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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Udienze Processi di N. REDAZIONE del 01/06/2010 07:37:32
Calciopoli. Parti civili

 

Tribunale di Napoli. Udienza del 25.05.2010. Parti civili

Luigi Ragazzoni teste del Brescia calcio

L’avvocato Catalanotti (Brescia) chiede la rinuncia all’esame di Corioni a causa di problemi di salute. Nessuno si oppone.
Luigi Ragazzoni (presidente del collegio sindacale del Brescia Calcio) è presente al posto del Presidente del Brescia Calcio, Corioni.

Catalanotti: «Nella veste di Presidente del collegio sindacale, dottor Ragazzoni, le chiedo di descrivere a me, al tribunale e ai colleghi quali sono stati i danni patiti dal Brescia per la retrocessione in Serie B intervenuta all’esito del campionato di calcio di Serie A 2004/05. Può utilizzare, credo, con l’autorizzazione del Presidente gli appunti di cui dispone»
Casoria: «Gli atti, va bene…gli atti della società»
Ragazzoni: «Allora, premesso che sono il presidente del collegio sindacale del Brescia Calcio da diverso tempo, avendo avuto la prima nomina nel 1995, sono 15 anni che ricopro questa carica, conosco profondamente il mondo del calcio, i bilanci del sistema calcio e soprattutto i bilanci della società per la quale lavoro. Brescia Calcio, se mi è permesso fare un excursus, è una delle società di calcio più importanti Italiane perché dopo le primissime società, mi riferisco a Inter, Juve, Milan e quelle di primissima fascia, dopo la società diciamo un po’ minore qual è l’Atalanta, viene il Brescia per quanto riguarda la permanenza nei campionati maggiori di Serie B e Serie A. Nella storia del Brescia, che compirà l’anno ‘21 100 anni, il Brescia Calcio è stato in Serie C una volta sola negli anni ’40, e tre volte di fila nei primi anni ’80. Da allora è sempre stato abbastanza protagonista in Serie B e in Serie A. Premesso questo (alla faccia della premessa, ndr) il Brescia Calcio ha avuto il periodo migliore della sua storia sportiva proprio agli inizi degli anni 2000, avendo avuto per la prima volta nella sua storia la possibilità di partecipare per 5 anni di fila al campionato di calcio di Serie A. Campionato di Calcio di Serie A che ha vissuto anche, direi, abbastanza da protagonista in quanto l’idea della società era proprio quella di cambiare il destino sportivo della società Brescia Calcio da una società, diciamo, con l’ascensore –in gergo significa “che sale e poi scende in B, ritorna in A poi scende in B”- in una società che poteva stare stabilmente in un campionato maggiore. Per questo erano stati fatti diversi investimenti fra i quali portando a Brescia persone di primo piano, quali un allenatore come Carletto Mazzone, un famosissimo calciatore, oltre che bravo, come Roberto Baggio, Pep Guardiola, attuale allenatore del Barcellona, Luca Toni è venuto alla ribalta bel Brescia Calcio, altri giocatori come Dainelli, divenuto poi capitano della Fiorentina, i due fratelli Filippini, Jonathan Bachini, Bonera stesso che gioca attualmente nel Milan, cresciuto e nato nel Brescia, Diana, Pisano e tanti altri giocatori, Igli Tare, che poi andò al Bologna e alla Lazio, sono tutti una serie di investimenti fatti dalla nostra società per permettere al Brescia una stabile organizzazione sportiva nel massimo campionato italiano. Questo perché si sapeva che nel tempo, partecipare ad un campionato di Serie B, anziché ad un campionato di Serie A, data la differenza che ci sarebbe stata già in prospettiva, lo si sapeva per quanto riguardava la ripartizione dei diritti televisivi, andare ad occupare una posizione in Serie B anziché in Serie A, significava avere una posizione economica di assoluto secondo piano anziché una di primo piano. Con questo mi riferisco al fatto che un campionato di Serie B, al quale in pratica sono stati tolti visibilità, nonché diritti televisivi, cioè vuol dire contributi da parte delle televisioni nei ricavi, la Serie B è un campionato che se tu metti insieme una società, una squadra competitiva per poter vincere il campionato, sicuramente porti a casa un conto economico assolutamente in perdita notevolissima. Per evitare questo, una squadra deve vedere di riuscire a stare in Serie A dove invece cominci a prendere diritti televisivi, per quanto ne so, da 25mln di euro all’anno in su. Quindi questi introiti permettono sicuramente di poter mantenere una squadra di calcio in Serie A, mentre invece in Serie B, rimanerci a lungo soprattutto, significa portare a casa delle perdite notevolissime, sempre che uno non allestisca una squadra con pochi soldi, però senza particolari obiettivi di ordine sportivo. Quello che sto dicendo, lo si vede anche facilmente guardando i campionati scorsi, in cui sono state promosse normalmente dalla Serie B alla Serie A, sono riuscite, anzi, a vincere il campionato, normalmente, non sempre naturalmente, le squadre che o avevano risorse economiche proprie molto forti, vedasi Juventus, Napoli, Genoa, Torino, oppure società che erano appena retrocesse dalla Serie A, in quanto, avendo ancora una struttura abbastanza competitiva proveniente dalla Serie A e avendo goduto degli introiti della Serie A anziché quelli della Serie B, hanno delle riserve economiche tali da poter tenere una squadra forte anche in Serie B e pronta per l’assalto alla Serie A. Se noi ci pensiamo, è più difficile salire in Serie A dalla Serie B, che non salvarsi, dalla Serie A a non scendere nella Serie B. Sembra un paradosso, ma invece è così; perché se sei in Serie A, tu devi allestire una squadra che sia migliore di altre tre come minimo. Certo, per essere la migliore di 20, devi vincere lo scudetto come l’Inter, però se decidi che il tuo obiettivo sportivo è solo quello della salvezza, devi allestire una compagine migliore di altre tre squadre. Mentre in Serie B no. In Serie B ci sono 22 squadre e per poter arrivare in Serie A, devi essere migliore di altre 19 almeno. Quindi il discorso sembra un paradosso a primo acchito, ma è la verità. Stare in Serie B, come ho detto prima, è una disgrazia notevole. Per una città come Brescia, che non è una città di secondo piano, penso che lo sappiano tutti, oltretutto, stare in Serie B è veramente una rovina, in quanto, soprattutto dopo un quinquennio di Serie A dove il pubblico era numeroso, il primo anno di Baggio ci sono stati qualcosa come 14000 abbonati, il secondo 13000, poi 12000, comunque gli abbonati del Brescia Calcio fino al 30 giugno del 2005 erano superiori ai 10/11 mila spettatori, solo abbonati. In Serie B, tutti gli anni sono andati decrescendo; questo è il quinto campionato che stiamo facendo in Serie B, e abbiamo la miseria di 1200 abbonati. Penso che stiamo a far concorrenza solo al Gallipoli. Ne ha di più il Crotone, ne ha di più il Cesena, ne hanno di più altre squadre minori…»
Catalanotti: «Ragazzoni, chiedo scusa, le chiedo di entrare nella determinazione analitica dei danni subiti, cioè fornendo dei dati specifici sui quali poi, se riterrà, potrà anche spendere qualche altra parola…»
Ragazzoni: «Ho fatto queste premesse per illustrare un po’ il quadro generale. Fatte queste premesse che ritengo siano state doverose per capire un po’ il quadro della situazione di differenza in linea generale fra una Serie A e una Serie B, nello specifico il Brescia dalla discesa in Serie B ha subito dei danni gravissimi, perché se noi analizziamo gli introiti dell’ultimo campionato di Serie A del 2004/05 con quelli del primo campionato di Serie B, abbiamo un differenziale superiore ai 12mln di euro, di ricavi caratteristici di impresa. Mi riferisco a questo in quanto un’attività di calcio, non è come un’impresa industriale che fatturando 12mln in più, magari, ha un margine di 2mln in più perché ha tutti i fattori produttivi, il costo diretto di produzione e quant’altro. Il calcio è un prodotto come quello dello spettacolo per cui, una volta che abbiamo allestito una squadra e sappiamo che ci costa, non so, 15mln, avere introiti per 8mln anziché 20, significa avere una riduzione secca solo di margine; quindi il differenziale di 12mln e 600 mila euro della differenza che c’è stata dei ricavi fra la Serie B, un primo campionato, rispetto alla Serie A, ultimo campionato, sicuramente è da ascrivere un danno diretto ricevuto dalla retrocessione. Analizzando poi gli altri bilanci successivi della Serie B rispetto a quelli della Serie A, che ci sono stati tra il 2001 e il 2005, vediamo che questa dove i 12mln all’anno, è esattamente la costante differenza che c’è fra la media dei ricavi della Serie A e la media dei ricavi della Serie B. Per cui ritengo che attualmente bisogna pensare anche non soltanto che i ricavi sono tutti un danno di retrocessione, c’è anche un discorso eventuale di non abilità della squadra da poter risalire prontamente in Serie A come hanno fatto anche altre società, per cui direi che sicuramente il danno di primo anno di minori ricavi è sicuramente un danno certo di 12mln, gli altri 4 anni di serie B, in cui stiamo avendo in ogni caso 12mln di euro all’anno in meno, rispetto agli anni di Serie A, di ricavi, scriverei al danno almeno la metà per ogni anno. Per cui 6mln di euro per 4 anni, fanno 24mln più i 12 che ho detto prima, fanno 36. Questo come primo discorso»
Catalanotti: «Ragazzoni, ci può parlare anche un attimo del danno relativo al deprezzamento proprio di mercato del parco giocatori, che è un’altra voce della proposizione danno?»
Ragazzoni: «Certo, tutti gli addetti ai lavori sanno benissimo che una squadra che milita in Serie B non ha le stesse possibilità per quanto riguarda il valore di cessione eventuale dei propri giocatori rispetto ad una squadra che milita in Serie A. C’è il fattore di “vetrina”; sicuramente il giocatore che milita in Serie B non ha la stessa visibilità di un giocatore che milita in Serie A. Giocando in Serie B, in più, c’è anche il fattore che il giocatore stesso cerca di essere ceduto dalla sua squadra di origine ad una squadra “maggiore”, chiaramente; perché ambisce spettacoli superiori, città migliori, squadre più importanti, gloria, stipendi più elevati perché ovviamente la squadra di Serie B non può competere con squadre di Serie A per quanto riguarda il discorso degli stipendi. Per cui, un danno diretto che ha avuto il Brescia nel momento in cui è stato retrocesso in Serie B, è stato il totale deprezzamento di tutto indiscussamente, di tutto il parco giocatori che la società aveva a disposizione. In più ci sono stati addirittura alcuni giocatori che il Brescia ha dovuto abbandonare gratuitamente, non avendo la possibilità di cederli, anche perché come succede, le squadre di Serie A sanno benissimo che tu, retrocedendo, non puoi mantenere in organico tanti giocatori con tanti stipendi elevati. Per cui, bene o male, sei costretto a cederli. Ecco che allora le società di calcio, si accordano tramite i loro procuratori con i calciatori stessi, i quali rescindono il contratto con la società di appartenenza e vanno altrove. E’ successo per esempio al Brescia Calcio; un esempio, il portiere Luca Castellazzi; aveva uno stipendio superiore ai 700 mila euro e andando in B il Brescia non poteva permetterselo. E’ andato alla Sampdoria dove ha lavorato egregiamente 5 anni, come portiere titolare ed è andato via gratis…e questo è un esempio»
Catalanotti: «Le chiedevo anche di segnalare al tribunale, l’esistenza di una norma regolamentare che pone limite al budget e che quindi ha condizionato la permanenza di alcuni rapporti contrattuali…»
Ragazzoni: «Si, si. Forse non tutti sanno che da qualche anno in Serie B esiste una regola con la quale per una giusta direttiva, se vogliamo anche, di assetto equilibrato di bilancio; non è permesso alle squadre di calcio di Serie B di avere troppi giocatori, né di avere un entità di stipendi, un livello di stipendi impossibile per poterci far fronte. Vi spiego meglio; il Brescia Calcio di quest’anno non può spendere il monte stipendi una cifra superiore al 60% del totale ricavi dell’anno scorso, esclusi dai ricavi caratteristici di impresa le plusvalenze delle cessioni di giocatori. Per cui, se una squadra di Serie B incassa qualcosa come 7/8mln di euro, 6x8=48, non può spendere più di 4,7mln di stipendi. Altrimenti è costretta a firmare delle fidejussioni, fare dei versamenti in garanzia alla lega per garantire la possibilità di pagare il resto degli stipendi. Quindi, con questo fatto, uno deve limitare assolutamente. Anche perché poi, è logico, se hai degli stipendi troppo elevati, hai un bilancio che non può stare in piedi; hai delle perdite talmente eclatanti che non riesci assolutamente a farcela. Nel caso del Brescia, per esempio, abbiamo negli ultimi 2 anni dei bilanci che sono in equilibrio, ma perché abbiamo venduto giocatori a tutto spiano, portando a casa plusvalenze che tra l’altro, ripeto, sono plusvalenze che se il Brescia fosse stato in Serie A, sarebbero state di gran lunga superiori. Faccio un esempio visto che siamo a Napoli: il Brescia, nel 2007, nel campionato 2007/08, ha ceduto al Napoli 3 giocatori: Hamsik 5,5mln, Santacroce 5,5mln, Mannini 7mln. Io qui ho un giornale, la Gazzetta dello Sport dell’8 novembre 2008 che dice che il Napoli ha rifiutato 30mln di euro per Hamsik, e che valuta Santacroce 15mln di euro, il doppio di quello che ha preso il Brescia Calcio e per quanto riguarda Hamsik, sei volte tanto. Questa è la verità. Quando vai in Serie B, hai addosso la rogna e i giocatori non valgono più niente. I tuoi gioielli sono declassati e invece ne possono approfittare gli altri che se ne stanno in Serie A quando te li hanno comperati»
Catalanotti: «Bene, dottor Ragazzoni è il momento dei numeri. Se ci vuole indicare in sede il consultivo…»
Ragazzoni: «Guardi, secondo me, senza esagerare per quanto riguarda il discorso dei calciatori, proprio ho portato l’esempio e potrei farne di più. Perché anche tutto l’intero parco giocatori, chiaramente anche se non lo vendi si deprezza, sulla carta ma si deprezza. Come minimo, 20/25mln direi che non è una cifra molto esagerata viste le situazioni. Solo Hamsik, la Gazzetta lo valuta 25mln di quello che ha realizzato il Brescia nella vendita…»
Catalanotti: «Quest’importo va aggiunto a quello…»
Ragazzoni: «Aggiunto ai 36mln che ho detto prima. Quello era un indennizzo per quanto riguarda il discorso dei minori ricavi. I 25mln li aggiungerei, appunto, come valore di deoperamento del parco giocatori e delle plusvalenze per…»
Catalanotti: «Arriviamo ad un danno totale di…?»
Ragazzoni: «Poi aggiungerei altri 5mln per quanto riguarda un discorso di mancato avviamento di visibilità, diritti televisivi, diritti sportivi, affezione del pubblico, immagine generale. Il Brescia quando aveva Baggio era una squadra conosciuta in tutto il Mondo, oggi non la conoscono più nemmeno i bresciani. I bresciani, abituati alla Serie A, siamo vicini a Milano, vanno a San Siro a vedere l’Inter, a vedere il Milan, non vengono più a vedere il Brescia. Abbiamo avuto una rovina da questa retrocessione. Senza contare, appunto, gli sforzi della società fatti fino al 2005 e poi anche quelli successivi per poter tornare in A assolutamente, perché di fianco a Milano, una città importante come Brescia, non può resistere in Serie B. Diventa uno sfacelo. Come minimo altri 5 milioni, in ordine ad un mancato avviamento. Direi che quantomeno, facendo le somme, una sessantina di milioni di euro non sono lontani da quelli che…»
Catalanotti: «Perfetto. Presidente, per quanto mi riguarda, io non ho altre domande»

Nessun altro vuole porre domande al dottor Ragazzoni.

Viene introdotto il testimone Verter Cornieti (ex-arbitro).


Catalanotti: «Geometra Cornieti, lei ha svolto funzioni nel mondo del calcio negli anni trascorsi?»
Cornieti: «Si. Ho avuto un’esperienza da giocatore dilettante, facevo il portiere, per poi fare un corso per arbitri che mi ha portato a dirigere circa 140 fra partite di Serie A e B e a collaborare a livello internazionale, con dei colleghi, in diverse partite anche importanti. Poi, quando ho smesso per motivi…ho avuto una tendinite che mi ha fatto smettere prima l’attività. Ho collaborato con il Perugia quale dirigente e successivamente sono stato anche a San Marino come dirigente. Sono diventato anche presidente per 2/3 anni, e siamo stati anche promossi sia con il Perugia dalla C alla B, sia a San Marino dalla C2 alla C1. Questo detto molto sinteticamente»
Catalanotti: «Ecco, geometra Cornieti, le chiedevo di confermare al tribunale che le è stata affidata una funzione di consulente dal Brescia Calcio, mio tramite, per l’esame di alcune partite in reazione al comportamento della terna arbitrale nelle partite suddette. Vuole dire quali sono queste partite?»
Cornieti: «Si. Ribadisco la mia esperienza a 360° sul calcio, e quindi le partite che mi sono state consegnate da verificare e commentare, sono le seguenti: la prima è Chievo - Lazio, la seconda è Chievo - Fiorentina…»
Trofino: «Dice anche gli arbitri?»
Cornieti: «Si si, li dico ora…la terza, Lazio - Parma »
Catalanotti: «Lei ha preso visione dei DVD di queste partite…sono DVD che provengono da…?»
Cornieti: «Dalla Panini…vi dico anche poi chi erano gli arbitri…»
Catalanotti: «Scusi un attimo…Presidente, Sono DVD che per la verità io ho prodotto virtualmente. Il 20 ottobre poi li ho trattenuti per metterli a disposizione del consulente. Oggi li ho restituiti…»
Casoria: «Dati che vengono acquisiti. Ci sono opposizioni?» Nessuna opposizione.
Catalanotti: «Ecco, allora analizzi partita per partita, fornendo tutti gli elementi connotativi delle singole gare»
Cornieti: «E qui ho riassunto nei dischetti quello che poi andrò a leggere. E quindi si potranno vedere tranquillamente. Chievo - Lazio, finita 0-1, giocata la domenica 20 febbraio 2005 con l’arbitro Rocchi. Io ho sintetizzato, ovviamente, le cose in maniera da poterle visionare velocemente. Allora, dopo che la Lazio passa in vantaggio…»
Catalanotti: «Presidente, per debito di lealtà, io debbo dirle, devo dire al tribunale -se non è informato- che l’arbitro Rocchi era imputato nel procedimento celebrato con il rito abbreviato, e all’esito dello stesso è stato assolto con formula dubitativa, come si diceva una volta ».
Cornieti: «Allora, dopo che la Lazio passa in vantaggio al 30’55” del secondo tempo, in soli 7 minuti il Chievo rimane con 9 giocatori perché al 35’40” del secondo tempo Rocchi -l’arbitro, perché c’è anche il giocatore della Lazio- espelle Brighi, giocatore del Chievo, probabilmente per proteste perché non c’era un fallo di gioco. Al 38’15” sempre del secondo tempo, viene espulso Baronio del Chievo, provvedimento esagerato a mio parere, per un fallo di gioco su Liverani della Lazio. L’espulsione è diretta, quindi cartellino rosso, rendendo così difficilissima la rimonta della squadra di casa. E qui finiamo questa gara. La cosa essenziale l’ho detta. Procedo? La settimana dopo c’è Lazio - Parma, la Lazio vince 2-0. Era Domenica 27 febbraio 2005 e l’arbitro è Messina. Qui io devo dire sempre il minuto, la data…al 37’40” del primo tempo il Parma reclama un rigore per un fallo volontario di mano di Zauri della Lazio nella propria area di rigore. L’arbitro Messina, molto vicino all’azione, non solo non concede il giusto rigore, ma ammonisce Cardone del Parma perché contestava la mancata concessione della massima punizione. Al 44”17” del primo tempo, c’è una mancata espulsione di Liverani della Lazio che, sotto gli occhi dell’arbitro Messina, rifila una gomitata senza pallone a distanza di gioco ad Olive del Parma al quale esce il sangue dal naso, si vede anche…19’25” del secondo tempo, rigore non assegnato al Parma per due trattenute in contemporanea nell’area di rigore della Lazio su Gilardino (Parma) ed ancora più evidente su Pisano (sempre Parma), a cui fanno seguito grandi protese sia in campo che nelle panchine degli ospiti»
Catalanotti: «Chiedo scusa un solo secondo, per memoria del tribunale, abbiamo sentito, su queste circostanze i testi Carmignani e Baraldi»
Cornieti: «Da notare che l’osservatore arbitrale, il signor Marcello Nicchi,che è l’attuale presidente dell’AIA, a fine gara ha rilevato e comunicato allo stesso arbitro, nel colloquio che c’è a fine gara, la mancata concessione di un calcio di rigore alla squadra ospite per una trattenuta in area di rigore, e qui finisce la seconda gara. Passiamo alla terza…che è Chievo-Fiorentina che finisce 1-2 la domenica 8 maggio del 2005. L’arbitro è Dondarini. Al 34’30” del secondo tempo, la Fiorentina va in rete con posizione irregolare di Maggio (Fiorentina), fuorigioco, e posizione molto dubbia di Bojinov, autore della segnatura. Da rilevare che Maggio era in posizione “attiva”. Proteste giustificate del capitano del Chievo, D’Anna, per la posizione irregolare descritta, ottenendo un’ammonizione. Al 44’13” del secondo tempo, non concesso al Chievo un calcio di rigore nettissimo per addirittura tre vistosissime trattenute su altrettanti giocatori del Chievo dentro l’area di rigore ovviamente della Fiorentina. I falli da calcio di rigore, sono di Ujifalusi, della Fiorentina, su Cossato (Chievo), Maresca (Fiorentina) su Moro (Chievo) e Savini (Fiorentina) su Marchetti. I tre falli di gioco, trattenute, sono stati contemporanei. Al 47’20” del secondo tempo, ancora una volta l’arbitro Dondarini, pur posizionato benissimo, in occasione di un calcio d’angolo battuto dal Chievo non vede tre trattenute evidentissime ai danni di Amauri (Chievo) da parte di Viali (Fiorentina), Pellissier (Chievo) da parte di Maggio (Fiorentina) e Cossato (Chievo) da parte di Savini (Fiorentina). E fischia invece un calcio di punizione a favore della Fiorentina. Siamo alla fine della gara, 48’10’ del secondo tempo; in pieno recupero, l’arbitro Dondarini non concede al Chievo un calcio di punizione in prossimità della lunetta dell’area di rigore della Fiorentina per un fallo da tergo di Viali (Fiorentina) su Cossato (Chievo), pur essendo a 2/3 metri dai due giocatori. Non a caso, l’osservatore arbitrale Alessandro Guidi rileva: leggero appannamento tecnico nel finale»

Per la prima parte della sua testimonianza l'ex arbitro Cornieti non fa altro che declamare i suoi personalissimi tabellini per le partite che gli sono state commissionate.

L'avvocato Catalanotti puntualizza: «Segnalo al tribunale che l'arbitro Dondarini giudicato col rito abbreviato, è stato condannato ad anni due “e qualcosa” di reclusione per frode sportiva relativa anche alla partita Chievo-Fiorentina. Io non ho altre domande presidente».


Il teste è consulente anche per la parte civile Fallimento Vittoria 2000, viene quindi sentito dal legale di questa, l'avvocato Bottiglioni.

Bottiglioni: «Buongiorno geometra, lei ha esaminato per questa parte civile anche un'ulteriore partita, che è Fiorentina-Bologna del 5 dicembre 2004, arbitro De Santis. Vuole riferire al tribunale quali sono le sue osservazioni sulle fasi di gioco sulle quali lei ha espresso un parere?»
Cornieti: «Va bene. Questa partita ha più episodi. Al 31'50” del primo tempo c'è un fallo da tergo di Viali (Fiorentina) su Meghni, l'arbitro De Santis non ammonisce il giocatore della Fiorentina come avrebbe dovuto fare. Qui c'è in pochi minuti una serie di casi che vado a dire, 32'38” fallo da tergo di Obodo su Colucci (Bologna), senza che l'arbitro prenda provvedimenti disciplinari. Grandi proteste dei giocatori e della panchina del Bologna. 33'34”, fallo di Savini (Fiorentina) su Zagorakis con De Santis che non prende provvedimenti disciplinari che invece visti il momento caldo della gara andavano assolutamente presi. 34', un minuto dopo nemmeno, c'è un fallo di Viali su Bellucci senza ancora una volta che l'arbitro ammonisca il giocatore gigliato. 35'10”, calcio di punizione diretto a favore del Bologna vicino all'area di rigore viola. Miccoli della Fiorentina avanza almeno di 5/6 metri prima della ripresa del gioco. Miccoli andava ammonito e la punizione ripetuta, De Santis lascia correre».
Si passa quindi ad esaminare gli episodi del secondo tempo. Cornieti: «11'58”, fallo di mano volontario a metà campo di Meghni (Bologna), ammonito dall'arbitro, decisione eccessiva». Sì, eccessiva, il fallo era solo volontario... «Se volete vi spiego anche perché».
Prioreschi: «Quello lo prevede il regolamento».
Casoria: «Sentiamo va...»
Cornieti: «Il fallo di mano è punibile con una certa graduazione, discorso disciplinare. Se è in area di rigore c'è ovviamente il calcio di rigore e ovviamente l'espulsione per evidente fatto di gioco che permette una segnatura della rete. Oppure, uno intercetta con la mano anche fuori area, però il giocatore che stava attaccando viene privato di un'azione di gioco importantissima che poteva sfociare in una rete, e quindi c'è l'espulsione. Azione importante, non da gol: in questo caso è meno grave e c'è un'ammonizione. Il fallo di mano a centrocampo, che non dice niente, anche se volontario, non ha bisogno dell'ammonizione. Qui a centrocampo, un fallo normalissimo..., comunque ammonizione. Io dico decisione eccessiva.
16'08”, ammonito Nastase (Bologna) per fallo di gioco su Miccoli, che accentua di molto la caduta. Il giocatore del Bologna, diffidato salterà Bologna-Juventus.
16'48” rete della Fiorentina da parte di Maresca, con Riganò che partecipa attivamente all'azione sfiorando letteralmente il pallone, rete irregolare e quindi da annullare».

Bottiglioni: «Scusi geometra, è irregolare perché si trattava di fuorigioco secondo lei?»
Cornieti: «Sì, certo. Era un fuorigioco attivo. 18'38”, l'arbitro ammonisce Petruzzi (Bologna) perché protestava per un fallo subito da proprio compagno Loviso, diffidato salterà Bologna-Juventus. 32'15”, Riganò a metà campo si aggiusta il pallone con la mano, De Santis fischia il fallo ma non commina l'ammonizione usando un metro diverso da quanto fatto con Meghni del Bologna. (tralascio il commento del teste, ndr).
32'50” fallo di confusione in area della Fiorentina con conseguenti proteste in campo e dalla panchina del Bologna (poi spiega il fallo di confusione al Tribunale, ndr). Io ho finito»

Il teste a questo punto consegna i quattro DVD (uno per partita) in cui sono riportati solo gli episodi di interesse per la consulenza e specifica che c'è anche l'audio di Sky e un commento alla fine, «Quello che ho detto qui è riportato lì».
Trofino: «Presidente, ma sono decontestualizzati da...»
Casoria: «...dall'intero, sì».


Il teste viene sottoposto al controesame delle difese, il primo e l'avvocato Gallinelli per De Santis.

Gallinelli: «Lei quante partite del campionato di calcio 2004/05 ha sottoposto ad esame?»
Cornieti: «Quelle che mi sono state consegnate da esaminare».
Gallinelli: «Se può indicarcele».
Cornieti: «Quelle che ha già sentito».
Casoria: «Queste quattro avvocato».
Gallinelli: «sulla base di quali parametri lei ha stabilito se un errore arbitrale è volontario o involontario?»
Cornieti: «Io ho descritto i fatti. Non so se volontario o involontario, ho solo descritto in maniera asettica i fatti». Sì “asettica”, come no.
Gallinelli: «Nessun'altra domanda, grazie».


Avvocato Gentile, difesa Lotito.

Gentile: «Parliamo della partita Chievo-Lazio. Lei è in grado di riferire al tribunale se anche il calciatore Couto (Lazio) è stato espulso al quarantunesimo del secondo tempo?»
Cornieti: «Couto? Io ho visto la partita e ho rilevato questi fatti qua, punto».
Gentile: «Cioè, dell'espulsione di Couto lei non si è accorto nel vedere la partita?»
Cornieti: «Assolutamente no». Applausi, please.
Casoria: «Un momento. Ma perché lai l'ha esaminata solo dal punto di vista dell'incarico che le era stato dato. Ha guardato soltanto i fatti in danno insomma. Com'è che non si è accorto?»
Cornieti: «Io ho guardato tutta la partita e, ovviamente, dovendo relazionare su quello che ha subito la squadra del Chievo...»
Casoria: «quindi in quell'ottica lì?»
Cornieti: «In quell'ottica lì, certamente».
Prioreschi: «Però lui ha detto che non l'ha vista. Lui ha detto che non si è accorto dell'espulsione»
Casoria: «Non lo ha messo in evidenza perché era un fatto irrilevante nella sua ottica... »
Gentile: «Presidente, allora non si è accorto neanche dell'ammonizione di altri tre giocatori della Lazio?»
Cornieti: «Ma non insista, non insista!» Ecco un altro soggetto del filone Carbone-Sanipoli&C.
Gentile: «No! Io insisto e lei deve rispondere perché è un consulente ed è teste!»
Casoria: «Calma, calma. No, lei deve rispondere».
Cornieti con indisponenza: «Ho già risposto signora».
Casoria: «Sta dicendo l'avvocato, dei tre... »
Cornieti: «Intanto io non so quali sono i fatti, non me li ricordo »
Casoria: «L'avvocato dice, che ci sono state anche tre ammonizioni e un'espulsione...»
Cornieti: «Io l'ho vista la partita, ma non ho ritenuto le tre ammonizioni degne di chissà che cosa. Ha capito?»
Gentile: «Quindi lei le condivide?»
Cornieti: «Penso di sì»
Catalanotti: «Ha guardato solo gli errori».
Gentile rivolto al teste: «E anche l'espulsione di Couto la condivide?»
Cornieti: «L'espulsione di Couto? Non me lo ricordo questo fatto». Qui se non ricordo male il teste comincia a guardarsi intorno forse per cercare appigli.
Gentile: «Evidentemente si è fermato al quarantesimo, o non l'ha seguita con attenzione...»
Casoria: «Ma lui poi nella sua ottica non doveva riferire su questo fatto»
Catalanotti: «Mi sembra evidente che abbia riferito sugli errori»
Gallinelli: «”Errori” chi lo stabilisce?»
Gentile: «Lei ha avuto modo di esaminare il giudizio della commissione arbitri sull'arbitro Rocchi per questa partita? Osservatore Alfredo Trentalange».
Cornieti: «No»
Gentile: «Se io le dico che il giudizio fornito in media è 8.50, lo considera un buon punteggio o no?»
Cornieti: «E' un buon punteggio, però si potrebbe anche contestare». Cornieto “procede a contestazione”...
Gentile: «Se lei non l'ha visto come fa a contestare?»
Cornieti aggiusta il tiro: «Dico “si potrebbe”...»
Gentile: «Lei ha motivo per contestare che Trentalange nel dare 8.50 a Rocchi abbia commesso degli errori?»
Cornieti: «Sì, perché se uno riduce una squadra in nove giocatori in due o tre minuti, posso pensare, e soprattutto la seconda espulsione ingiustissima, posso pensare che non ha arbitrato molto bene. Ha capito?» Gentì, hai capito?
Gentile: «se io le dico che “l'arbitro si dimostra molto preparato in relazione alle regole del gioco, applicandole con sistematica precisione, dimostrando maturità ed equilibrio nei confronti delle due squadre”, sto leggendo il giudizio di Trentalange, sto dicendo una sciocchezza?»
Cornieti: «Non lo so, non credo. Però io dico che anche un osservatore può vedere non bene la partita, gli può sfuggire qualcosa anche a lui».
Gentile: «A proposito della disciplina, dice Trentalange: “L'arbitro mantiene costantemente il controllo della gara con fermezza e stile in quasi tutte le circostanze”...»
Cornieti disquisisce: «“In quasi”, “in quasi”...»
Gentile: «No, lei stia a sentire poi se..., lei vede solo un pezzettino delle cose che le mostrano... “dà un taglio disciplinare molto severo negli ultimi dieci minuti, decretando tre espulsioni”. Quindi sono tre le espulsioni, una squadra in nove e una in dieci».
Cornieti: «Ha mai visto giocare Couto?»
Gentile: «Adesso parliamo pure di Couto? Non è imputato»
Cornieti: «No, lei è tornato...»
Il Presidente interviene per fermare un attacco di “sanipolite” del teste: «Aspetti, aspetti, faccia finire la domanda».
Gentile: «“Non tollera comportamenti ostruzionistici e non è tollerante con i calciatori già ammoniti. Solo in un'occasione accetta la protesta, ma sostanzialmente cerca di prevenire e dimostra comunque autorevolezza e coerenza”. Lei lo ritiene un giudizio sbagliato?»
Cornieti: «No. Però come dice “quasi”, non dice tutte. Ha fatto degli errori anche lui perché nemmeno chissà chi, il vecchio Lo Bello, Agnolin, eccetera non sbagliavano le gare. Io dico solo che un giocatore come Couto, non me lo ricordo, ma è un giocatore che, se lei va a vedere, è tra i più squalificati del campionato italiano».
Gentile: «Ma lei quell'azione non l'ha vista!»
Cornieti: «Le dico, la vada a vedere e vada a vedere lo score di Couto».
Gentile: «Ma allora lei l'ha vista l'azione? Se lei la sta giudicando...»
Casoria: «Sta esprimendo solo un giudizio su Couto, perché dice che è indisciplinato. Andiamo».
Cornieti: «Molto, moltissimo, scorrettissimo».
Gentile: «Lei ha letto il giudizio che l'osservatore Nicchi ha dato dell'arbitro Messina a proposito della partita Lazio-Parma?»
Cornieti: «Sì, questo sì».
Gentile: «Lei sa che il voto è stato 8.40? Lo considera un buon voto o negativo?»
Cornieti attinge ai suoi appunti: «Allora, quando l'osservatore Nicchi, che è l'attuale presidente dell'AIA, scrive: “La mancata concessione di un calcio di rigore alla squadra ospite per una trattenuta in area di rigore”, credo che sia abbastanza, no?» “Abbastanza” che? La decontestualizzazione di una frase dovrebbe essere elemento attendibile?
Gentile: «No, io ho fatto una domanda... »
Cornieti interrompe: «No, io ho fatto una risposta!». Questi sono i testi delle parti civili? Complimenti!
Gentile: «No, scusi! Io le ho fatto una domanda, lei ha una strana idea del come ci si comporta in aula».
Interviene il Presidente: «No, lei non può rispondere con una domanda. L'avvocato ha detto 8.40»
Cornieti: «8.40, secondo me Nicchi ha sbagliato perché uno che non dà un calcio di rigore, e lo scrive lui, e gli dà un voto così...»
Casoria: «Lei dice che c'è un contrasto nella motivazione...»
Cornieti: «Un contrasto nettissimo, nettissimo, è un rigore, non è una punizione!» Ma come, non ha detto che anche “il vecchio Lo Bello, Agnolin, eccetera...”?
Gentile: «Nicchi ha scritto, “L'applicazione delle regole tecniche del gioco è apparsa sempre giusta ed equilibrata, ad eccezione di una volta in cui a mio avviso gli è sfuggito una trattenuta abbastanza evidente di un giocatore locale su un attaccante della squadra ospite che doveva essere sanzionata con il calcio di rigore”. Nicchi dice “gli è sfuggito”, è questo quello a cui fa riferimento?»
Cornieti: «E' chiaro che se non gli fosse sfuggito penserei male». I testi giudicanti.
Gentile: «Lei lo ha letto nel giudizio di Nicchi?»
Cornieti: «L'ho letto, però se l'osservatore, che poi lo ripeto è diventato presidente degli arbitri...»
Casoria: «Perché lei insiste su questo punto?»
Cornieti: «Perché è importante, non è l'ultimo arrivato. Insisto per questo. Quello che è diventato il presidente degli arbitri e va a vedere un arbitro e dice “non dà un rigore”»
Casoria: «Quindi lei dice che non merita la carica?»
Cornieti: «No, io dico che è in contrapposizione con quello che ha scritto. Perché un rigore è una cosa importantissima per una gara, determina un risultato, non è un fallo qualunque. Capisce signora? È solo questo»
Casoria: «Ho capito, ma allora tutto il discorso che lei ha fatto prima, “Mi è sfuggita, penserei male..,” allora lei non dice che è un comportamento doloso tutto quello che ha descritto prima?»
Cornieti: «No, io non mi permetto di dire certe cose. Però se in una partita un arbitro...»
Gentile: «... non dà un rigore... »
Casoria: «...è incompetente »
Cornieti: «Non è incompetente, fa degli errori graviii..., chiaramente diciamo che è stato “sfortunato”, per dire un eufemismo». Queste allusioni da sentimentalista popolare, vuole accusare (a che titolo poi?), però evidentemente sa che incombe la querela per diffamazione o peggio, visto che qui si discute del reato di frode sportiva, per calunnia.
Gentile: «E l'osservatore che scrive come giudizio finale, “Prestazione più che positiva, nella quale si è distinto per concentrazione, ottima la gestione disciplinare e tecnica, con la sola eccezione della trattenuta non vista. Sempre molto attento alle segnalazioni che gli sono pervenute dai due assistenti...”. Chi dà questo giudizio secondo lei è un incompetente anche lui?»
Cornieti: «No, ma può sbagliare». Ah beh, se lo dice lui.
Gentile: «Grazie, non ho altre domande »


Avvocato Picca, per la posizione di Andrea e Diego Della Valle, Mencucci e Fiorentina.

Picca: «Faccio riferimento alla partita Chievo-Fiorentina. Lei ha segnalato, a suo avviso, un gol in fuorigioco. È così?»
Cornieti: «Sì, è così. Con tutta onestà devo dire che era un fuorigioco difficile da cogliere, però era in fuorigioco».
Picca: «Era difficile da cogliere. Senta, lei ricorda determinazioni dell'assistente dell'arbitro con riferimento a questa azione?»
Cornieti: «No, io ricordo che l'arbitro è corso a centrocampo come i collaboratori».
Picca: «Io le ho chiesto una cosa diversa. L'assistente dell'arbitro assunse una decisione, alzò la bandierina?»
Cornieti: «No, niente».
Picca: «Non assunse nessuna decisione. Lei ha verificato chi fosse l'assistente dell'arbitro in occasione di questa partita?»
Cornieti: «Sì, io adesso non lo ricordo, però...»
Picca: «Se le dicessi Copelli e Maggiani?»
Cornieti: «Erano probabilmente tutti e due, ma non so chi era in linea in quella occasione».
Picca: «Ma l'arbitro era in linea?»
Cornieti: «L'arbitro no, non era in linea».
Picca: «Altra circostanza sempre con riferimento alla partita Chievo-Fiorentina, lei ha fatto riferimento ad un episodio di “tre trattenute contemporanee di difensori fiorentini in danno di giocatori del Chievo”. Lei esclude che in questa circostanza le trattenute siano state reciproche?»
Cornieti: «No, sono stati esclusivamente degli abbracci da dietro da parte dei difensori ». Impegnativa come risposta.
Picca: «E lei ricorda il comportamento dei giocatori del Chievo?»
Cornieti: «Ricordo».
Picca: «Lei esclude che i giocatori del Chievo trattenessero i difensori per acquisire una migliore posizione sul calcio d'angolo?»
Cornieti: «Escludo, escludo, escludo». Sicuro di sé
Picca: «Lei ha visto gli attaccanti del Chievo fermi mentre venivano strattonati e trattenuti dai difensori della Fiorentina. Lei ha visto questo?»
Cornieti: «Io ho visto gli attaccanti del Chievo che cercavano di prendere posizione ed erano davanti...»
Picca: «Quindi gli attaccanti del Chievo avevano una posizione dinamica o erano fermi?»
Cornieti: «Ma il gioco del calcio non è il calcio balilla, avvocato».
Casoria: «Ma lei non deve rispondere così »
Picca: «Scusi...»
Casoria: «Allora è in posizione dinamica»
Cornieti: «Certamente».
Picca: «Gli attaccanti erano in posizione dinamica o erano fermi al centro dell'area»
Cornieti: «Erano in posizione dinamica ma non certo da fare fallo»
Picca: «E' corretto dire che nella posizione dinamica gli attaccanti del Chievo stavano cercando di acquisire posizione sul calcio d'angolo del Chievo?»
Cornieti: «No, gli attaccanti del Chievo si spostavano in maniera corretta senza fare falli». Come neanche nel calcio balilla succede...
Picca: «Avevano contatto fisico con i difensori della Fiorentina?»
Cornieti: «Sì, perché gli ultimi gli andavano addosso e li trattenevano»
Picca: «Lei ritiene che questa sia una situazione di gioco usuale sui calci d'angolo?»
Cornieti: «Normale, a volte può essere anche l'attaccante che fa fallo, ma non in quell'occasione».
Picca: «Comunque è una situazione di gioco usuale che sui calci d'angolo, normalmente vi sia contrasto tra l'attaccante e il difensore, cioè tra chi tenta di acquisire posizione e chi tenta di mantenere la propria posizione? È così, o no?»
Cornieti: «Avvocato, in queste occasioni ci possono essere dei falli anche degli attaccanti, non è questo il caso».
Picca: «Io le ho chiesto una cosa diversa...», e ripete la domanda.
Casoria: «Cioè è una cosa che si verifica con una relativa regolarità? »
Cornieti: «Allora, signora, in questi casi, ripeto, e non rispondo ora all'avvocato gli rispondo dopo, l'attaccante cerca di prendere posizione ed è chiaro che normalmente, ma può succedere anche il contrario, il difensore cerca di trattenerlo. Questa è la dinamica...»
Picca: «Esiste, dal punto di vista tecnico e s situazione come quelle descritte (calci d'angolo e calci di punizione nei pressi dell'area) una posizione che si definisce blocco del difensore?»
Cornieti: «Non è questo il caso, può succedere, ma, e ribadisco, non è questo il caso».
Picca: «Può succedere come situazione di gioco usuale? Questo le sto chiedendo, lei è consulente...».
Cornieti: «Ma lei mi fa una domanda che non è...»
Casoria: «E' teorica, fa una domanda teorica». “Ecco, lo aiuti lei Presidente...” (cit.).
Cornieti: «Può succedere, ma gliel'ho già detto...»
Casoria: «Con che regolarità?»
Cornieti: «Ma non esiste una casistica specifica. Ci può essere una squadra che ...».
Picca: «Mi ascolti, lei esclude che nella situazione di gioco che lei ha visionato quando ha segnalato posizione di contrasto tra attaccanti e difensori fosse in atto una situazione qualificabile di blocco dei difensori?»
Cornieti: «No!».
Picca: «Lo esclude questo?»
Cornieti: «Lo escludo»
Picca: «Va bene... Lei ha detto di essere stato arbitro e di aver partecipato a 140 gare tra serie A e serie B, Lei partecipava anche ai raduni di Coverciano?».
Cornieti: «Sempre».
Picca: «Lei partecipava anche a sessioni nelle quali i designatori facevano visionare agli arbitri le partite per evidenziare situazioni di gioco non risolte dall'arbitro o errori dell'arbitro?»
Cornieti: «Certo».
Picca: «Le è capitato di assistere anche a filmati in cui venivano riferiti episodi di gioco a lei attribuiti? Come errori o decisioni non assunte in termini conformi al regolamento?»
Cornieti: «Guardi, se mi ricordo bene, solo una volta. Anch'io ho fallito in certe gare, sono un uomo, non sono mica un robot»
Gallinelli: «Lei mi dice che su 140 partite di serie A e B... »
Cornieti: «Ma forse nemmeno eh! Dico uno per essere certo». Che arbitro “onesto”!
Picca: «Ah, nemmeno?! Diamo una risposta conclusiva. Su 140 partite di serie A e B da lei arbitrate non è mai capitato che nell'ambito dei raduni di Coverciano venissero proiettati filmati relativi alle partite da lei arbitrate, con riferimento a errori, decisioni non conformi al regolamento da lei assunte?»
Cornieti: «Le ripeto, forse una volta, ma forse nemmeno. Son passati più di vent'anni, mi conceda questa cosa qui». In dubbio pro testimone
Casoria rincara la dose: «Quindi non ha mai avuto critiche? Dice l'avvocato»
Cornieti: «No, ho sbagliato, ma farmi vedere nello specifico eccetera, mi ricordo o una volta o addirittura nessuna. Andate a verificare».
Picca: «Lei ha arbitrato ininterrottamente? Non ha mai avuto un periodo in cui è stato fermo?»
Cornieti: «Certo, ma come tutti. E cosa significa questo».
Il presidente riprende ancora una volta il teste.
Picca: «E' stato, come dire, fermato per alcune giornate?»
Cornieti: «No. Magari non mi han mai detto “adesso stai fermo per questa cosa qui”. Magari se non sei in forma ti mandano a fare una partita di B, però non mi han mai detto “sei fermo”»
Picca: «Ma lei è stato fermo, al di là di quello che le hanno detto?»
Cornieti: «Son stato fermo, ma per un tendine, per dire».
Picca: «Una curiosità, ma lei è stato arbitro internazionale?»
Cornieti: «No, però andavo a fare partite internazionali coi collaboratori »
Picca: «Ma non ha mai arbitrato?»
Cornieti: «Ho fatto partite amichevoli di squadre internazionali».
Picca: «Ha arbitrato in competizioni internazionali, coppe, campionati mondiali, campionati europei? Sì o no?»
Cornieti: «No».
Gallinelli: «Non ho altre domande».



Riprende la parola l'avvocato Gallinelli.

Gallinelli: «Prima rispondendo a una domanda dell'avvocato Gentile ha evidenziato i numerosi provvedimenti disciplinari presi nei confronti del giocatore Couto. Lei con riferimento all'arbitraggio di De Santis..., Lei sa che De Santis era un arbitro internazionale?»
Cornieti: «Certamente».
Gallinelli: «Lei ha evidenziato a suo dire un errore arbitrale di De Santis nell'ammonire i giocatori Nastase e Petruzzi del Bologna. Mi conferma?»
Perdurando il silenzio del teste l'avvocato ripete: «Mi conferma?»
Casoria: «Sta controllando, avvocato».
Cornieti: «Abbia pazienza!» (!!!) «Mi dice il minuto, se lo ha segnato?»
Gallinelli: «L'ha detto dieci minuti fa...»
Cornieti prolisso: «16'08” Nastase su Miccoli che accentua di molto la caduta. “Accentua”».
Gallinelli: «La domanda è questa, lei ha evidenziato anche che Nastase e Petruzzi erano diffidati, esatto? »
Cornieti: «Sì».
Gallinelli: «Lei quindi ha analizzato la posizione disciplinare di questi giocatori. Quante ammonizioni avevano già subito?»
Cornieti: «Non lo so, erano in diffida».
Gallinelli: «Lei sa quali arbitri e se era lo stesso De Santis che nelle precedenti partite aveva già ammonito questi giocatori?»
Cornieti con un tono sempre più infastidito e fastidioso: «Non lo so».
Gallinelli: «Lei sa se Nastase e Petruzzi erano tra i giocatori più sanzionati? Come per dire Couto, perché di Couto lo sapeva lei, no?»
Cornieti: «Couto tutti gli sportivi lo sanno». È risaputo per comune sentire popolare.
Gallinelli: «Lei ha analizzato nello specifico la partita Fiorentina-Bologna, vuole riferire al tribunale se ha fatto una verifica della situazione disciplinare di Nastase e Petruzzi e da quali arbitri e in quali partite erano stati ammoniti?»
Cornieti: «Assolutamente no. Lei mi chiede l'impossibile». Ma come, basta fare il copia/incolla dal sito del quotidiano rosa... Suvvia...
Casoria: «Dice, lei non si è informato? »
Cornieti: «No, io mi sono informato »
Casoria: «Dovendo esaminare, dice l'avvocato. Avvocato però ha già detto no»
Cornieti: «Ho detto no, basta!» Ma perché viene consentita tanta indisponenza da parte del Presidente?
Gallinelli: «Questo mi sorprende».
Casoria: «Dice però, dovendo esaminare la partita e dovendo esaminare questi giocatori non ha sentito il bisogno di vedere quale era la loro situazione ante atto».
Cornieti: «Allora, quando io ho guardato il filmato me lo ha detto il commentatore di Sky».
Gallinelli: «I commentatori? Ma la domanda è un'altra»
Cornieti: «Non lo so. Gliel'ho detto, non insista »
Gallinelli: «E no, non è che sto insistendo, io le sto facendo le domande eh».
Il Presidente chiede di riformulare in termini più agevoli la domanda, che ovviamente ha esito negativo
Gallinelli: “Non lo ha fatto. Volevo evidenziare al tribunale questo dato. Siccome proviene da un consulente che ha fatto questo lavoro specifico su frammenti di partite. Ha ricevuto questa informazione dalla cronaca di Sky”.
Casoria: «E' portato ad escludere che sia stato De Santis» ad irrogare le altre ammonizioni.

Gallinelli: «Lei aspirava a diventare arbitro internazionale?»
Cornieti: «Sì, sono stato sfortunato, ho avuto la tendinite che mi ha costretto a saltare due o tre anni. Io ho iniziato ad arbitrare a venticinque anni, ho bruciato le tappe».
Gallinelli: «Lei a quanti raduni arbitrali ha partecipato?»
Cornieti: «Tutti».
Gallinelli: «Lei è a conoscenza del fatto che di anno in anno da parte chi si avvicendava nella direzione degli arbitri, venivano modificate le direttive sui falli di mano per interpretare determinate condotte di gioco o erano sempre le stesse?»
Cornieti: «No, il regolamento e le interpretazioni si modifica nel tempo. Lì andavano interpretati come ho detto io nella consulenza, per il periodo».
Gallinelli: «Ma i parametri cambiano per l'adozione del provvedimento disciplinare? Nel senso: se un giocatore è diffidato l'arbitro deve pensarci due o tre volte o...?»
Cornieti: «Assolutamente no! Se uno è diffidato si arrangerà, salterà la partita».
Gallinelli: «Lei ha censurato l'ammonizione a Nastase per il fallo su Miccoli. Miccoli subisce molti falli durante la partita?»
Cornieti: «Sì, sì, è un giocatore che subisce falli. È un attaccante. Poi non è una montagna che sta lì e resiste».
Gallinelli: «Nastase prima di essere ammonito dall'arbitro De Santis aveva già commesso altri falli o era il primo fallo?... Consulti gli appunti se vuole, ma se lei non ha visto tutta la partita...».
Cornieti: «No, l'ho vista tutta, ma francamente non mi ricordo»
Gallinelli: «Nessun'altra domanda».


Avvocato De Vita, difensore di Bergamo.

De Vita: «Con riferimento a una domanda dell'avvocato Picca, al di là della visione di filmati che la riguardavano, lei nella sua carriera ha sempre segnalato correttamente tutti i rigori?»
Cornieti: «Assolutamente. Guardi, io sono un arbitro come tantissimi, io ho fatto i miei errori. Io son qui per segnalare gli errori che hanno fatto i colleghi, punto».
De Vita: «La domanda era un'altra, se lei ha sempre correttamente segnalato...»
Cornieti: «Ma no! Gliel'ho già detto, non insista. Ho commesso i miei errori come tutti». A ridaje!
De Vita: «Ed è una cosa ordinaria che si possano commettere degli errori?»
Cornieti: «Beh, ci sono delle partite dove uno è più in forma e ne fa meno, se non è in forma, diciamo “in forma”, ne fa di più».
De Vita: «E' connaturato al vostro ruolo quello di fare anche degli errori?»
Cornieti: «Certamente».
De Vita: «Grazie, non ho altre domande».


Interviene nuovamente l'avvocato Gentile, per Lotito

Gentile: «Ricorda l'ultima partita che ha arbitrato a quando risale?»
Cornieti: «In campionato? Mi sono fermato a metà campionato, l'ultima partita è stata un Lazio-Napoli del '90 o '91, ora non ricordo. L'ultimissima è stata Milan-Verona di Coppa Italia sempre di quell'anno lì 90/91»
Gentile: «Grazie».


Avvocato Giovanni Geremicca


Geremicca: «Le risulta se Petruzzi insieme a Couto era uno dei giocatori più squalificati di tutta la serie A?»
Cornieti comincia una sua personalissima argomentazione, ma viene fermato dal legale, il quale preferisce risposte attinenti alle domande.
Cornieti: «Couto di più».
Casoria: «No, vuole sapere specificamente di... »
Geremicca: «Petruzzi era uno dei giocatori più squalificati della serie A? Sì o no?»
Cornieti: «No! Non è... »
Geremicca: «”No”. Lo dice lei. Grazie».

Dopo questa risposta si sente l'avvocato Morescanti che dice : «Non ci resta che piangere...»

Casoria: «Ci sono altre domande? No. Allora il teste può andare».

L'avvocato Bottiglioli per la parte civile Vittoria 2000 deposita la giustificazione per l'assenza del teste e curatore fallimentare della stessa, Ing. Enea Cocchi. Il legale chiede che sia sentito nell'udienza successiva.

L'avvocato Catalanotti chiama l'ingegner Paolo Cerverizzo, altro consulente del Brescia calcio.
Il teste è dottore commercialista, ha ricevuto l'incarico di esaminare i bilanci del Brescia calcio nelle annate di calciopoli e successive per valutare i danni che ne sono derivati alla società lombarda.
Cerverizzo premette di aver valutato il danno patito dal Brescia per la retrocessione del 2004/05 in sessantacinque milioni di euro.
Il teste analizza poi il mercato calcistico, che nel settore industriale italiano è al tredicesimo posto come fatturato, «quindi uno dei bacini più importanti nell'economia italiana». Nell'anno sportivo 2004/05 il fatturato complessivo del campionato di serie A «è stato di un miliardo e trecentotrentasei milioni di euro». Considerando il fatturato totale, compreso delle altre serie e dell'indotto, ammonta a sei miliardi di euro.

La tipicità del mercato calcistico
Per questo aspetto «si riscontra una diversificazione rispetto ai mercati industriali tradizionali. Nel mercato tradizionale quando c'è un'azienda leader, questa occupa maggiore spazio e riduce il target delle altre società concorrenti, quindi automaticamente ne riduce il fatturato. Nel mondo del calcio c'è una differenza abbastanza sostanziale perché il discorso è inverso. Quando c'è una forte concorrenza tra aziende leader, tipo Juventus, Milan eccetera eccetera, tutti gli altri che partecipano allo stesso campionato beneficiano e quindi hanno un maggiore ricavo». A sostegno di ciò il consulente ricorda anche che proprio la Juve stimò (nel famoso ricorso poi ritirato) in centocinquanta milioni la retrocessione in B e in settanta milioni la permanenza in A con penalizzazione.

I proventi delle società di calcio
Questi derivano da tre fonti, i primi due di carattere patrimoniale: il capitale umano (giocatori) e l'avviamento, cioè il marchio. La terza fonte è rappresentata dai ricavi, che si compongono in modo preponderante dai diritti televisivi (circa il 50%), e per il restante dalle plusvalenze (30%) e il restante da voci meno significative.
La valutazione del consulente Cerverizzo: «Mi sono principalmente focalizzato sulla svalutazione che ha subito il parco giocatori e ho utilizzato il parametro che a detta della dottrina è il più importante, cioè quello della sostituzione del capitale umano». La teoria cui si riferisce il consulente considera i costi da sostenere per sostituire l'intero management di un'azienda per far sì di recuperare la capacità produttiva.
Usando i parametri di riferimento l'ingegner Cerverizzo, anche se vi era la possibilità di considerare il Brescia una squadra di media classifica (nel campionato 2004/05 in quattro punti erano raccolte nove squadre), ha valutato prudenzialmente il Brescia come una squadra di bassa classifica e ha stimato in trentatré milioni di euro il valore del parco giocatori della società lombarda. Allo stesso modo applicando i criteri estimativi cui fa riferimento, il teste ha valutato in circa undici milioni il valore dei giocatori del Brescia nel successivo campionato di serie B (2005/06). Quindi la svalutazione patrimoniale subita da Brescia è di circa ventuno milioni.

Altra svalutazione patita è riconducibile al depressione dell'avviamento e del brand.
Essendo le società italiane sprovviste di un'organizzazione per poter sfruttare al meglio queste due fonti di ricavo, il consulente ha usato i criteri utilizzati dall'amministrazione finanziaria per la valutazione dell'avviamento in sede di registro: reddito imponibile più fatturato. Ha eseguito questa valutazione per i due anni interessati, quello della retrocessione e il primo di serie B, ha fatto la differenza ed estratto così il danno derivante (limitatamente all'avviamento): circa sette milioni e seicentomila.
Analoga valutazione è stata fatta per i ricavi dei campionati 2004/05 e 2005/06, ricavi costituiti principalmente di diritti televisivi (quindici milioni in serie A contro i due e mezzo in serie B) e plusvalenze (ventisei milioni in serie A e tredici in serie B). Il consulente non ha considerato tuttavia solo i ricavi, ma ha depurato questa voce dei costi, ottenendo così il cosiddetto margine industriale. La diminuzione del margine industriale del Brescia sarebbe di quindici milioni e ottocentomila euro. Ovviamente i danni si patiscono anche per i successivi campionati di permanenza in serie B, questi danni ammontano a circa ventidue milioni. Nel complessivo quindi i danni per mancato ricavo ammonterebbero a trentasette milioni e ottocentomila euro.

Il totale quindi derivante da svalutazione parco giocatori (21 milioni), avviamento e brand (7 milioni) e mancati ricavi anni successivi alla retrocessione (37, 8 milioni) sarebbe di sessantacinque milioni e ottocentomila, che per prudenza si arrotonda a sessanta milioni di euro.

Dopo questa lunga illustrazione, Catalanotti: «Non ho domande presidente, mi sembra che sia esauriente la descrizione».
Non essendoci domande di altre parti il teste viene congedato.
Mentre va via il teste il Presidente fa notare che nella consulenza depositata nell'ottobre 2009 la cifra stimata era di cinquantacinque milioni, il teste risponde che la perizia è stata aggiornata perché è stato valutato un ulteriore anno di permanenza in serie B.
Prioreschi: «Quindi se questo processo dura una altro anno ci presenta l'aggiornamento?»
Cerverizzo: «Però per correttezza dobbiamo dire che ho ridotto del 50% il danno per la permanenza, perché non si può addebitare in toto la permanenza a... »
Prioreschi: «Troppo buono. Grazie, grazie».


Trascrizione a cura di A. Staffieri e E. Loffredo
 
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