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Il Fatto di F. ZAGARI del 05/05/2010 07:25:07
Un paese lordo

 

Siamo un Paese con una cultura sportiva pari allo zero più assoluto, e su questo Giampiero Mughini ha perfettamente ragione, e le righe scritte a Dagospia sono lo specchio fedele, come sottolinea lo scrittore di comprovata fede juventina, di quel che noi siamo.
Il riferimento è la partita Lazio-Inter di domenica sera, dove, scrive testuale Mughini, "...la difesa biancoceleste schierata immobile al modo di cinque birilli mentre i giocatori interisti facevano quel che volevano. I fischi al meraviglioso portiere uruguagio che da solo (assieme a Zarate) faceva squadra contro l'Inter. La caciara di applausi all'Inter quando segnava. La prima partita di calcio della mia vita dove l'arbitro non ha mai fischiato un solo fallo, un solo contrasto, un solo tackle vigoroso, e questo perché mai i giocatori laziali hanno disturbato gli avversari...".
Intanto c'è chi si sdegna, la Roma, e chi vive tutto questo in maniera estranea (?), l'Inter, e chi cerca di dare fiato alle critiche, provenienti dal Palazzo, mentre in Lega si minimizza.
Lazio-Inter, insomma, ha infiammato ancor di più la polemica sulla regolarità del campionato.
Molti politici di fede giallorossa puntano il dito contro la scelta della Lega Calcio di non far disputare le ultime quattro giornate di campionato in contemporanea, come successo lo scorso anno. Dopo la sfogo del presidente della Roma, Rosella Sensi, il dirigente giallorosso Gian Paolo Montali è tornato sull'argomento affermando che lo spettacolo offerto "dovrebbe provocare l'indignazione di chi in questo paese si occupa di sport". Precisando poi che "in questa vicenda, l'Inter non c'entra niente, e quando la presidente Rosella Sensi dice che lei in quelle condizioni si sarebbe vergognata, non si riferisce certo ai nerazzurri. Vedere una squadra così forte, così nobile come l'Inter, dover giocare in quelle condizioni è stato imbarazzante. Ieri è stata una brutta pagina di questo sport, che oggi dovrebbe essere listato a lutto". Per il presidente Massimo Moratti, l'Inter va tenuta fuori dalle polemiche. "Quello che è successo con i tifosi è un problema fra Roma e Lazio, non so di cosa mi dovrei vergognare io", ha detto il patron nerazzurro. "Avere anche il loro pubblico dalla nostra parte forse è stato eccessivo, strano, ma la partita non è stata così facile, io ho sofferto fino alla fine. Il campionato, comunque, non è ancora finito". Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, ha parlato di "uno spettacolo deprimente, non c'è stata una partita di calcio in realtà. I calciatori della Lazio, con un unica eccezione del portiere, hanno dato per scontato il risultato in maniera esplicita, poi i tifosi possono fare ciò che vogliono". "Secondo me - ha proseguito Cicchitto - non si aprirà nessuna inchiesta, ma se ci fosse un'occasione per farla sarebbe questa. Ne abbiamo avuti molti di campionati truccati, ma questo è stato segnato in maniera non positiva". Parla da tifoso, Francesco Coluccio, questore della Camera e presidente dell'Inter club Montecitorio spiegando che "i neroazzurri non hanno bisogno di favoritismi o dell'aiuto di nessuno". Paolo Cento, presidente del Roma Club Montecitorio, è intervenuto sul tema della contemporaneità, per altro voluta dalla Lega calcio e quindi dagli stessi presidenti delle società per garantirsi maggiori introiti in termini di incassi televisivi: "Il vizio è all'origine: per evitare il condizionamento dato dai risultati precedenti bisogna giocare tutti alla stessa ora. Anziché occuparsi di tessera del tifoso, il mondo del calcio dovrebbe darsi regole certe e trasparenza". E i senatori del Pd Roberto Della Seta e Raffaele Ranucci preannunciano in merito un'interrogazione parlamentare: "Chiediamo al Presidente del Consiglio, se questa situazione non alteri la regolarità del campionato italiano". Getta invece acqua sul fuoco il presidente della Lega calcio Maurizio Beretta, il quale ha definito "un falso problema" il dibattito relativo alla necessità di far giocare tutti i match in contemporanea. "Dobbiamo tener conto delle esigenze delle televisioni", ha detto Beretta. "All'inizio della stagione si sa in quali giornate c'è l'allineamento del calendario. Lo decidono con grande responsabilità i presidenti. Una volta che si sceglie la strada va difesa. Penso che la contemporaneità sia un problema molto marginale. In queste giornate abbiamo visto squadre già condannate che hanno continuato a giocare, abbiamo visto bellissimi esempi sportivi. Dobbiamo fare un grande sforzo affinchè si riducano le tensioni. Abbiamo bisogno di un po' più di serenità attorno allo straordinario fenomeno che è il calcio italiano. Da noi, una settimana ci sono critiche perchè si spostano i calendari. Nella settimana successiva ci sono critiche perchè non si spostano i calendari".
Rossella Sensi si è sfogata, Montali ha denunciato chi si occupa di questo sport, Moratti dice che Lui non si deve vergognare di niente (opinioni), Cicchitto parla di tanti campionati truccati senza sapere nemmeno quel che dice. Allora penso una volta di più che abbia ragione Mughini, per due semplici motivi: 1) Immaginate se al posto dell'Inter, in un qualsiasi campionato, ci fosse stata la Juventus... il resto, credo, che potete solo immaginarvelo; 2) La squadra nerazzurra non meritava nulla di tutto questo, da quanto oggi è forte e forse imbattibile, come lo era una certa Juventus prima che venisse assassinata.
Succede dunque che uno dei più bei finali di campionato del nostro calcio recente sia lordato da una farsa e da un inganno. Il fatto è che tutto questo noi italiani ce lo meritiamo: perché questo noi siamo nel calcio e altrove.
 
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