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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Il Fatto di F. ZAGARI del 29/05/2010 08:33:36
Non dimentichiamoli

 

Sono passati 25 anni da quel 29 Maggio del 1985, quando 39 persone, in gran parte tifosi bianconeri, persero la vita allo stadio Heysel di Bruxelles, dove si giocava la finale di Coppa dei Campioni Juventus-Liverpool. Da quella notte che trasformò un sogno in un incubo. Una curva in un sudario. Un prato verde in un fronte di guerra. Cosa è rimasto oggi di quella tragedia annunciata? Quali immagini, quali volti, quali parole si sono sedimentate nella memoria? E quali invece sono state sconfitte dal tempo, dall’ipocrisia, dall’indiffernza? E perché ancora oggi in alcune curve italiane campeggiano striscioni con la scritta “Heysel, 29 gobbi di meno”?
Emilio Targia, sopravvissuto per caso a quella notte di follia, prova oggi a mettere insieme gli appunti, i ricordi, le parole di quel 29 maggio. Di quel che accadde prima. E di quel che non accadde dopo. Una prova di memoria a più voci, con le testimonianze di ex-giocatori, scrittori, politici, giornalisti e artisti che quella sera vissero in prima persona la tragedia dell’Heysel. O che seguirono da casa la drammatica diretta televisiva. E con il racconto inedito di alcuni sopravvissuti.
Un lavoro dedicato soprattutto a quelle 39 persone innocenti. Morte per una partita di calcio.
Perché dimenticare sarebbe ucciderle una seconda volta.
“Heysel - Prove di memoria” prova a sciogliere i ricordi di ciascuno nell’inchiostro, per farne testimonianza.
Con i contributi di Sandro Veronesi, Maurizio Crosetti, Giancarlo Padovan, Francesco Graziani, Gianfranco De Laurentiis, Luca Beatrice, Gigi Moncalvo, Maurizio Paniz, Andrea Sarubbi, Lucio Cappelli, Massimo Zampini, Antonello Angelini, Matteo Marani, Michele Di Branco, Giuseppe Pollicelli, Vittorio Oreggia, Valerio Rosa, Leo Turrini, Simone Navarra, Michele Plastino, Domenico Laudadio, Paolo Belli, Emilio Cambiaghi, Amedeo Carassai, Alessandro Scarano, Giuseppe Belviso (Presidente dell'Associazione GiùleManidellaJuve), Gianni De Michelis.
E con un saggio crossmediale di Edoardo Fleischner.
Emilio Targia, giornalista e autore radiofonico, saggista. Per Radio Radicale - di cui è vicecaporedattore - conduce da oltre 10 anni le rubriche settimanali Media e dintorni e Media dossier. È opinionista nella trasmissione televisiva La Juve è sempre la Juve in onda su T9. Nel 2001 ha pubblicato l’inchiesta Sotto il web-sito niente e nel 2008 con Federica De Maria e Edoardo Fleischner il saggio cross-mediale Chi ha paura di Beppe Grillo?

Schegge…

“È una tragedia che è stata molto rapidamente rimossa. Perché appunto è avvenuta nel circo. E le tragedie nel circo bisogna rimuoverle. Perché se rimangono lì, poi il circo si spopola. Anche io ho verificato la stessa cosa: quando si parla di Heysel alcuni giovani non sanno di cosa si stia parlando. E invece bisogna ricostruirla, la memoria. Bisogna dare la cognizione del dolore di quel che è accaduto quella sera…”
(dalla prefazione di Walter Veltroni)

“Non fu facile per noi giocatori, in quel clima, andare sotto la curva dei tifosi della Juve per placare gli animi. Rischiammo. E rischiò in prima persona anche Gaetano Scirea, che poi fece quel famoso appello al microfono dello stadio. Quando ci rivediamo cerchiamo di evitare il discorso. Non sono bei ricordi. Li viviamo ciascuno in modo diverso, individuale.”
(dalla postfazione di Sergio Brio)

“La vicenda dello stadio Heysel, per me personalmente, oltre che nella sua tragicità storica, la ricordo come il punto più basso della mia passione calcistica. Perché io appunto, quella sera, sottovalutai quanto accadde. O forse non volli neanche capirlo. Mi hanno detto dopo che alla tv invece avevano parlato dei morti. Lo avevano detto, ma io… non me lo ricordo…”
(dall’intervento di Sandro Veronesi)

“Ero in studio a Roma, un po’ per caso in realtà. Ero al Tg2 a quell’epoca e avremmo dovuto fare il collegamento pre-partita con Bruno Pizzul che era a Bruxelles, per poi ricollegarci in seguito per seguire la partita in diretta. Le cose poi hanno preso, come noto, tutta un’altra piega. E il collegamento che sarebbe dovuto durare solo 2 minuti è andato avanti invece per molto più tempo. Era una situazione estremamente difficile. Ma non mi ha mai sfiorato il dubbio sulla opportunità di quella diretta…”
(dall’intervento di Gianfranco De Laurentiis)

“… Quando la partita ebbe inizio, ero come in trance... La vidi tutta ma non ricordo nulla. Ricordo solo quel pensiero e quelle povere vittime. Oggi, dopo 25 anni, ripeto ancora quella domanda... PERCHE’? La risposta ancora non l’ho trovata…”
(dall’intervento di Paolo Belli)

“Craxi era a Mosca, e da Mosca vide la cosa. Tra l’altro scoprii solo dopo che gli italiani e il resto del mondo videro in maniera più precisa quello che era successo. Noi non l’avevamo ancora visto. Io scoprii la realtà coi miei occhi solo quando qualche decina di minuti dopo decisi di uscire dallo stadio per andare a coordinare i soccorsi negli ospedali, e mi trovai di colpo uscendo dallo stadio con una fila di cadaveri, 30 o 40, non lo so, non mi ricordo quanti erano, allineati fuori, esattamente fuori dalla porta da cui si usciva dallo stadio. E dovemmo scavalcarli…”
(dall’intervento di Gianni De Michelis)


Il libro sarà presentato il 31 maggio a Roma, presso la libreria Melbooks in Via Nazionale 254 alle ore 18.
Un appuntamento con la storia, un giorno per riflettere, un modo per non dimenticare.
 
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