dal Genoa. A dare l’annuncio del trasferimento dall’Inter al Genoa fu lo stesso Enrico Preziosi, che il 20 maggio 2009 all’emittente TeleNord raccontò: «Ci siamo privati di due pedine importanti. Mi sono incontrato a colazione con il presidente Moratti e abbiamo raggiunto l'accordo ». Strano a dirsi, la procura sportiva, tanto solerte quando c’era da punire Secco per avere conversato al telefono con l’inibito Moggi, nulla trovò da eccepire sul fatto che Moratti si trovasse con l’ugualmente inibito Preziosi a discutere di mercato. Ma c’è di più. Il Codice di Giustizia Sportiva (art. 10 comma 1) recita: « Ai dirigenti federali, nonché ai dirigenti, ai tesserati delle società, ai soci e non soci di cui all’art. 1, comma 5 è fatto divieto di svolgere attività comunque attinenti al trasferimento, alla cessione di contratto o al tesseramento di calciatori e tecnici, salvo che avvengano nell’interesse della propria società. È fatto altresì divieto, nello svolgimento di tali attività, di avvalersi di soggetti non autorizzati e di avere comunque contatti con tesserati inibiti o squalificati. In questi casi gli atti, anche se conclusi, sono privi di effetto ». Insomma, il codice parla chiaro: è assolutamente vietato svolgere attività di “mercato” con soggetti inibiti. Nel caso in cui questo avvenga, eventuali trasferimenti concordati sono privi di effetto. In parole povere, questo cosa significa? Significa che i trasferimenti di Milito e Thiago Motta non sono validi. Quali effetti potrebbe comportare tutto ciò nell’attuale stagione? Milito è stato schierato in campionato 31 volte (19 reti), nelle coppe nazionali (Supercoppa e Coppa Italia) 5 volte (una rete) e in Champions League 9 volte (4 reti). Thiago Motta è stato schierato in campionato 22 volte (3 reti), nelle coppe nazionali 5 volte e in Champions League 6 volte. Per quanto riguarda il solo campionato, vale l’art. 17 comma 5, che così dispone: «La punizione sportiva della perdita della gara è inflitta, nel procedimento di cui all’art. 29, commi 7 e 8, alla società che fa partecipare alla gara calciatori squalificati o che comunque non abbiano titolo per prendervi parte». Quindi, essendo il tesseramento di questi due giocatori evidentemente irregolare, è logico attendersi che in ogni partita in cui anche solo uno dei due sia stato schierato (anche per pochi minuti) scatti la sconfitta a tavolino. Per la Champions League, le regole sono analoghe: qualsiasi partita che abbia visto in campo Milito o Thiago Motta deve essere considerata persa a tavolino. E allora ci chiediamo solo una cosa. Per richiedere la retrocessione dell’Inter, è davvero necessario andare a riascoltare vecchie registrazioni? No. È sufficiente rammentare il detto che recita: il lupo perde il pelo, ma non il vizio!
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