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Farsopoli di P. CICCONOFRI del 28/05/2010 14:32:03
Non si salvano nemmeno le apparenze

 

Il pm di Calciopoli Narducci, ha curato la prefazione de “I mondiali della vergogna” del giornalista argentino Pablo Llonto. ll libro dedicato ai mondiali che si giocarono in Argentina nel '78 in piena dittatura militare e presentato in questi giorni in Italia.
Non entriamo nei contenuti del libro e non esprimiamo giudizi, ma formalmente, il pm Narducci ha partecipato alla presentazione del libro insieme al capitano dell’Inter J. Zanetti e con ospite a sorpresa proprio il presidente nerazzurro Massimo Moratti. Riportiamo testualmente quanto scritto da Repubblica: ”A fine presentazione saluti calorosi tra Moratti e Narducci, poi via insieme in ascensore e nulla di più”. Ora non vogliamo dare giudizi, certo è che nulla si fa per salvare almeno le apparenze; vedere il pm Narducci, accusatore nel processo di Napoli, a braccetto con il presidente nerazzurro, chiacchierare amabilmente con il capitano interista non aiuta a distendere gli animi e si somma ad altri episodi “dubbi”.
Immaginate una situazione in cui Guariniello, durante il processo per doping, discute amabilmente con Del Piero dell’uscita di un libro ed interviene a sorpresa Antonio Giraudo ad intrattenere la compagnia..

Senza dimenticare che Massimo Moratti è da tempo annunciato come testimone al processo di Napoli dove lo stesso Narducci è impegnato in prima persona.
Vi sembra eticamente corretto che un pm incontri un teste prima dell'esame in aula?

Ricordiamo tutti che nel 2006, Guido Rossi, ex membro del cda dell’inter viene chiamato ad occupare la poltrona di commissario straordinario della Figc. Durante il suo mandato l’inter, oltre a ricevere un congruo sconto sulla ricapitalizzazione per l’iscrizione al campionato, viene omaggiata di uno scudetto sottratto alla Juventus, lo scudetto “dell’onestà”. Chi l’abbia assegnato non è chiaro. Dai saggi (nominati sempre da Guido Rossi), all’ex commissario è una gara a chi riesce a smarcarsi in modo più convincente, ma nulla toglie che in quel periodo e da quelle persone l'inter ha ricevuto scudetto e sconto. Ricordiamo che sia Guido Rossi, sia il suo stretto collaboratore D’Andrea, concluso il lavoro in Figc sono andati ad occupare delle comode poltrone in Telecom. Non solo. La settimana scorsa, l’esimio giurista, in versione ultrà, era presente alla festa per la conquista della Champions League proprio della sua inter.
Immaginate un Bettega, ex membro del cda juventino, chiamato a capo della figc ed assegnare uno scudetto alla Juventus.

Con la fine del campionato, abbiamo anche avuto l’ufficializzazione che il quotidiano sportivo nazionale, la gazzetta dello sport , ha stretto un rapporto di collaborazione con la stessa inter per promuoverne il marchio. Ma forse la sponsorizzazione aveva già avuto inizio qualche anno fa, nel 2006 (ma anche molto prima!), quando un noto giornalista “rosa”, M. Galdi “collaborava” con Auricchio , colonnello che ha seguito le indagini di calciopoli ora dibattute a Napoli, ottenendo in cambio soltanto l’abbuono per “verbali di multe”.
Abbiamo poco da immaginare in questa circostanza. Sappiamo come sia stato determinante il ruolo dei media ed in particolare della gazzetta per sorreggere interamente calciopoli.

Non dimentichiamo in questo elenco Franco Carraro e le sue raccomandazioni di "non favorire la Juventus", confermate anche quando è stato chiamato come teste al processo di Napoli.

Ritornando al pm Narducci, intervistato da Dario Del Porto , alla fine della presentazione afferma che "L'indagine, al di là di quelle che saranno le valutazioni dei giudici, ha prodotto degli effetti positivi. Non penso proprio che oggi si ripetano quei comportamenti evidenziati dall'inchiesta. Ma non si può dire che il calcio, in questi quattro anni, sia diventata un'altra cosa rispetto ad allora. Questo non è vero". Il giornalista chiede ancora : ”Non sarà perché, come viene sostenuto oggi dai difensori di alcuni fra i principali imputati del processo, l'inchiesta ha colpito solo Luciano Moggi e la Juventus?” ottenendo questa risposta: "È un'obiezione che ho già sentito, ma che non posso accettare. L'indagine è stata condotta con scrupolo, obiettività, senza trascurare alcunché e rispettando le garanzie della difesa. Ora si sta celebrando il processo ed è giusto lasciare al Tribunale il compito di pronunciarsi sulle posizioni dei singoli imputati. Un punto fermo però c'è già, la sentenza del rito abbreviato che riconosce l'ipotesi di associazione per delinquere". Mi fermo qua.
Ora, già negli anni passati Narducci e l’allora Beatrice, non avevamo avuto nessuna remora di parlare di calciopoli ai media. Inutile girarci intorno, un processo mediatico che si è celebrato solo grazie ai dubbi instillati dai titoloni dei giornali, poteva essere sorretto solo attraverso la continua opera di persuasione e il buon Narducci non ha perso occasione (ma sicuramente la credibilità) di approfittarne allora come oggi.

E non è un caso isolato. Eduardo De Gregorio, gup del rito abbreviato, ben prima di rendere pubbliche le motivazioni di condanna dell’ex ad Antonio Giraudo, si è in scioltezza presentato davanti alle telecamere parlando del processo che ha seguito. Questione di opportunità sicuramente ma anche di dubbia credibilità.

Il pm Narducci, a conclusione della sua intervista, afferma, rispondendo su quale è la malattia del calcio italiano, che "Il difetto principale è l'ipocrisia. Si ascoltano quasi esclusivamente banalità anche quando si affrontano argomenti importanti. La realtà viene costantemente nascosta e sono pochi quelli che hanno il coraggio di chiamare le cose con il loro vero nome. Chi trova questa forza, viene letteralmente espulso dall'ambiente". E per esempio di esclusione fa il nome di Carlo Petrini.

In realtà, da quanto possiamo vedere, le “banalità” sono quelle con cui vogliono ottenere una condanna, mentre chiare “evidenze” non vengono nemmeno attenzionate.

Una dimostrazione di forza o di ipocrisia?

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