Le frequentazioni del colonnello Auricchio non finiscono di stupirci: è davvero amico di tutti, l’ufficiale dei carabinieri!
Del suo
rapporto alla caffeina con Baldini,
abbiamo già parlato diffusamente.A dire il vero, pur rileggendo la sua deposizione in aula a Napoli, più di un dubbio continua a rimanere. Anche perché non si capisce il motivo per cui Baldini rinneghi la sua conoscenza con il colonnello, se, come Auricchio ha testimoniato, la loro frequentazione è sempre stata al di sopra di ogni sospetto. Speriamo di chiarirci meglio le idee tra qualche tempo, quando l’ex-DS della Roma sarà chiamato a rispondere agli avvocati delle difese.
Nell’attesa, abbiamo scoperto che
Maurizio Galdi, il giornalista che, strano caso, segue da tempo i fatti relativi a Farsopoli per la Gazzetta,
è un suo collaboratore di vecchia data. Tanto per intenderci, Galdi scrive per il giornale dal quale Auricchio ha attinto le notizie (o meglio, le sensazioni) sulle quali poi è stata orchestrata tutta l’attività d’indagine e successivamente l’accusa.
Quindi il responsabile delle indagini si intratteneva a prendere il caffè con il nemico dichiarato dell’indagato e dialogava costantemente con il giornalista che successivamente avrebbe rivestito il duplice incarico di “generatore di prove” e di cronista dei processi in atto. Un autentico pasticcio, difficile da descrivere e ancora più arduo da comprendere, se non si vuole cadere nella tentazione di pensare molto male.
Verrebbe da dire che alla schiera di “amici” di Auricchio manca solo
Moratti! Ma la realtà spesso supera la fantasia. E infatti, in occasione della
presentazione di un libro sui mondiali del ’78 in Argentina, si sono dati convegno nella stessa sala il PM Narducci, autore della prefazione del testo e per l’occasione calatosi nelle vesti di intervistatore del capitano nerazzurro Zanetti, lo stesso Auricchio, stranamente interessato alle vicissitudini della nazione sudamericana, e… indovinate un po’? Massimo Moratti! Quest’ultimo, durante la presentazione, se n’è stato seduto di fianco al colonnello Auricchio (che evidentemente non sa cosa sia l’imbarazzo), per poi andarsene con Narducci.
Sinceramente, abbiamo varcato da un pezzo il limite della decenza.
Nel 2006 ci fu raccontato che Moggi e Giraudo detenevano una rete di potere che permetteva ai due dirigenti juventini di comandare il mondo del calcio. Quella teoria non stava in piedi, anche solo in considerazione di chi, secondo l’accusa, avrebbe dovuto subire le loro angherie. Parliamo di gente come Della Valle, proprietario di un impero della moda tra i più grandi al mondo, Moratti, il più importante petroliere d’Italia, e un signor nessuno come Silvio Berlusconi! A credere ad una panzana del genere potevano essere solo gli interisti e gli juventini meno accorti (purtroppo rivelatisi in numero molto maggiore di quanto ci si potesse attendere).
Ora scopriamo che il promotore dell’accusa è ben contento di trasformarsi in intervistatore del capitano della squadra che più di qualsiasi altra ha beneficiato delle disgrazie capitate alla Juve (chissà se Narducci ha anche chiesto una maglietta autografata a Zanetti… in fondo può ben dire di meritarsela!) e che dispensa cordiali saluti al presidente Moratti. Contemporaneamente, ci giunge pure la notizia degli incredibili incontri dell’autore delle indagini con Baldini, Galdi e lo stesso Moratti.
Se quella di Moggi e Giraudo fu definita cupola, questa rete di conoscenze come la vogliamo chiamare? In questi casi, si vorrebbe sempre chiudere il commento con un’iperbole o un paradosso, ma ci hanno già pensato i protagonisti di quest’incredibile vicenda a fornircene in quantità raccapricciante.
Per cui non resta che continuare a seguire questa storia vergognosa, attendendo un nuovo capitolo. Sicuri che, nonostante si possa essere convinti di avere già visto tutto, Narducci e Auricchio sapranno nuovamente sorprenderci.