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Udienze Processi di E. LOFFREDO del 21/05/2010 07:40:44
Calciopoli, Cuttica e Vignaroli

 

Tribunale di Napoli – Udienza del 11 maggio 2010, audizione Cuttica e Vignaroli


Esame del teste Cuttica

Capuano: «Buongiorno Cuttica, lei è stato arbitro poi assistente nella sua carriera».
Cuttica: «Ho arbitrato per 5 anni in serie C e poi per 6 anni sono stato assistente in serie A».
Capuano: «Può riferire gli anni in cui è stato assistente in serie A? ».
Cuttica: «Sono stato assistente dal 2000 al 2006».
Capuano: «Al 2006. Arbitrava partite di A e di B, più o meno».
Cuttica: «All’inizio quasi esclusivamente serie B, poi man mano serie A».
Capuano: «Chi era il suo referente quando era assistente?».
Cuttica: «Il responsabile degli assistenti negli anni in ero assistente in serie A è stato prima G. Mazzei, poi Narciso Pisacreta».
Capuano: «Aveva modo di parlare telefonicamente con Mazzei prima della gare che andava..».
Cuttica: «G. Mazzei, che seguiva il gruppo degli assistenti, chiedeva che prima delle partite, quindi alla mattina, ci si facesse una telefonata, più che altro a livello di concentrazione per valutare insieme episodi di moviola che potevano essere utili, avvenuti nelle settimane precedenti, per fare un focus sulle criticità che potevano essere emerse nelle ultime settimane».
Capuano: «Nel periodo in cui lei aveva questi colloqui telefonici con Mazzei, chi erano i designatori arbitrali?».
Cuttica: «Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto».
Capuano: «Ha avuto modo di sentirli e chi?».
Cuttica: «Premesso che noi assistenti più che altro facevano più riferimento a Mazzei, però è capito telefonate di rito per chiedere disponibilità o per gli auguri di Natale insomma. C’è stata una sola telefonata che feci a tutte e due dopo un episodio particolare, di una partita, Livorno-Cagliari, in cui era successa una cose molto particolare, del tipo io avevo assegnato un rigore, c’era stato tutta un tentativo di aggressione nei mie confronti e come da disposizioni in casi eccezionali, dovevamo riferire all’organo tecnico».
Capuano: «Allora lei riferì..».
Cuttica: «Furono le uniche telefonate che io feci».
Capuano: «A chi?».
Cuttica: «Pairetto e Bergamo la sera stessa di questa partita».
Capuano: «Chi chiamò».
Cuttica: «Entrambi».
Capuano: «E cosa le dissero».
Cuttica: «Nulla,loro probabilmente avevano già visto l’episodio, mi tranquillizzarono e nello specifico che avevo fatto quello che il regolamento diceva di fare, anche con coraggio».
Capuano: «Veniamo ad una partita che lei ha arbitrato in Tunisia. Ricorda il periodo, il giorno più o meno?».
Cuttica: «Penso fosse la primavera del 2005».
Capuano: «Si, che partita era e più che altro con chi si recò in Tunisia e come venne destinato..».
Cuttica: «Mi sembra la finale dell’ultima giornata del campionato tunisino, perché gli arbitri italiani per problemi interni alla federazioni tunisina, spesso venivano chiamati per dirigere le gare decisive. Quella volta fui designato… del campionato..fui designato due volte, una volta la terna era Dondarini e assistente Puglisi, mentre un’altra volta ..l’arbitro Pieri e l’altro assistente onestamente in questo momento..».
Capuano: « Rimaniamo a questa volta, aprile 2005 in cui si recò in Tunisia insieme a Dondarini e Puglisi. Quanto tempo siete stati li e se avete alloggiato nello stesso albergo».
Cuttica: «Si, stesso albergo che prenotava..viaggio organizzato dalla federazione tunisina.. Siamo stati, adesso ora non ricordo, in quale giorno fosse la partita in genere siamo partiti il giorno della partita per rientrare.. il giorno dopo la gara perché non c’erano più aerei ..3 gg».
Capuano: «In quell’occasione ebbe modo di parlare con il Pugliesi delle designazioni fatte da Bergamo e Pairetto e raccogliere anche dei suoi sfoghi?».
Prioreschi: «Opposizione presidente, chiedo scusa, il teste non può certamente riferire cosa gli ha detto Puglisi perché Puglisi è imputato in questo processo e quindi non può».
Capuano: «Non è teste di polizia giudiziaria a mia memoria; può riferire poi al limite il Puglisi potrà modificare quanto riferito in sede di interrogatorio».
Cuttica: «Indubbiamente stando 3 giorni con un collega si parla. Puglisi era persona molto critica rispetto alla gestione della Can».
Capuano: «Quando dice gestione della Can a chi si riferisce?».
Cuttica: «Dico agli organi tecnici della Can, Paolo Bergamo, Pairetto e Mazzei perche sosteneva, diceva che.. quello che poi ho letto sui giornali».
Capuano: «Cosa diceva a lei?».
Cuttica: «Praticamente commentava, sosteneva sempre che le partite della Juventus erano blindate cose di questo genere..».
Capuano: «Non ho sentito, sosteneva che le partite della Juventus erano».
Cuttica: «Blindate».
Capuano: «Blindate si. E approfondiva questo argomento? ».
Cuttica: «Chi conosce Puglisi, sa che è persona vulcanica».
Capuano: «Noi non lo conosciamo, nemmeno il collegio..».
Cuttica: «Lui aveva questo atteggiamento molto molto critico e quindi non perdeva occasione per qualunque errore, qualunque tipo di designazione, Puglisi aveva dei file con le designazioni di tutti gli anni, teneva statistiche, faceva tutti i conteggi particolari e quindi commentava di queste sue statistiche piuttosto».
Capuano: «Cosa rappresentavo queste statistiche, piuttosto che il commento, non le conosciamo..soprattutto il collegio non le conosce».
Cuttica: «Vabbè per esempio teneva la statistica di tutti gli assistenti, quante partite facevano in serie A, quante volte facevano determinate squadre, che tipo di partite facevano».
Capuano: «E perché questo, lui le collega al fatto che le partite della Juventus fossero blindate?».
Cuttica: «Perché lui…Poi per carità ci sarebbe da chiederlo a lui».
Capuano: «Se glielo ha rappresentato, se non glielo ha rappresentato non..».
Cuttica: «Diceva genericamente che erano blindate perché c’erano sempre gli stessi assistenti che andavano, facevano le stesse squadre; che c’era un gruppo chiuso di assistenti che venivano utilizzati sempre per le stesse squadre».
Capuano: «Quando lei allude alle stesse squadre, allude a squadre particolari?».
Cuttica: «Lui faceva riferimento a squadre di vertice, Juventus, Milan, Inter».
Capuano: «Lei mi sta dicendo che gli stessi assistenti venivano designati tutti e assistevano a Juve Milan e Inter?».
Cuttica: «Lui sosteneva che, magari era anche uno sfogo personale, era a fine carriera non si sentiva nè valorizzato; lui sosteneva che c’era un gruppo di assistenti con cui venivano gestiti sostenuti i campionati di queste squadre».
Capuano: «C’è un esempio che le faceva il Puglisi per rappresentare questo comportamento degli assistenti a vantaggio o per blindare le partite della Juve?».
Prioreschi: «Opposizione, presidente la domanda sull’esempio».
Capuano: «C’è una circostanza che lei ricorda».
Cuttica: «Ora io onestamente dire una partita particolare..».
Capuano: «Per sollecitare la memoria del teste, dal verbale di sommarie informazione reso dal signor Cuttica il 10.06.2006, agli uff. del nucleo provinciale, II sezione del comando carabinieri, lui riferisce, leggo tutto il periodo ” Il teste a questo punto non esclude che nel corso della conversazione avvenuta in albergo il Puglisi abbia potuto soffermarsi argomentando circa l’esistenza, la presenza di pressioni effettuata dai designatori, chiaramente effettuate sempre in maniera larvata tanto da indurre a condizionare le scelte arbitrali da assistenti. A tal proposito solo ora mi viene in mente che il Puglisi usava fare, faceva l’esempio che la bandierina dal lato juventino era sempre più pesante in caso di segnalazione favoriva i bianconeri».
Cuttica: «Questo lui diceva.. quando lei mi ha parlato di un esempio avevo capito una partita ..».
Capuano: «Che cosa voleva.. ».
Cuttica: «Parlare per interposta persona mi risulta…io ho capito che lui.. bandierina pesante io l’ho intuita che non si alza».
Casoria: «Bene andiamo avanti, non si alza la bandierina».
Capuano: «Ha mai parlato con Puglisi della partita Fiorentina-Messina».
Cuttica: «Si è avvenuta poco prima di un raduno, l’ultimo della Can di quella stagione. Io abitavo ad Alessandria, Puglisi a Voghera e alla mattina siamo andati a Firenze per il raduno a Covercinao e abbiamo avuto modo di parlare della partita».
Capuano: «Come l’avete commentata, cosa successe, se ci furono episodi che la coinvolgono».
Cuttica: «C’e stato un episodio, l’episodio é avvenuto a 5 minuti alla fine del secondo tempo. C’è stato un contrasto sotto di me, secondo me falloso; il calciatore della Fiorentina che era in vantaggio 1 a 0, l’attaccante della Forentina che aveva subito il fallo aveva accentuato di molto per fare scena, più che altro però per perdere tempo; aveva subito si un fallo ma non dell’entità…e quindi rimanendo lui a terra divincolandosi e l’arbitro che mi sembra fosse Nucini, é venuto verso di me chiedendomi se c’era stata una violenza e io gli risposi di no e che secondo me stava fingendo e che ci stava e secondo me c’erano gli estremi per un cartellino giallo per una condotta antisportiva, perché secondo me stava simulando di aver subito una violenza per perdere tempo.. da qui Nucini decise di ammonire il giocatore della Fiorentina, per lui era la seconda ammonizione e quindi fu espulso».
Capuano: «Ricevette una telefonata, ebbe modo di parlarne con i designatori per questo episodio? ».
Cuttica: «Questa era una partita di un turno infrasettimanale, mi sembra mercoledì sera. Io per quella trasferta decisi di ritornare ad Alessandria dopo la partita avevo preso il giorno dopo di ferie e alla mattina, alle 07:30-8:00 fui svegliato dalla telefonata a casa di P Bergamo».
Capuano: «E che cosa le disse?».
Cuttica: «P. Bergamo era furioso perché sosteneva di aver rivisto le immagini; al momento della telefona io non le avevo ancora viste, avevo viaggiato, sosteneva che il contatto c’era stato e che era anche un contrasto importante e che questa mia decisione aveva determinato l’espulsione del giocatore della Fiorentina».
Casoria: «Chi era?».
Cuttica: «Non ricordo».
Capuano: «Forse Maggio?».
Casoria: «Vabbè non ricorda».
Cuttica: «E questo fatto aveva determinato, sostanzialmente mi imputava il fatto che la Fiorentina fosse rimasta in 10 e in questo modo fosse stata “penalizzata” anche perché successivamente dopo l’espulsione del giocatore della Fiorentina il Messina in 11 contro 10 segnò il gol del pareggio».
Capuano: «Dopo quella partita proseguì ad arbitrare più in serie A?».
Cuttica: «No, dopo quella partita non ho più svolto le funzioni di assistente in serie a per quel campionato».
Capuano: «Ritornando un attimo a quanto le riferiva Puglisi, cosa ..le faceva i nomi di questi che erano gli assistenti che andavano sempre ad arbitrare le stesse quadre..? ».
Cuttica: «Si».
Capuano: «Chi erano?».
Cuttica: «Cenniccola, Maggiani, Geminiami.. qualche nome lo faceva come esempio, di questi assistenti che a suo giudizio arbitravano sempre le stesse squadre».
Capuano: «Lei si trovava d’accordo?».
Cuttica: «Ma io onestamente ho sempre avuto un approccio molto..., per me l'arbitraggio è stata la passione di una vita, io non sono mai stato molto analitico in queste cose. Io mi accontentavo di andare ad arbitrare, di divertirmi e di vivere la mia passione fino in fondo».
Capuano: «Voi avevate dei giudizi, delle valutazioni, si stilava una sorta di classifica...»
Cuttica: «Sì, allora, nell'AIA ad ogni partita l'osservatore assegna un voto agli arbitri e agli assistenti; sulla base di questi voti a fine anno viene stilata una classifica».
Capuano: «Lei quell'anno come si è piazzato?»
Cuttica: «Le classifiche nell'AIA sono segretate, non è accessibile la classifica. Io ho avuto modo di vederla a Roma nel verbale che mi è stato sottoposto dai carabinieri. Io con enorme stupore ero tra i primissimi assistenti della graduatoria».
Capuano: «Quell'anno lei ha mai fatto l'assistente in partite della Juventus? »
Cuttica: «No, mai».
Capuano: «Ha avuto modo di constatare se questi nomi che mi ha fatto prima invece..., innanzitutto rispetto a queste votazioni come erano posizionati, al vertice? »
Cuttica: «Indubbiamente...Premesso: io l'anno dopo mi sono dimesso, perché a me, vedere questa classifica, mi fece molto male. Il fatto che nelle ultime posizioni della classifica ci fossero assistenti, magari internazionali, che facevano partite di cartello e trovarmi nei primi posti della classifica e non aver avuto mai un trattamento di riguardo, di riconoscimento come altri, beh questo è stato per me un'epifane alla James Joice»
Capuano: «Presidente io non ho altre domande».


La difesa di Pairetto vuole porre una domanda al teste.


Avv. Tornincasa: «Lei ha già precisato che i suoi rapporti con Bergamo e Pairetto si limitavano a semplici manifestazioni augurali. Con riferimento in particolar modo a Pairetto, lei ha mai ricevuto nel periodo in cui è stato assistente arbitrale, prima CAN C e poi A e B, pressioni da parte di Pairetto per agevolare questa piuttosto che un'altra squadra del campionato?»
Cuttica: «Assolutamente no, assolutamente no».
Tornincasa: «Non ho più domande».


Interviene per espletare il proprio controesame l'avvocato Cirillo, difesa Mazzei.


Cirillo: «Lei è stato assistente CAN per quanti anni?»
Cuttica: «Sei».
Cirillo: «Durante la sua permanenza alla CAN qual era il compito di Mazzei?»
Cuttica: «All'interno della commissione era il responsabile degli assistenti arbitrali».
Cirillo: «Era responsabile cosa vuol dire? Curava anche la formazione...»
Cuttica: «Beh sì, diciamo che era la persona deputata alla crescita e alla formazione degli assistenti, tanto è vero che nei raduni a Coverciano teneva lui le riunioni per gli assistenti, sempre coadiuvato dai responsabili, che erano Pairetto e Bergamo ovviamente».
Cirillo: «Quando lei aveva una designazione, quali erano le disposizioni che il signor Mazzei le dava? Lei doveva avere contatti con il suo designatore, che era Mazzei?»
Cuttica: «Mazzei a noi assistenti chiedeva un contatto prima della partita. Talvolta telefonava lui, altre volte chiamavamo noi. La domenica mattina c'era questo “rito”. Più che altro penso per tenere alte l'attenzione e per creare una sorta di gruppo tra gli assistenti».
Cirillo: «Quindi lei questi contatti con il signor Mazzei come li interpretava, come una sorta di incoraggiamento per un migliore livello tecnico? »
Cuttica: «L'ho detto prima, al di là dell'aspetto del creare gruppo e dell'essere in sintonia col designatore, poteva essere lo spunto per puntualizzare degli episodi avvenuti magari il giorno prima (nell'anticipo del sabato, ndr) su cui valeva la pena di essere particolarmente attenti qualora si fossero verificati».
Cirillo: «Quindi, per riassumere: era un contatto per creare in voi un livello tecnico e motivazionale».
Cuttica: «Sicuramente sì»
Cirillo: «Lei ha avuto mai percezioni che queste telefonate fossero fatte per un secondo fine? »
Capuano si oppone: «Presidente, si chiede una valutazione». Certo, quando non gli fanno comodo...
Casoria: «Eh vabbè, qua si fanno sempre valutazioni. Andiamo risponda ». Ué pm, la giudice ti ripaga con la stessa moneta.
Cirillo: «No, io onestamente non ho mai interpretato la telefonata ricevuta come un diktat o una volontà da parte di Mazzei di indirizzarmi in qualche modo. Assolutamente».
Cuttica: «Va bene. Presidente grazie, non ho altre domande».


Avvocato Prioreschi, difesa Moggi.


Prioreschi: «Anzitutto, lei ricorda quanto è durato il suo esame dai carabinieri?»
Cuttica: «Emh..., tantissimo».
Prioreschi: «Se le dico dalle 9:40 alle 16:25, cioè sette ore».
Cuttica: «E' credibile. Senza un bicchiere d'acqua...»
Prioreschi: «Senza un bicchiere d'acqua?!» Lo volevano prendere per sfinimento fisico? «Per quattro pagine di verbale?»
Cuttica: «Sì».
Prioreschi: «E come è stato il clima di questo interrogatorio?»
Cuttica: «Premesso che non ero mai entrato in una caserma dei carabinieri, come oggi è la prima volta che entro in un tribunale, quindi... Sono uscito da quel giorno veramente scosso, perché dopo ci sono state altre tre ore in FIGC».
Prioreschi: «A parte la FIGC, a me interessano le sette ore con i carabinieri».
Cuttica: «Indubbiamente scosso».
Prioreschi: «E' stato pressato? Le domande erano incalzanti? E' stato sollecitato? Le domande sono state fatte...?»
Cuttica: «L'atteggiamento non era proprio quello della chiacchierata tra amici. Ho sentito delle intercettazioni, ho visto questi verbali di classifiche... Sì, le domande sono state incalzanti, son partite dal periodo passato insieme a Puglisi, poi c'è stata tutta una disquisizione su questo famoso Fiorentina-Messina, per poi chiudere l'interrogatorio con le classifiche».
Capuano interviene per evidenziare che nel verbale (quello di quattro pagine di cui sopra) si dà atto dell'ascolto di due telefonate.
Prioreschi: «Una precisazione: rispondendo alla domanda del pubblico ministero sugli assistenti che in teoria erano pro Juve, ha riferito che c'era anche Ceniccola. Ora io le contesto che lei il 10 giugno 2006 ai carabinieri ad analoga domanda, “Consolo, Maggiani, Ricci, Baglioni e Geminiani”. Ceniccola non c'è, l'ha aggiunto stamattina»
Cuttica: «Probabilmente come mi sono dimenticato di due o tre nome cinque anni fa, oggi ne ho aggiunto un altro».
Casoria: «Oggi si ricorda che Puglisi ha detto Ceniccola anche?»
Cuttica: «Sì, lui faceva tutti questi nomi, erano poi cinque/sei nomi».
Prioreschi: «Senta, si ricorda per quale squadra faceva il tifo Puglisi?»
Cuttica: «Indubbiamente il Milan».
Prioreschi: «Grazie, non ho altre domande».


La solita domanda rapidissima dell'avvocato Trofino.


Trofino: «Lei sa, che quando cominciava l'anno arbitrale voi eravate soggetti a esprimere una serie di notizie in un questionario che vi veniva posto. Lo ricorda?»
Cuttica: «Sì, era una prerogativa dell'associazione italiana arbitri».
Trofino: «Ricorda che in quel questionario era anche contenuta una voce che faceva riferimento ad eventuali amicizie con dirigenti di calcio? Eravate tenuti a dichiarare se qualcuno di voi era amico di un dirigente o di un arbitro»
Cuttica: «Allora, diciamo che la preclusione è automatica a livello provinciale. Eravamo tenuti a dire se avevamo rapporti di lavoro o di parentela... »
Trofino: «...o di “amicizia con dirigenti di calcio”, c'era una voce specifica? »
Cuttica: «”Di amicizia” non mi pare»
Trofino: «Non se lo ricorda».
Cuttica: «No, no mi pare fosse richiesto. C'erano rapporti di lavoro, di interesse, familiari con società o dirigenti di società o calciatori»
Trofino: «Perfetto, non ho altre domande. Grazie».


Avvocato De Vita, difensore di Paolo Bergamo.


De Vita: «Lei ricorda la data della partita Fiorentina-Messina?»
Cuttica: «La data esatta no, ritengo fosse aprile 2005».
De Vita: «20 aprile 2005, è possibile?»
Cuttica: «Sì, possibile».
De Vita: «Lei ricorda che giornata era?»
Cuttica: «Saranno mancate tre o quattro giornate alla fine del campionato »
De Vita: «Tredicesima, può essere?»
Cuttica: «Sì, ce n'erano diciassette».
De Vita: «Lei ricorda prima di allora quante altre volte aveva arbitrato, almeno nel girone di ritorno?»
Cuttica: «Nel girone di ritorno..., ma, mi sembra che quell'anno lì ho fatto dieci partite in serie A»
De Vita: «Se le dico che prima di quella partita lì lei ha arbitrato nel girone di ritorno alla decima e alla quarta giornata? Conferma? Due partite...»
Cuttica: «Sì sì».
De Vita: «Grazie, non ho altre domande».

L'avvocato Trofino riprende la parola per «completare una domanda con una conseguenza, e cioè: nel caso vi fossero state quelle dichiarazioni rispetto a rapporti di interesse eccetera, qual era la conseguenza?».
Cuttica: «Che l'arbitro avrebbe avuto la preclusione per quella squadra».
Trofino: «Perfetto, grazie».

Assodato che non ci sono altre domande il teste viene licenziato dal Presidente.


Viene introdotto il teste Vignaroli Fabio.


Il pm fa ricordare al teste che nella stagione 2005/06 aveva giocato prima con il Modena e dal mese di gennaio con il Parma.
Capuano: «Lei ricorda l'incontro Lecce-Parma del 29 maggio 2005?». Al pm che chiede anche il risultato della gara, dell'importanza della partita e dell'arbitro, il teste risponde secondo le attese.
Capuano: «Ricorda cosa successe di rilevante in quell'incontro?»
Vignaroli: «Sì sì. Che riguarda la mia persona, nel secondo tempo a un'espulsione di un giocatore, precisamente di Contini, io mi sono avvicinato al signor De Santis aggredendolo verbalmente, gli ho riferito che eravamo andati là per vincere, non per altri risultati. Secondo noi, secondo la nostra squadra, avevamo subito dei torti abbastanza evidenti»
Capuano: «A che cosa si riferiva quando lei diceva che avevate subito dei torti? »
Vignaroli: «Nel senso che, ovviamente sempre riferiti ad una gara sportiva, sembrava di avere un arbitraggio contrario. Inoltre avevamo dei giocatori diffidati ed erano stati tutti ammoniti, quindi per un eventuale spareggio. Avevamo subito anche un'espulsione, quindi eravamo abbastanza arrabbiati».
Capuano: «E quindi lei si rivolge a De Santis dicendogli che voi eravate andati lì per vincere».
Vignaroli: «E lui, col fischietto in bocca, mi ha detto: “questa non la vincete”».
Capuano: «”Questa non la vincete”. Dopodiché, l'espulsione di Contini era verso la fine?»
Vignaroli: «A dieci minuti, un quarto d'ora dalla fine. Dopodiché la partita è andata avanti e sul fischio finale è stato espulso Morfeo, e scendendo negli spogliatoi mi ricordo di aver aggredito, sempre verbalmente, il signor De Santis in maniera abbastanza pesante»
Capuano: «Chi la portò via?»
Vignaroli: «Mi sembra il direttore sportivo, Cinquini. C'erano dei carabinieri anche, c'era stato un po' di confusione»
Capuano: «Lei rappresentò a Cinquini perché aveva...?»
Vignaroli: «No, sul momento no, abbiamo discusso sul mio atteggiamento, poi abbiamo atteso la sentenza per la squalifica, è arrivata e ho preso poi una giornata sola e il mio direttore mi chiese come mai avevo preso solo una giornata, lui si aspettava minimo sei mesi di squalifica. Queste furono le parole del direttore sportivo».
Capuano: «E lei che cosa disse?»
Vignaroli: «Mi chiamò il mio allenatore, Carmignani, per sapere come mai mi ero arrabbiato così e io gli spiegai il fatto»
Capuano: «Lei cosa disse, quando la chiamò Minotti anche? Le comunicarono che aveva preso solo una giornata»
Vignaroli: «Erano molto contenti, noi andavamo a fare gli spareggi, avrei avuto l'occasione di fare (la gara di ritorno, ndr)...».
Capuano: «Lei cosa rispose a Minotti, diede una giustificazione?»
Vignaroli: «Mi ha detto, “come mai ti ha dato solo una giornata?”, e io risposi perché in campo mi aveva detto quella frase. E secondo me, sul momento sembrava una cosa, come per dire..., per tenere buone le cose, buoni i rapporti».
Capuano: «Presidente, procedo a una contestazione. Lei quando viene sentito l'otto giugno 2006, rappresentando questo rapporto telefonico che ha con Minotti nel momento in cui le comunica la squalifica solo per una giornata: “Questi (Minotti) mi comunicò il provvedimento del giudice sportivo, io dissi al Minotti che evidentemente il De Santis aveva la coscienza sporca”». Che elemento probatorio!
Vignaroli: «Sì».
Capuano: «Perché avrebbe dovuto avere la coscienza sporca?» Strano che né la difesa di De Santis né altre si oppongano a questa che sembra la richiesta di un parere personale del teste.
Vignaroli: «Perché lui ha detto “questa non ve la faccio vincere” e avendolo aggredito in quel modo, avrebbe avuto la coscienza sporca».
Capuano: «Sì. Lei per queste circostanze è stato sentito anche dall'ufficio indagini (della FIGC, ndr)?»
Vignaroli: «Sì».
Capuano: «Ha rappresentato questa stessa versione come l'ha detta oggi al collegio e a noi, o in qualche modo l'ha ridimensionata?»
Vignaroli: «La prima volta che sono stato sentito dalla giustizia sportiva ero andato con un tono minore, nel senso che avevo cercato di sdrammatizzare la cosa».
Capuano: «Lei su questa stessa circostanza risponde che la frase del De Santis, “questa non la vincete”, lei la interpreta “come una considerazione propria del direttore di gara sulla loro forza in rapporto a quella degli avversari”, ed inoltre la ritiene anche indirizzata a lui personalmente. Cioè era solo una considerazione calcistica?»
Vignaroli: «Allora, la prima volta che ho testimoniato davanti alla giustizia sportiva ho dato questa versione anche perché non credevo che ci fosse dietro qualcosa d'altro, che fosse solo una cosa tra me e lui e basta. Poi la seconda volta a Roma sono stato interrogato, mi hanno fatto vedere delle intercettazioni telefoniche e allora la frase poteva assumere un significato diverso».
Capuano: «Va bene». Va bene un par di ciufoli, hanno condizionato secondo convenienza le risposte di un teste!
Capuano è alquanto esitante nel porre le domande: «Prima di entrare in campo come l'ha vissuta dalla panchina questa partita? Quando lei entra in campo già ci sono state numerose ammonizioni e forse anche un'espulsione».
Vignaroli: «Sì, dicevo che sono entrato in campo anche abbastanza nervoso, per questo. Perché, secondo noi dalla panchina, avevamo subito dei torti, e mi riferisco anche ad ammonizioni di precisi giocatori che erano diffidati».
Capuano: «Sì. Presidente io per adesso non ho altre domande».

E hanno fatto venire una persona dall'Australia solo per fargli dire che dopo aver letto o ascoltato un'intercettazione ha riconsiderato una esternazione dell'arbitro De Santis?!? Plaudo all'onestà dei pm, se fossero stati in malafede avrebbero comprato una di quelle testimonianze (anche più solide) che si possono trovare a 500,00€ a Porta Capuana...


Interviene l'avvocato Froio per la parte civile “Fallimento Vittoria 2000” all'epoca detentrice della maggioranza del Bologna F.C.

Froio: «Perché lei in un primo momento davanti alla federazione ha pensato che potesse essere un fatto personale tra lei e il De Santis il fatto che le abbia detto quella frase?»
Vignaroli: «Pensavo fosse una partita abbastanza tesa, uno scambio di vedute tra me e il signor De Santis, quindi non davo un'importanza relativa a questo».
Froio: «Quindi solo in riferimento a questa partita, non per episodi precedenti che ci sono stati tra lei e il De Santis, precedenti scontri o altri problemi di questo genere?»
Vignaroli: «No, no, no».
Froio: «Un'altra cosa: se voi giocatori in campo, della sua squadra, dell'altra squadra attraverso le panchine conoscevate i risultati degli altri campi?»
Vignaroli: «Eravamo collegati per sapere il risultato degli altri campi».
Froio: «Quindi voi costantemente eravate informati dei risultati dalla panchina?»
Vignaroli: «Sì, perché noi ci giocavamo la retrocessione...»
Froio: «Sa se anche l'arbitro era a conoscenza dei risultati degli altri campi? Se il quarto uomo...?»
Vignaroli: «Non lo so».
Froio: «All'epoca le partite cominciavano in contemporanea?»
Vignaroli: «Sì, adesso non ricordo precisamente quali, ma dal tabellone, con le radioline si seguiva le partite».
Froio: «Quindi in campo voi giocatori conoscevate i risultati. Bene grazie».


Inizia il controesame della difesa di De Santis.


Avvocato Gallinelli: «Lei poc'anzi ha riferito che si avvicinò all'arbitro De Santis dicendogli che volevate vincere la partita. Perché ritenne di dover dire questa cosa, di esprimere questo suo pensiero all'arbitro?»
Vignaroli: «Perché in quel momento, anche dovuto al nervosismo, alla pressione così...»
Gallinelli: «Eravate molto nervosi voi?»
Vignaroli: «Sì».
Gallinelli: «Ma il De Santis le chiese qualche cosa riguardo appunto a...?»
Vignaroli: «No, no».
Gallinelli: «Quindi fu una sua espressione, diciamo autonoma e spontanea?»
Vignaroli: «Sì».
Gallinelli: «Lei ha riferito di episodi con riferimento a provvedimenti disciplinari, ammonizioni. Ci può indicare un'ammonizione che lei ha ritenuto palesemente ingiustificata, cioè in assenza di alcun comportamento del giocatore che aveva subito tale sanzione?»
Vignaroli: «Mi ricordo precisamente, anche se adesso non ricordo quali fossero i giocatori, dopo due minuti subito un'ammonizione, dopo tre minuti un'altra».
Gallinelli: «Al di là del provvedimento, se lei ha ritenuto che un giocatore non avesse fatto niente e l'arbitro andava e lo ammoniva. Se c'era una corrispondenza tra condotta e provvedimento sanzionatorio adottato?»
Vignaroli: «Chiaramente son tutte opinioni personali...»
Gallinelli: «Sì però c'era un fatto, poi è chiaro che era a discrezionalità dell'arbitro».
Vignaroli: «Secondo noi non erano da ammonizione».
Gallinelli: «Sì, ma chiedevo se c'era comunque un comportamento, una condotta posta in essere dal giocatore, una protesta, allontanare il pallone con un calcio... Le faccio un esempio che poi ha portato alla sanzione più o meno giusta secondo la sua valutazione soggettiva».
Vignaroli: «No, no, erano falli normali di gioco».
Gallinelli: «Lei è stato espulso in quella partita?»
Vignaroli: «A fine gara, non durante».
Gallinelli: «Ecco, lei ha detto che ha protestato, ha inveito. Ci può riferire cosa ha detto all'arbitro De Santis a fine gara?»
Vignaroli: «No, io mi ricordo di avere inveito».
Gallinelli: «Lei ritiene che quella sua espulsione, anche se a fine gara, fosse motivata da una sua condotta?»
Vignaroli: «Certo, certo. Sì, era sicuramente irrispettosa».
Gallinelli: «Lei ha avuto modo poi di leggere il referto arbitrale con riferimento al suo episodio? Lei poi è stato sanzionato dal giudice sportivo. Si ricorda chi fu il giudice sportivo che le comminò...?»
Vignaroli: «Non lo ricordo».
Gallinelli: «Lei si ricorda se in base a quell'atteggiamento irriguardoso lei si aspettava una molto più di una giornata di squalifica?»
Vignaroli: «Molte più giornate».
Gallinelli: «Ci fu anche una sanzione economica?»
Vignaroli: «Adesso non ricordo, ma non mi sembra».
Gallinelli: «Però non lo esclude?»
Vignaroli: «Non lo escludo».
Gallinelli: «Lei si ricordo se nel corso della partita i tabelloni erano accesi o spenti?»
Vignaroli: «Mi sembra fossero accesi».
Gallinelli: «Le sembra? »
Vignaroli: «Non mi ricordo più, però seguivamo i risultati alla radiolina».
Gallinelli: «Lei si ricorda quante e quali altre squadre all'ultima giornata lottavano» per non retrocedere?
Vignaroli: «Le altre partite fondamentali per noi erano Bologna-Sampdoria e Fiorentina-Brescia».
Gallinelli: «Erano importanti per lei, però nella lotta complessiva erano anche altre squadre coinvolte?»
Vignaroli: «Sì, erano anche altre».
Gallinelli: «Lei ha sentito o visto De Santis informarsi sui risultati delle altre partite mentre arbitrava?»
Vignaroli: «No, no».
Gallinelli: «Lei è subentrato al giocatore Contini Lei è entrato in campo a quale minuto? Non si ricorda?»
Vignaroli: «Saranno mancati venti, venticinque minuti».
Gallinelli: «Lei si ricorda qual era l'atteggiamento agonistico in campo dei giocatori del Lecce? Si impegnavano o meno?»
Vignaroli: «Si impegnavano »
Gallinelli: «Dopo aver raggiunto il punteggio di parità?»
Vignaroli: «No, no, era una partita aperta».
Gallinelli: «Lei non ricorda se ci fu nel secondo tempo una fase di stanca dei giocatori del Lecce?»
Vignaroli: «No». Il processo delle certezze.
Gallinelli: «Lei si ricorda Zeman, si alzò dalla panchina?»
Vignaroli: «Sì, mi ricordo, si alzò dalla panchina e andò dietro alla panchina a vedere...»
Gallinelli: «Perché si mise dietro alla panchina Zeman? »
Vignaroli: «Non lo so».
Gallinelli: «Ma con le spalle rivolte dove?»
Vignaroli: «Non lo so, so solo che l'atteggiamento suo era quello di stare dietro alla panchina».
Gallinelli: «A lei è sembrato strano vedere l'allenatore del Lecce... »
Vignaroli: «Io ho avuto Zeman come allenatore, tanto normale non era...»
Gallinelli: «Sì, ma in quella partita decisiva per la salvezza, che andasse dietro la panchina, si allontanasse dalla sua postazione, lei ritenne un comportamento anomalo questo? Collegò questo comportamento all'atteggiamento dei giocatori del Lecce in campo?»
Vignaroli: «No, perché i giocatori del Lecce in campo si stavano impegnando».
Gallinelli: «Oltre alle sanzioni disciplinari, De Santis adottò valutazioni che lei ritenne ingiuste? Mancata assegnazione di rigori, gol annullato?»
Vignaroli: «No».
Gallinelli: «Quindi lei si riferisce solo ai provvedimenti disciplinari? Non ci furono altre condotte arbitrali che lei ritenne ingiuste?»
Vignaroli: «No».
Gallinelli: «A lei è capitato altre volte di essere diffidato, di essere ammonito e quindi saltare le partite successive, o le successe solo quella volta? »
Vignaroli: «No, mi è successo altre volte».
Gallinelli: «Lei si ricorda quali erano le squadre che nel campionato 2004/05 avevano le difese più battute?»
Vignaroli: «Non me lo ricordo».
Gallinelli: «Si ricorda se erano il Parma e il Lecce? Non se lo ricorda. E i giocatori raggiunti da più provvedimenti sanzionatori le risulta che fossero appunto i giocatori della squadra nella quale lei giocava e appunto anche il Lecce?»
Vignaroli: «No, non me lo ricordo».
Gallinelli: «Cosa le è stato mostrato quando è stato sentito dai carabinieri? »
Vignaroli: «Quando sono stato sentito al seconda volta a Roma, mi è stato mostrato l'ordine di sequenze delle ammonizioni in ordine alfabetico».
Gallinelli: «E quindi chiedendole che cosa?»
Vignaroli: «Se sapevo che i giocatori che erano stati ammoniti erano diffidati»
Gallinelli: «Ma glielo hanno chiesto prima oppure dopo averle mostrato questa documentazione?»
Vignaroli: «Mi hanno chiesto se sapevo che erano stati diffidati (forse intende “ammoniti”) in ordine alfabetico».
Gallinelli: «Però previa esibizione di documentazione. Lei cosa rispose? »
Vignaroli: «Che non lo sapevo».
Gallinelli: «Ricorda a quale minuto o in quale fase della partita fu ammonito per la seconda volta il giocatore Contini»
Vignaroli: «Nel secondo tempo, penso a metà».
Gallinelli: «Se le dico 39', lo esclude o lo conferma? Può essere?»
Vignaroli: «Può essere, forse qualche minuto prima?»
Gallinelli: «Comunque poi da referto risulta essere 39'. Ricorda perché venne ammonito Contini?».
Vignaroli: «No. Mi sembra fallo...»
Gallinelli: «Non se lo ricorda. Lei se lo ricordò davanti ai carabinieri questo? All'epoca se lo ricordava o non lo ricorda adesso?»
Vignaroli: «Adesso non lo ricordo».
Gallinelli: «Perché per ricordarsi la correttezza o meno del provvedimento dell'arbitro almeno bisogna ricordarsi il fatto. Inutile che glielo chiedo, perché lei non se lo ricorda».
Vignaroli: «Son cose opinabili. Per me era una gara, c'era abbastanza tensione».
Gallinelli: «Resta il fatto che lei non ricorda il motivo dell'ammonizione».
Vignaroli: «Mi sembra un fallo nei pressi dell'area di rigore»
Gallinelli: «Quindi un fallo c'era?»
Vignaroli: «Sì, un fallo normalissimo»
Gallinelli: «Oh, questo le chiedevo. Quindi un fallo ci fu, ci fu una condotta del Contini che poi portò all'adozione di un provvedimento sanzionatorio. Ricorda ai danni di quale giocatore del Lecce commise fallo?»
Vignaroli: «Mi chiede troppo».
Gallinelli: «Lei nel verbale di sommarie informazioni testimoniali, rese in data 8 giugno 2006, dinanzi ai carabinieri disse appunto che nella circostanza dell'espulsione di Contini lei si diresse verso il De Santis e disse, “noi siamo venuti per vincere”, e lui ancora con il fischietto tra le labbra disse all'incirca, “Ma come fai? Ma che vuoi?”. Quindi lei prima ha detto che De Santis parlò col fischietto in bocca, lei riuscì a comprendere bene?»
Vignaroli: «Sì, ero molto vicino».
Gallinelli: «Parlava col fischietto in bocca. Ecco, lei non ricorda il fallo commesso però ricorda questa circostanza?»
Vignaroli: «Ricordo il mio atteggiamento».
Gallinelli: «Quindi lei mi conferma che ancora non ricorda quale giocatore subì il fallo di Contini e di che fallo si trattasse?»
Vignaroli: «Esattamente».
Gallinelli: «Quindi lei neanche sapendo che fallo avesse commesso, si diresse verso l'arbitro a protestare? »
Vignaroli: «Sì».
Gallinelli: «Lei ripeté questa circostanza in modo analogo o difforme davanti agli organi di giustizia sportiva, in particolare all'ufficio indagini, quando fu sentito qualche giorno dopo?»
Vignaroli: «Quando sono stato sentito dalla giustizia sportiva ho confermato...».
L'Avvocato Gallinelli riporta i documenti della giustizia sportiva: «”L'arbitro De Santis non ha mai detto la frase 'Questa partita non ve la faccio vincere', ma solo quanto sopra ho riferito”. Lei si ricorda?»
Vignaroli: «Sì, sì. Ripeto, quando sono andato la prima volta davanti alla giustizia sportiva ho cercato di sdrammatizzare l'episodio, pensavo fosse una cosa...»
Gallinelli: «Lei per quanto tempo è stato sentito dall'ufficio indagini?»
Vignaroli: «Mezzora».
Gallinelli: «E invece a via Inselci (dai carabinieri, ndr)?»
Vignaroli: «Un anno dopo a Roma sono stato sentito due ore credo, adesso non mi ricordo».
Gallinelli: «Lei ha detto questa frase, le risulta che altri suoi compagni di squadra ebbero a conversare con l'arbitro De Santis?»
Vignaroli: «No. Oltretutto questa frase qua non l'ho neanche denunciata io, è stato il mio allenatore, che era Carmignani in sala stampa».
Gallinelli: «Sì, ma io parlavo dei suoi compagni di squadra».
Vignaroli: «No, no».
Gallinelli: «Lei ha detto che era vicino a Contini e all'arbitro De Santis»
Vignaroli: «Sì, io l'ho toccato anche l'arbitro».
Gallinelli, per verificare poi dai filmati se era effettivamente vicino all'arbitro e al compagno: «Che numero di maglia aveva lei?»
Vignaroli: «40».
Gallinelli: «C'erano altri suoi compagni di squadra vicino a lei?»
Vignaroli: «Non mi ricordo, penso di sì».
Gallinelli: «Contini era vicino a lei?»
Vignaroli: «Non lo so, non mi ricordo». Ma come?!
Ovviamente il legale di De Santis confuta l'affermazione.
Vignaroli: «Io ero vicino a De Santis, Contini non mi ricordo a che distanza era da noi».
Gallinelli: «Veniamo a Morfeo. Era stato già in altre partite ammonito?»
Vignaroli: «Sì».
Gallinelli: «Più o meno si ricorda quante altre volte?»
Vignaroli: «No».
Gallinelli: «Solo da De Santis o anche da altri arbitri?»
Vignaroli: «Sì da altri arbitri può darsi».
Gallinelli: «Le risulta che fosse uno dei giocatori più sanzionati?»
Vignaroli: «Non so».
Gallinelli: «Lei nelle sommarie informazioni testimoniali riferisce: “Si verificò un altro episodio che scaturì in me una reazione spropositata, e cioè la seconda ammonizione di Morfeo e l'immediata espulsione per aver allontanato la palla quando sembrava già essere giunto il fischio finale della gara”. Allora qua si ricorda la condotta del suo compagno di squadra. Secondo il regolamento del gioco calcio, quello italiano e non inglese che conosce meglio Ancelotti, quando un giocatore allontana la palla, normalmente viene ammonito o no?»
Vignaroli: «Sì».
Gallinelli: «Quindi la sua reazione fu dovuta al nervosismo della partita o per una condotta arbitrale ingiusta?»
Vignaroli: «Era dovuta al momento della partita sicuramente. Avevo delle reazioni spropositate»
Gallinelli: «A che minuto venne ammonito la prima volta Morfeo?»
Vignaroli: «Non ricordo».
Gallinelli: «E' sicuro che venne ammonito due volte? »
Vignaroli deciso: «Sì».
Gallinelli: «Lei è sicuro? Conferma questa circostanza?»
Vignaroli adesso esita: «Aveva ricevuto un'ammonizione per diffida...»
Gallinelli: «Quindi non è stato espulso?»
Vignaroli: «No».
Gallinelli: «Ah ecco. Allora sono state due cose diverse. Signor Vignaroli, lei è un giocatore di calcio... da quanti anni giocava in serie A?»
Vignaroli: «Un po'... Dieci».
Gallinelli: «Quindi lei sa distinguere, sa la differenza tra un'espulsione diretta e un'ammonizione di un giocatore già diffidato. Può confermare che Morfeo venne ammonito per aver allontanato il Pallone? A prescindere da quello che pensava Morfeo, che la partita era finita o meno».
Vignaroli: «Sì, sì».
Gallinelli: «Venne ammonito per altri motivi? Per ragioni di carattere personale?»
Vignaroli: «No».
Gallinelli: «Veniamo alla sua squalifica. Nel verbale di sommarie informazioni ai carabinieri lei riferisce: “Per le frasi ingiuriose rivolte nello spogliatoio alla fine della partita verso l'arbitro De Santis fui sanzionato soltanto con una giornata di squalifica”. Adesso se le chiedo quali frasi pronunciò? Non si ricorda?»
Narducci in sottofondo: «Le possiamo ripetere...»
Gallinelli: «Nel referto arbitrale che è prodotto agli atti, “Al termine della gara si avvicinava il numero 40 del Parma, Vignaroli Fabio, che mi diceva - - Sei un fenomeno, ti aspetto fuori! Ti faccio vedere io! -. Veniva portato via dai compagni di squadra, ma mentre salivo le scale del sottopasso mi si faceva di nuovo incontro e mi minacciava dicendo: Veniva allontanato di nuovo, ma tornava nuovamente per minacciarmi”. Lei conferma?»
Vignaroli: «Sì, sì, più o meno sì».
Gallinelli: «Lei sa che è il giudice sportivo a infliggere le giornate. L'arbitro indica una forbice di giornate da comminare o si limita a compilare il referto?»
Vignaroli: «Compila il referto».
Gallinelli: «Quante giornate si aspettava?»
Vignaroli: «A detta del mio direttore sportivo, dei miei dirigenti sei mesi».
Gallinelli: «Si ricorda quanti minuti di recupero diede De Santis? Diede recupero?»
Vignaroli: «Non mi ricordo»
Gallinelli: «Verso la fine della partita, dopo il 3-3, il Parma “rischiò” di segnare?»
Vignaroli: «Sì».
Gallinelli: «Perché non segnò, ci fu uno sbaglio di un vostro giocatore o un intervento (prodigioso del portiere del Lecce, ndr)?»
Vignaroli: «Non ricordo».
Gallinelli: «Lei venne poi informato in ordine alle dichiarazioni di Baraldi, il suo direttore generale, circa l'arbitraggio di De Santis sotto l'aspetto tecnico?»
Vignaroli: «No»
Gallinelli: «I carabinieri non la informarono di queste dichiarazioni e non ne ebbe modo di conoscerle neanche successivamente? Non le conobbe mai?»
Vignaroli: «Penso che su Baraldi dissero che non sapeva niente».
Gallinelli: «Lei parlò con Baraldi»
Vignaroli: «Sì, pochissimo».
Gallinelli: «Lei non si sfogò con il suo direttore generale?»
Vignaroli: «Io parlai sia con Baraldi, che con il direttore sportivo Cinquini, che con l'allenatore, che con Minotti. Baraldi mi disse di non fare casotto, mentre ci fu l'allenatore Carmignani che denunciò questo episodio (la presunta frase di De Santis “tanto non la vincete questa”, ndr)».
Gallinelli: «Baraldi vide la partita?»
Vignaroli: «Sì, era in panchina».
Gallinelli: «Mosse qualche rilievo sotto l'aspetto tecnico all'arbitraggio di De Santis?»
Vignaroli: «No».
Gallinelli: «Passiamo a Carmignani. Fece qualche rilievo dal punto di vista tecnico sull'arbitraggio di De Santis?»
Vignaroli: «Sì. Sì, sì. Con me sì». Ma pensa, quello che nella sua deposizione ha detto di non voler arbitrare neanche in allenamento tanto è difficile.
Gallinelli: «Cosa le disse?»
Vignaroli: «Disse che era stato vergognoso, che era da denunciare questo fatto perché voleva salvare il calcio».
Gallinelli: «Lo denunciò questo fatto?»
Vignaroli: «Sì, in sala stampa»
Gallinelli: «No, fece qualche denuncia agli organi di giustizia sportiva?»
Vignaroli: «No, fece una conferenza stampa dopo la partita».
Gallinelli: «Esattamente quali aspetti dell'arbitraggio di De Santis denunciò?»
Vignaroli: «Penso che denunciò solo la frase che... »
Gallinelli: «Io parlavo del comportamento arbitrale di De Santis»
Vignaroli: «Non lo so».
Gallinelli: «Lei assistette al momento in cui Carmignani...? »
Vignaroli: «No».
Gallinelli: «E chi gliele riferì queste cose?»
Vignaroli: «Le vidi sui giornali e poi mi chiamò lo stesso Carmignani perché era una cosa che a me aveva dato fastidio».
Gallinelli chede quali critiche mosse Carmignani all'arbitro e se Vignaroli aveva riferito al suo allenatore le frasi che aveva rivolto all'arbitro dopo la partita
Vignaroli: «Era presente anche lui, erano presenti molte persone, carabinieri... »
Gallinelli: «E lei non venne sanzionato dal Parma? Lei rischiava di saltare gli spareggi».
Vignaroli: «No».
Gallinelli: «Ah, il Parma non prese nessun provvedimento contro di lei?Neanche di carattere economico?»
Il fine intenditore id calcio, Narducci, commenta in sottofondo: «Così aggiungeva il settimo giocatore squalificato praticamente. Vabbè, ci mancava solo...» e ride. Ma che te ridi? Invece di piangere per il naufragio di un altro teste d'accusa... «Ne avevano già sei, ci mettevano pure Vignaroli! Da soli». Per certuni è una fortuna che il CSM non si occupi di loro...
Gallinelli: «Lei parlò con Minotti, cosa gli disse?»
Vignaroli: «Si riferisce alla telefonata o...? »
Gallinelli: «Alla sanzione, alla squalifica solo per una giornata».
Vignaroli: «Eravamo contenti perché pensavamo di prendere sei mesi. Abbiamo festeggiato».
Gallinelli: «Con che cosa avete festeggiato?»
Vignaroli: «Gazzosa». Extra lusso eh?
Casoria: «Vabbè andiamo avanti».
Gallinelli: «Nelle sommarie informazioni lei dichiara: “Io dissi al Minotti che (De Santis) aveva la coscienza sporca per non aver aggravato la mia posizione”. Quello che le ho letto e che ha scritto De Santis forse non lo ritiene grave? Cosa si aspettava di più?»
Vignaroli: «Non lo so».
Gallinelli: «Corrisponde a quello che...? »
Vignaroli: «Sì, ma non avevo letto il referto io». Chi ha fatto le indagini sì però, potevano anche evitarsi un'accusa che evidentemente è figlia di una congettura errata.
Gallinelli: «Diciamo che era una sua previsione»
Vignaroli: «Supposizione».
Narducci bisbiglia e si lamenta: «Non è possibile». Già, non è possibile che i pm, specie se sono giudici della Direzione Distrettuale Antimafia, facciano le pulci ai cartellini di de Santis invece di perseguire i veri criminali.
Gallinelli: «Io le leggo il comunicato ufficiale, questo è agli atti. Lei venne squalificato per una giornata di gara e con un'ammenda di euro tremila “perché al termine della gara rivolgeva parole di tenore irriguardoso nei confronti dell'arbitro sia sul terreno di gioco che nel tragitto che portava verso gli spogliatoi”. Quindi nella rappresentazione dei fatti, il De Santis è stato aderente alla realtà verificatasi oppure difforme?»
Casoria: «L'avvocato vuole sapere, nel referto ha riportato le cose come stavano?»
Vignaroli: «Sì sì, certo».
Gallinelli: «Nessun altra domanda presidente. Grazie».


Prende la parola una delle difese, a chi scrive sembra il difensore dei Della Valle e della Fiorentina

Avvocato: «Una sola domanda. Lei sa quale voto ebbe De Santis per questa partita?»
Vignaroli: «Come voto?»
Avvocato: «Sì, il voto arbitrale».
Vignaroli: «No».
Avvocato: «Se le dico 9? »
Vignaroli: «Non mi ricordo, non guardo mai i voti».
Avvocato: «No li ha mai visti. Grazie non ho altre domande».
Vignaroli: «E' importante il voto?».

Casoria: «Va bene, il teste può andare». Poi il presidente rivolto ai pm: «Allora abbiamo esaurito?».
Capuano: «Noi chiudiamo la nostra lista all'udienza prossima con l'unico nostro teste, Mancini Roberto, però immagino che già possano essere citati...».
Casoria: «E' chiaro. Vediamo le parti civili, c'è qualche parte civile che deve portare testimoni?»
L'avvocato Froio annuncia la citazione di un unico teste del quale però stranamente non ricorda il nome.
L'avvocato Catalanotti annuncia due testi dei quali uno è Corioni che forse avrà delle difficoltà per situazioni di salute. L'avvocato del Brescia Calcio annuncia anche la presenza di due consulenti, uno per la quantificazione dei danni, uno invece è l'ex arbitro Cornieti (?) chiamato per valutare la condotta degli arbitri.
La rappresentante del Bologna annuncia la presenza di un consulente e per la curatela della Salernitana due testimoni.

Il Presidente fa presente che il Tribunale è intenzionato ad esaurire tutti questi testimoni per l'udienza del 25 maggio.

“L'udienza è tolta” e Narducci sospira...

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