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          GLI ARTICOLI DI GLMDJ
Udienze Processi di N. REDAZIONE del 07/06/2010 10:46:42
Processo Calciopoli, testi difesa Pairetto

 

Tribunale di Napoli – Udienza del 01 giugno 2010.

Teste Pesciaroli

Avvocato Bonatti, difesa Pairetto
Finalmente è il turo dei testi delle difese, la prima lista da esaurire è quella della difesa di Pierluigi Pairetto, l'avvocato Bonatti informa il Tribunale che dei diciotto testimoni, tutti convocati, otto hanno evidenziato un legittimo impedimento. In particolare per Roberto Rosetti, Frank Deblekere, e Paolo Calcagno, in partenza per il Sud Africa per gli imminenti mondiali, si chiede di calendarizzare l'audizione per un'udienza successiva alla fine dei mondiali di calcio. Chi ha evidenziato impedimenti dovuti a ragioni di lavoro sono: Pierluigi Collina, Stefano Balducci, Antonello Valentini, Alessandro Stagnoli e di Sergio De Marchi
Il presidente Casoria appare contrariata per questi impedimenti: «Questi non devono andare in Sud Africa, possono venire la prossima volta. Che tipo di impedimento hanno?»
Bonatti: «Anche Valentini e Balducci sono in Sud Africa. Di questi quindi, coloro che non hanno impedimenti “sudafricani” rimangono Stagnoli che ha fatto pervenire una dichiarazione del datore di lavoro. L'unico che non ha risposto è Ivan Cornu, il quale però è stato notificato presso l'UEFA »
Il presidente rimanda alla fine dell'udienza ogni decisione in merito alla citazione di testi anche di altri imputati, anticipando che magari si può incominciare ad ascoltare i testi della difesa Moggi.
Prioreschi: «Noi per ultimi presidente».
Casoria: «No, no... Magari anche la difesa Bergamo».

Viene introdotto il teste Angelo Pesciaroli, giornalista in pensione attualmente consulente della exxLega calcio di serie C di Firenze ora Lega Pro.
Bonatti: «Lei nel 2004/05 svolgeva incarichi presso l'ufficio stampa della (lega di C, ndr)?»
Pesciaroli: «Nel 2004/05 ero ancora in servizio al Corriere dello Sport, ero viceredattore capo ed ero considerato uno specialista della giustizia sportiva. Ho scritto quattro manuali su come farei reclami nel calcio, dedicati alle società dilettantistiche. Ed ero diventato uno statistico degli arbitri. Avendo cominciato nel 90 a seguire l'evoluzione degli arbitri al massimo livello. Mi interessava l'aspetto statistico, l'approfondimento di altre cose..., non sono mai stato un cacciatore di scoop. Quando si passò alle designazioni per griglia io cercavo di esprimermi con quella che era la mia competenza statistica. Cioè, faccio per dire, “se questo arbitro ha diretto già quattro volte la Roma in quest'anno, è improbabile che domani la possa dirigere ancora alla prossima partita”.Ecco, per fare l'esempio più semplice».
Bonatti: «Lei era presente ai sorteggi a Roma?»
Pesciaroli: «Ai sorteggi a Roma andavo quasi sempre, anche perché erano sulla strada tra casa mia e il giornale. Si svolgevano il venerdì, ci sono andato quasi sempre per diversi anni nel corso dei quali il regolamento dei sorteggi è cambiato varie volte. Per quanto diverso come giornalista (non era un cacciatore di scoop, ndr) ci andavo con la speranza un giorno di poter scappare subito al giornale, “fermi tutti, l'apertura del giornale la voglio io oggi. Sorteggio truccato!” Purtroppo non mi è mai riuscito perché non ho mai avuto gli elementi per fare questo titolo. Oltretutto, aggiungo, nel periodo in cui fu aggiunto un notaio ad assistere al sorteggio, io sono un legalitario per natura e la presenza del notaio mi tranquillizzava da tutti i punti di vista».
Bonatti: «Ecco questa era la domanda successiva, se nell'anno 2004/05 era presente un notaio»
Pesciaroli: «Certo, era presente sia a Roma che a Firenze, dove non andavo sempre, ma quando l'estrazione degli arbitri della domenica coincideva con un raduno degli arbitri. Così uno aveva modo di colloquiare con loro e di arricchire giornalisticamente il proprio bagaglio di piccole, medie o grandi notizie»
Bonatti: «Lei personalmente si occupò mai di estrarre qualche volta la pallina?»
Pesciaroli: «Una volta l'ho fatto. Ci fu un accordo fra la presidenza dell'USSI, presieduta dal collega Capone della gazzetta dello sport, che affidò l'estrazione della pallina a turno ad un collega di ogni regione. Quando toccò al gruppo del Lazio, tirai su io la pallina. Non mi chiedete che arbitro o che partita tirai su perché non me lo ricordo».
Bonatti: «Voi giornalisti dovevate estrarre le partite relative agli arbitri o alle partite?»
Pesciaroli: «Questo glielo dico con una certezza relativa, mi sembra che dovevamo estrarre dal secondo gruppo l'arbitro. Prima veniva tirata su la partita e mi pare che noi giornalisti tirassimo su l'arbitro. Però mi dicono che televisioni della Lombardia confermino questa consecutio, controlli avvocato». Figurati se non lo sanno
Bonatti: «E' in grado quindi di poter rappresentare al presidente e ai giudici a latere, la collocazione delle urne e del notaio, dove eravate voi giornalisti?»
Pesciaroli: «A Roma eravamo in via Tevere alla stanzetta del seminterrato, sarà stata dieci metri quadrati e non c'era posto a sedere per tutti. Per vedere qualcosa ci dovevamo spostare dietro qualche testa perché lo spazio era ristretto. Il notaio stava al centro del tavolo, ai lati mi pare ci fossero i designatori davanti alle due urne».
Bonatti: «Il giornalista poi cosa faceva quando doveva estrarre la pallina?»
Pesciaroli: «Il giornalista di turno veniva chiamato ed estraeva la pallina». Il teste dichiara ancora qualche dubbio sulla successione delle palline, partita-arbitro. L'avvocato gli conferma questa successione.
Bonatti: «Questo sotto la supervisione di questo notaio?»
Pesciaroli: «Esatto, sia a Roma, sia a Firenze, dove l'ambiente era tutto diverso, lì c'era la cosiddetta auletta, disposta a semicerchio, il tavolo era più alto e lontano da dove eravamo seduti»
Bonatti: «Quindi in entrambe le occasioni, sia a Roma che a Firenze, lei ha mai notato situazioni sospette o irregolari?»
Pesciaroli: «No, perché io stavo alla fine della carriera e chissà che un titolone su un fatto avvenuto “Sorteggio truccato” non me l'avrebbe allungata magari con una collaborazione sotto altra forma. Invece non ho avuto mai o questa bravura o questa fortuna». Avrebbe dovuto lavorare ad un altro giornale sportivo...
Bonatti: «Lei rispetto ad un'eventuale irregolarità lei sarebbe rimasto indifferente o avrebbe in qualche modo reagito?»
Pesciaroli: «Avrei reagito eccome! Se un'azienda mi ha sempre tenuto per quarantasei anni significa che ha dato una valutazione e delle mie capacità giornalistiche, ma forse anche di quelle morali».
Bonatti: «La ringrazio».


L'avvocato De Falco per Gemignani.
De Falco: «Il notaio che partecipava alle estrazioni era sempre lo stesso o cambiava?»
Pesciaroli: «No, a Roma era uno e a Firenze un altro».
De Falco: «Veniva redatto un verbale al termine dell'estrazione?»
Pesciaroli: «Certo che lui faceva un verbale».
De Falco: «E il notaio sottoscriveva questo verbale?»
Pesciaroli: «Io non lo controllavo, ma immagino che se uno fa un verbale, per un notaio sottoscriverlo sia automatico»
De Falco: «Va bene, grazie».


Avvocato Morescanti difesa Bergamo.
Morescanti: «Lei prima mentre rispondeva al collega diceva che era uno statistico degli arbitri, per cui si dilettava anche nelle griglie se ho capito bene».
Pesciaroli: «Non è che mi dilettavo. Il venerdì c'era l'estrazione, esaminavo la giornata se notavo che un arbitro di prima fascia, un arbitro bravo, nelle ultime cinque giornate aveva fatto tre volte, dica lei una squadra perché se lo dico io sembra ...»
Morescanti: «... la Roma »
Pesciaroli: «Se aveva fatto tre volte la Roma, beh, secondo me non sarebbe stato nella griglia dove c'era la Roma».
Morescanti: «Mi scusi, ma corrisponde al vero che lei queste griglie che lei faceva di sua testa il venerdì mattina erano pubblicate sul Corriere dello Sport?»
Pesciaroli: «No, no. Quella griglia usciva sul Corriere dello Sport il sabato, era quella ufficiale dopo l'estrazione. Al massimo poteva uscire il venerdì un articolo dove dico nelle griglie di oggi probabilmente questa cosa ci potrà stare quest'altra no».
Morescanti: «E poi queste sue ipotesi corrispondevano?»
Pesciaroli: «Qualche volta sì, la maggior parte delle volte no».
Morescanti: «Grazie non ho altre domande».


Il pubblico ministero ha delle domande
Narducci: «Lei ha detto di aver seguito molti sorteggi di quegli anni, anche del 2004/05, ed è rammaricato perché come giornalista del Corriere non è riuscito a realizzare uno scoop su un possibile sorteggio truccato, che lei non ha mai potuto constatare o verificare. Ma mi spiega lei come giornalista in concreto come si è attivato, che tipo di lavoro ha fatto per verificare o scoprire o verificare la possibilità di scoprire un sorteggio truccato?». Ora si accorge che i giornalisti non sono attendibili, a parte quelli della rosea è ovvio. Narducci versa olio sugli specchi sui quali ha cercato di arrampicarsi finora...
Pesciaroli: «Niente più che essere presente nell'aula del sorteggio e guardare con la massima attenzione. Quando il sorteggio era a Roma la stanzetta era molto piccola, talvolta per vedere tutto bisognava anche spostarsi perché c'era il testone di un collega davanti. Oltre che guardare non potevo, né avrei fatto altro. Oltretutto dopo tanti anni a volte avevo la presunzione mentale e dicevo, “vediamo se ci indovino”, ma non lo scrivevo. La realtà era che uno poi poteva anche indovinare una volta su tre, una su quattro, una su cinque e non magari l'intera quaterna o quintetto di quella fascia»
Narducci: «Dunque in concreto mi pare di capire che lavoro lei non ne abbia mai fatto». A occhio e croce ha scrutato i sorteggi molto più a lungo e con maggior attenzione dei carabinieri, che sono andati una volta a Roma e una a Firenze.
Bonatti: «C'è opposizione alla domanda, non è un suo compito quello di fare...».
Casoria: «Vabbè è una sua valutazione. Lei deve fare domande pubblico ministero»
Pesciaroli: «Lavoro in che senso scusi?»
Narducci: «Lavoro giornalistico, attività d'inchiesta, non lo so come la chiama lei». Qualcuno gli spieghi che questo teste è un giornalista, come quelli dei quali i carabinieri hanno copiato i tabellini...
Casoria: «Vabbè ha chiarito pubblico ministero, l'osservazione che faceva nella stanza»
Pesciaroli: «Lavoro giornalistico... Il giorno dopo io facevo una pagina su quelle che erano state le designazioni, e mi costava...»
Narducci: «Sono d'accordo».
Pesciaroli: «E non è un lavoro quello?» Sì, ma non ha la dignità di quello pubblicato sulle pagine rosa...
Narducci: «Ha mai cercato di verificare in qualsiasi modo e sotto qualsiasi profilo come erano strutturate le sfere metalliche mediante le quali si effettuava il sorteggio? È mai andato a mettere il naso lì dove erano le sfere metalliche?» Il pm sta messo proprio male, ancora torna su questo aspetto smontato da un suo stesso teste (Manfredi Martino).
Pesciaroli: «No, francamente pensavo che non mi competesse una cosa del genere». E il teste risparmia anche l'opposizione alle difese.
Narducci: «Lei ha detto che in un'occasione ha avuto modo di partecipare ad una estrazione, in quale di quei campionati?» Secondo lei pm?
Pesciaroli: «Eh, credo che sia stato il 2004/05»
Narducci: «Non lo ricorda con precisione...» Annaspa si aggrappa ad ogni esile filo d'erba.
Pesciaroli: «Potrei sbagliare di un anno, ma mi pare che l'accorso con l'USSI riguardasse il 2004/05, e se non era quello era l'anno prima». Ma li ha osservati con attenzione tutti.
Narducci: «Ho capito». Speriamo! «E non rammenta oggi in questa occasione quale partita-arbitro lei ha concorso a sorteggiare?» Ha già risposto a questa domanda.
Pesciaroli: «No, mi chiede troppo».
Narducci: «Non si è accorto dunque in quella occasione delle anomalie che erano presenti sulle sfere metalliche che lei ha estratto?»
Prioreschi: «C'è opposizione presidente...»
Bonatti si altera: «C'è un'opposizione! Veramente! Dà per scontata l'anomalia! Ma che scherziamo?!?! » Lo scrivo chiaramente: Narducci è pietoso e infimo! Ha guadagnato solo un'altra figura delle sue.
Narducci: «Siamo in sede di controesame...»
Bonatti: «Ma non è una domanda suggestiva?!!»
Prioreschi: «Lei dà per scontato che c'era un'anomalia!?»
Casoria: «Pubblico ministero, lei però non può dare questa connotazione alla domanda »
Bonatti: «Lei dà una connotazione, non c'entra in controesame»
Narducci: «E' una domanda suggestiva...»
Prioreschi: «No, non è suggestiva...». È in malafede, lo scriviamo noi avvocato, non si preoccupi.
Bonatti lo prende per i fondelli: «E' come se io chiedessi a lei di che colore è il cavallo bianco di Garibaldi. Scusi eh!»
Narducci: «Un'ultima domanda...»
Morescanti: «eh, ma non ha risposto... ». Il pm voleva lasciarsi il beneficio del dubbio...
Casoria: «Non ha risposto. Lei ha visto queste anomalie, le ha notato o non ha visto nessuna anomalia nella pallina che estraeva?»
Pesciaroli: «No, erano tutte uguali come le altre, per me ». Narducci, incarta e porta a casa.
Narducci: «Un'ultima domanda. Mi sembra di aver compreso, quanto alla questione delle griglie e degli esercizi cui lei...»
Pesciaroli: «Scusi se la interrompo, tenere dietro a quelle cose non era facile e ricordarsele adesso, perché fra il 2000 e il 2005 le modalità del sorteggio sono cambiate quasi ogni anno, il che rende adesso ancor più difficile la ricostruzione».
Narducci: «Andando però a quel periodo e soprattutto al 2004/05, mi pare di aver capito che facendo quell'attività che lei faceva, mi pare che lei non riuscisse ad andare oltre la possibilità di azzeccare le preclusioni? E per il resto fosse tutto...»
Pesciaroli: «Ma infatti, la pagina attesa era quella del sabato non quella del venerdì. Perché il sabato uscivano le designazioni con tutti i precedenti degli arbitri con quella squadra, mentre il venerdì, e non sempre, quando l'esame della classifica, le precedenti designazioni mi dava qualche spunto potevo dare e dire “oggi ci potrebbe essere questo”. Ma intanto il giorno prima non avveniva sempre, poi questa pagina statistica, che neanche inventai io ma il collega Sconcerti, quello ora di Sky, era quella che usciva il sabato ed era lì che c'era la completezza e tutto. Non era possibile il giorno prima, altrimenti facevo io il designatore. Guadagnavo pure qualche lira...».


Interviene il pm Capuano
P.M. Stefano Capuano: «Presidente solo alcune domande, dunque Lei è andato parecchie volte nel 2004/05 presso questa stanzetta di via Tevere, arrivava prima del notaio e dei designatori?».
Angelo Pesciaroli: «No, prima dovevo parcheggiare .... mi capisca potevo arrivare a volte un po' prima e a volte un po' dopo».
P.M. Stefano Capuano: «Ha mai assistito all'inserimento delle sfere nell'urna? Sia degli arbitri che delle partite».
Angelo Pesciaroli: «Si, certo non arrivavo mica sempre tardi».
P.M. Stefano Capuano: «Ha mai notato se queste sfere si aprivano?».
Angelo Pesciaroli: «Se si aprivano venivano immediatamente richiuse».
P.M. Stefano Capuano: «Quindi si aprivano».
Avv. Prioreschi : «No si aprivano non lo ha detto, ha detto se si aprivano venivano richiuse».
P.M. Stefano Capuano: «Presidente posso continuare per favoreee ...... ».
Avv. Prioreschi: «Non può far dire al teste quello che vuole lei».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Qualche volta ha visto che si aprivano?».
Angelo Pesciaroli: «Qualche volta si aprivano perché erano di plastica».
P.M. Stefano Capuano: «Con quale frequenza?».
Angelo Pesciaroli: «Circa una volta ogni tre giornate di estrazione anche se è un particolare difficile da quantificare, certo non sempre».
P.M. Stefano Capuano: «Non sempre va bene. Presidente non ho altre domande».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Ci sono altre domande per il teste?».


Matteo Bonatti avvocato difesa di Luigi Pairetto
Matteo Bonatti avvocato: «Solo una precisazione, quando Lei e i suoi colleghi venivate chiamati ad estrarre, estraevate tutte quelle relative a quella giornate e non solo una».
Angelo Pesciaroli: «Sì, certo».
Matteo Bonatti avvocato: «Quando Lei era designato per la sua regione estraeva tutte le partite di quella giornata?».
Angelo Pesciaroli: «sì ognuno una volta all'anno».
Matteo Bonatti avvocato : «Cioè ogni volta sia lei che i suoi colleghi le estraevate tutte abbinandole a ciascun arbitro».
Angelo Pesciaroli: «Sì, certo».
Matteo Bonatti avvocato: «Grazie».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Ricorda chi era il designatore che era a fianco a lei quando ha fatto l'estrazione?».
Angelo Pesciaroli: «A fianco non c'era nessuno, i designatori erano dall'altra parte .........ahh scusi quando ho fatto l'estrazione, non me lo ricordo, è impossibile da ricordare».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Il teste può andare, grazie».


Notaio Ioli

Avvocato Bonatti, difesa Pairetto
Matteo Bonatti avvocato : «Chiamerei il Notaio Ioli che mi dicono sia arrivato
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Il Notaio Ioli venga avanti
Legge la formula di impegno e giuramento e declina le proprie generalità.

Matteo Bonatti avvocato : «Anzitutto vorrei ci dicesse se nel campionato 2004/05 lei si occupava del sorteggio a Roma».
Notaio Ioli: «Sì».
Matteo Bonatti avvocato : «Può riassumere al tribunale quali erano i suoi compiti e come si svolgevano le operazioni?».
Notaio Ioli: «Io arrivavo il venerdì, il giorno dell'estrazione, i designatori mettevano le sfere in alcune buste di carta, venivano portate nell'auletta dove si svolgeva materialmente l'estrazione.
Queste buste erano divise per griglie, quindi venivano messe in un'urna le palline riguardanti gli arbitri e nell'altra le palline riguardanti le partite. Quindi si procedeva ad un rimescolamento di queste palline e alla destra veniva estratta da uno dei designatori la pallina della partita e alla sinistra un giornalista che cambiava di volta in volta estraeva la pallina con il nome dell'arbitro. Io procedevo quindi alla verbalizzazione di questo».
Matteo Bonatti avvocato : «Lei quindi redigeva un verbale quindi».
Notaio Ioli: «Certamente, per altro è agli atti, perché sono stati presi dalla polizia».
Matteo Bonatti avvocato: «Questa estrazione si verificava sempre di venerdì o a volte c'erano anche delle anticipazioni?».
Notaio Ioli: «Non ricordo, credo ci sia stato un caso o due che ci siano state delle anticipazioni».
Matteo Bonatti avvocato : «Ed era sempre presente lei comunque».
Notaio Ioli: «Sì».
Matteo Bonatti avvocato: «Com'erano dislocate le urne?».
Notaio Ioli: «Dunque avveniva in pubblico, cerano giornalisti funzionari della federazione, c'era un tavolo in cui io stavo in centro e a destra stava un designatore per le partite e a sinistra l'altro. Le urne erano di plastica visibili trasparenti in cui venivano messe queste palline. Quando rimescolando poteva capitare che qualche pallina si aprisse veniva rimessa dentro e veniva rimescolata e così via... ».
Matteo Bonatti avvocato : «E’ capitato che qualche pallina si aprisse? ».
Notaio Ioli: «Ogni tanto è capitato, veniva richiusa e veniva rimescolata».
Matteo Bonatti avvocato : «Quindi lei verificava che non ci fosse la possibilità di leggere il nominativo».
Notaio Ioli: «Certo».
Matteo Bonatti avvocato : «I designatori le inibirono mai l'ingresso ai propri uffici prima o durante o dopo il sorteggio?».
Notaio Ioli: «No, non è mai successo».
Matteo Bonatti avvocato : «Diceva che il giornalista cambiava ogni volta. C'era una qualche regola?».
Notaio Ioli: «No, mi dicevano che c'era un giornalista scelto dall'Ussi».
Matteo Bonatti avvocato : «Quindi lei ne prendeva atto e lo verbalizzava?».
Notaio Ioli: «In tutti i miei verbali c'è il nome del giornalista che interveniva».
Matteo Bonatti avvocato: «Lei ha mai avuto sospetti di irregolarità?».
Notaio Ioli: «NO! Se li avessi avuti interrompevo l'estrazione».
Matteo Bonatti avvocato: «Avrebbe interrotto l'estrazione. La ringrazio ho finito»..
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Allora ci sono domande? P.M.? ».


P.M. Stefano Capuano
P.M. Stefano Capuano: «Sì presidente poche domande. Lei partecipava anche al momento preparativo dell'inserimento delle partite e degli arbitri nelle palline e poi delle palline nelle buste o solo alla fase successiva».
Notaio Ioli: «Io arrivavo con i tempi abbastanza ridotti se arrivavo un po' prima partecipavo anche all'inserimento delle palline ma sarà capitato 5 o 10 volte perché di solito arrivavo abbastanza di corsa e quindi al momento in cui queste palline venivano messe in quelle buste di carta».
P.M. Stefano Capuano: «E di queste 5 o 10 volte lei ne dava contezza nel verbale oppure no?».
Notaio Ioli : «No nel verbale risultavano solo gli abbinamenti finali».
P.M. Stefano Capuano: «Lei ha potuto vedere e verbalizzare la qualità (???) delle sfere che venivano inserite nelle urne?».
Notaio Ioli: «La qualità no. Tenga presente che avevo una funzione di controllo e che quindi se le palline fossero state una diversa dall'altra o visibilmente diverse ».
P.M. Stefano Capuano: «Per visibilmente cosa intende?». (intende in italiano)
Notaio Ioli: «Cioè che io mi accorgo che una è diversa dall'altra (si ma su questo il P.M. non ci arriva). Tanto è vero che quando si aprivano io insistevo che venisse rimescolato tutto perchè .... proprio perchè fosse corretto».
P.M. Stefano Capuano : «Veniva rappresentato a verbale questa circostanza?».
Notaio Ioli: «No il verbale rappresentava solo l'abbinamento (credo l'avesse già detto). Anche perchè il verbale era per l'estrazione e io effettuavo il controllo, quindi se si aprivano facevo rimescolare in modo che la pallina che si era aperta non si capisse più qual'era».
P.M. Stefano Capuano: «Se in alcune circostanze questa alternanza prima estrazione partita e poi arbitro si fosse invertita, lei nel verbale lo avrebbe rappresentato?».
Notaio Ioli: «Non è mai successo».
P.M. Stefano Capuano: «Non è mai successo, va bene .... ».
Notaio Ioli: «Anche perchè dall'estrazione della partita un arbitro poteva essere scelto oppure no (si chiama preclusione Capuano, quella che voleva evitare un certo brindellone...). Per cui bisognava per forza partire dalla partita ».


Pm Narducci
P.M. Narducci : «Dunque lei non ha mai attestato nel verbale che alcune sfere nel corso delle operazioni si aprivano».
Notaio Ioli : «No!».
P.M. Narducci : «Quindi lei come pubblico ufficiale non ha mai ritenuto suo dovere di segnalare alla federazione o agli organi di controllo».
Notaio Ioli : «Scusi, io faccio il notaio, se lei mi parla di contenuto dell'atto io non posso risponderle».
P.M. Narducci : «Che significa? ».
Notaio Ioli : «Significa: perchè non me lo impugnate per querela di falso?».
P.M. Narducci : «Allora mi sto ...(ti stai che?)».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria : «Veda di fare una domanda sintetica P.M.... ».
P.M. Narducci : «Ehh, sintetica signor Presidente, dobbiamo far capire».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Arriviamo al punto».
P.M. Narducci : «Ehh, al punto signor presidente, se posso........volevo sapere se come pubblico ufficiale non ha mai ritenuto suo dovere di segnalare alla federazione o agli organi di controllo di cambiare quelle schede».
Notaio Ioli: «NO!».
P.M. Narducci : «Grazie ho finito».
Matteo Bonatti avvocato: «Mi scusi quali schede? ».
P.M. Narducci e P.M. Capuano (in coro): « sfere, sfere.. ».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria - Certo noi questi verbali noi li abbiamo agli atti sono un po' sintetici, lei perchè non ha ritenuto necessario essere più analitico nello specifico visto che qui ».
Notaio Ioli: «Beh, ex post è successo tutto questo .....Nel momento in cui io verbalizzo un'estrazione, verbalizzo l'estrazione indipendentemente che sia un'estrazione di partite o di qualunque altra cosa. Io verbalizzo il momento estrattivo».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria : «Si ma è nel momento estrattivo che si verifica il disguido».
Notaio Ioli: «No, ma scusi se si verifica l'inconveniente, questo viene risolto, io non do atto ... ».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Iil P.M. voleva sapere perchè lei non lo ha messo nel verbale?».
Notaio Iolio: «Io dò contezza di quello che succede, se per esempio si ingrippa la macchina, non è che scrivo si è incastrata e poi la hanno scastrata. Quindi lo stesso discorso vale per la pallina, se si apre e poi viene richiusa e rimescolata ..... se avessi visto che la pallina si apriva e non veniva rimescolata mi sarei fermato, avrei interrotto la verbalizzazione e avremmo fatto in maniera diversa».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria : «Non ha considerato il fatto anomalo, va bene ci sono altre domande?».
Matteo Bonatti avvocato : «Sul punto c'è solo una precisazione. Anzitutto si aprivano sempre?».
Notaio Ioli: «No, sarà capitato 3 o 4 volte in tutto».
Matteo Bonatti avvocato : «Quando si aprivano? ».
Notaio Ioli : «quando venivano buttate con questa busta di carta all'interno dell'urna, sarà capitato 3 o 4 volte».
Matteo Bonatti avvocato : «Quindi prima dell'estrazione».
Notaio Ioli: «Prima dell'estrazione. Tenete presente poi che il biglietto all'interno della pallina non era aperto, era piegato per cui io stesso non vedevo il nome che c'era dentro. Ecco perchè non ho mai pensato assolutamente ... ».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria : «Non ha mai avuto sentore di anomalie».
Notaio Ioli: «Assolutamente No!».
P.M. Stefano Capuano : «Ma lei ha visto come era stato piegato il biglietto prima di essere inserito nella sfera? Erano piegati tutti allo stesso modo?».
Notaio Ioli: «Ma questo non me lo ricordo».
P.M. Stefano Capuano : «non ho altre domande».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria : «Chi è che provvedeva poi a rimescolare, il designatore?».
Notaio Ioli : «Allora quella funzione veniva fatta per l'urna delle partite dal designatore e per quella degli arbitri dal giornalista».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria : «Il giornalista con la mano?».
Notaio Ioli: «Sì, faceva così».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Può andare il teste».


Esame del teste Alfredo Trentalange

Avvocato Bonatti, difesa Pairetto
Matteo Bonatti avvocato : «Chiamerei adesso Trentalange. C'è un ordine logico Trentalange e Guidi che sentiremo dopo sono Osservatori, poi sentiremo gli assistenti e così via». (frecciatina vuol dire non sono in ordine sparso come quelli dell'accusa!)
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria : «Prego si accomodi».
Presta giuramento e declina le generalità e la professione».
Matteo Bonatti avvocato : «Dottore buongiorno, lei in questo momento ricopre qualche ruolo all'interno del mondo del calcio?».
Alfredo Trentalange: « Sì, sono il responsabile del settore tecnico della Associazione Italiana Arbitri».
Matteo Bonatti avvocato: « Lei è stato anche un arbitro di serie A, B ed anche internazionale?».
Alfredo Trentalange : «Sì, adesso sono anche osservatore alla UEFA ».
Matteo Bonatti avvocato: « Con riferimento alla sua attività, lei è stato anche arbitro sotto la designazione del duopolio Bergamo e Pairetto? ».
Alfredo Trentalange: «Sì ho smesso nel 2003 e c'erano loro».
Matteo Bonatti avvocato: «Nella stagione 2004/2005 lei che carica ricopriva?».
Alfredo Trentalange: «Prima ho fatto il vice alla CAN di C e poi l'osservatore in A e B».
Matteo Bonatti avvocato: «Quindi nel 2004/2005 lei ha fatto anche l'osservatore».
Alfredo Trentalange: «Si».
Matteo Bonatti avvocato: «In relazione alla sua duplice veste, a Coverciano durante i raduni a Voi arbitri si parlava della composizione delle griglie, a Voi arbitri? Si diceva più o meno se foste stati messi in griglia, in quale griglia e quant'altro? ».
Alfredo Trentalange : «Oltre che parlare di cose tecniche, quello era l'argomento principe perchè per un arbitro la designazione è la cosa più importante in assoluto».
Matteo Bonatti avvocato: «Quindi in linea di massima si indicava anche con quali arbitri sareste finiti in griglia».
Alfredo Trentalange: «In linea di massima sì, poi c'era quello con cui si era più in confidenza e quello meno. Ma in linea di massima si parlava di questo».
Matteo Bonatti avvocato: «Senta sempre a Coverciano si facevano anche le valutazioni delle partite».
Alfredo Trentalange: « Sì, Coverciano aveva una funzione di formazione e anche di didattica. Venivano analizzate le partite di 15 giorni prima, con i filmati, si discuteva, certo».
Matteo Bonatti avvocato: «Che è anche il ruolo che anche lei svolge oggi?».
Alfredo Trentalange: «Sì, noi i filmati li usiamo a livello didattico, nel senso che dagli errori si cerca di imparare o di dare delle chiavi di lettura del perchè certe cose accadono, magari la posizione dell'arbitro».
Matteo Bonatti avvocato: «Durante questi raduni venivano enfatizzati particolarmente errori commessi ai danni di particolari squadre, cioè c'erano metri di giudizio diversi a seconda delle squadre di cui si discuteva?».
Alfredo Trentalange: «Venivano enfatizzati gli errori degli arbitri, poi a turno capitava a tutte le squadre di subire o venire coinvolte in questo giudizio ma non si faceva riferimento alla squadra ma all'errore dell'arbitro».
Matteo Bonatti avvocato : «Quindi a suo giudizio, che mi sembra persona più che esperta, lei non notò situazioni distoniche o privilegiate rispetto al tipo di squadra?».
Alfredo Trentalange: «No!».
Matteo Bonatti avvocato: «Con riferimento al suo ruolo di arbitro, il dottor Pairetto le chiese mai favori o mantenere occhi di riguardo per particolari squadre?».
Alfredo Trentalange: «NO, eppure avevo anche molta confidenza».
Matteo Bonatti avvocato: «Lei aveva particolare confidenza con Pairetto, siete entrambi torinesi..... ».
Alfredo Trentalange: «Sì, ma io avevo confidenza già con suo padre che fu il mio primo delegato tecnico. Per un arbitro che inizia dai campi sterrati di periferia avere qualcuno che ti viene a vedere e ti da dei consigli è fondamentale. E' una cosa eccezionale, io ho iniziato a 16 anni a fare l'arbitro».
Matteo Bonatti avvocato: «Quindi lei già col papà di Pairetto aveva questa confidenza».
Alfredo Trentalange: «Soprattutto con il papà di Pairetto devo dire, perchè i miei erano immigrati da giù, lui era piemontese e io no ma aveva un'attenzione particolare, lo ricordo».
Matteo Bonatti avvocato : «Si chiamava Antonio Pairetto, adesso purtroppo è mancato ...........senta ne approfitto ......che lei sappia, Antonio Pairetto aveva un rapporto amicale con Luciano Moggi?».
Alfredo Trentalange: « Penso di sì, non è che parlavamo di questo, ma mi ricordo che lui era del Torino ....... ricordo che conobbi anch'io Moggi alla mia prima partita di serie A era un Napoli-Pisa, c'era ancora Maradona e credo che Moggi fosse lì ....quando uno fa l'esordio fa la prima telefonata ed io l'ho fatta ad Antonio Pairetto......... perchè hai nel cuore quello che ti ha seguito per primo .... insomma ecco..... ».
Matteo Bonatti avvocato: «Con riferimento a Pairetto figliolo, l'attuale imputato, in ambito internazionale, lei ha arbitrato anche in ambito internazionale vero? ».
Alfredo Trentalange: «Sì, ho fatto 10 anni l'arbitro internazionale».
Matteo Bonatti avvocato: «Le venivano comunicate le designazioni dal dott. Pairetto? ».
Alfredo Trentalange: «Quando lui era membro della commissione era lui che me le comunicava. Nel senso che non è che facevo la telefonata alla UEFA o la UEFA faceva la telefonata in quanto questo succedeva già prima anche con Casarin, è normale».
Matteo Bonatti avvocato: «Quindi è una cosa che è sempre stata così?».
Alfredo Trentalange: «Assolutamente sì. Perchè colui che è deputato dalla commissione normalmente la dice».
Matteo Bonatti avvocato: «Nel 2004/05 lei svolgeva la carica di osservatore arbitrale, in tale veste lei doveva dare dei voti agli arbitri».
Alfredo Trentalange: «L'osservatore va a vedere la gara, valuta la prestazione dell'arbitro, va nello spogliatoio parla con l'arbitro, se non succedono cose che ti fanno cambiare idea nel colloquio alla fine dai un giudizio e un voto».
Matteo Bonatti avvocato: «Nella veste di osservatore, il dottor Paireto le chiese mai di modificare dei voti, di alterare giudizi o quant'altro? ».
Alfredo Trentalange: «NO!».
Matteo Bonatti avvocato: «Di penalizzare o favorire qualche arbitro?».
Alfredo Trentalange: «NO!».
Matteo Bonatti avvocato: «Ricorda se fu l'osservatore della partita Chievo- Lazio 0-1 arbitro Rocchi? ».
Alfredo Trentalange: «Ricordo che ero osservatore di quella partita sì».
Matteo Bonatti avvocato: «Ricorda che voto diede all'arbitro? ».
Alfredo Trentalange: «Un bel voto, poteva essere 8,45 o 8,50 un voto così».
Matteo Bonatti avvocato: «Senta in quella partita ci fu un'espulsione?».
Alfredo Trentalange: «Ci furono più espulsioni, poi lessi sui giornali che quella era una partita chiacchierata, andai a rileggere il rapporto e con Rocchi poi ne parlammo e dissi ti ricordi che una delle espulsioni severe era contro un giocatore della Lazio che era alla fine della partita».
Matteo Bonatti avvocato: «Poteva essere Couto il giocatore?».
Alfredo Trentalange: « Sì».
Matteo Bonatti avvocato: «Quindi lei gli disse che era un'espulsione severa?».
Alfredo Trentalange: «Sì, che mi era sembrata un po' severa e questo mi fece molto riflettere perchè avevo letto sui giornali il contrario».
Matteo Bonatti avvocato: «Lei fu anche l'osservatore di Juventus-Lazio 2-1 arbitro Dondarini».
Alfredo Trentalange : «Si».
Matteo Bonatti avvocato: «Anche in questo caso se si ricorda il voto che diede a Dondarini».
Alfredo Trentalange: «Il voto fu molto molto positivo perchè secondo me arbitrò bene».
Matteo Bonatti avvocato: «A sua memoria ci furono problemi in quella partita?».
Alfredo Trentalange: «No, assolutamente».
Matteo Bonatti avvocato: «Che lei ricordi nei campionati 2004/05 o anche nei precedenti in cui lei era arbitro, voi arbitri eravate sottoposti ad attacchi a .....critiche, censure e se sì da parte di chi?».
Alfredo Trentalange: «Questo fa parte del normalissimo iter che un arbitro incontra. Nel senso che dal settore giovanile l'arbitro è formato a subire critiche di ogni genere e tipo da .... ».
Matteo Bonatti avvocato: «Parliamo di serie A chi è che vi criticava? I giornali?».
Alfredo Trentalange: «Le critiche modestamente dai giornali, devo dire che non mi sono fatto mancare niente, sono finito in prima pagina più volte per averne combinate di tutti i colori, anche se sul terreno di gioco non mi sembrava e poi le critiche che ricevevo dall'organo tecnico ma in sede a Coverciano, io ricordo che dopo una partita non feci la serie A per 4 mesi. Nell'ultimo anno dopo un'Atalanta-Roma che mi fece riflettere perchè mi sembrava una sudditanza psicologica al contrario, sa che noi viviamo di questi luoghi comuni che si dicono, non arrivai alle 20 partite in serie A per un errore in una partita .......per aver allontanato Capello........dico quando ci sta ci sta......pazienza».
Matteo Bonatti avvocato: «Ma Pairetto, verso questi attacchi esterni di società calcistiche o giornalisti o quant'altro vi difendeva o vi esponeva al pubblico ludibrio?».
Alfredo Trentalange: «No, no io sono sempre stato difeso ed è una prassi che noi ora come dirigenti diamo come dovere etico dovere morale di difendere gli arbitri. Ovviamente gli errori quando ci sono li vedono tutti».
Matteo Bonatti avvocato: «All'interno poi .... ».
Alfredo Trentalange: « All'interno le critiche ...Pairetto in commissione erano in due. Erano in due e quando c'era da dare qualche pausa di riflessione o tenere nascosto un arbitro lo si teneva nascosto».
Matteo Bonatti avvocato: «Allora di nuovo le chiedo di attendere che il Presidente la autorizzi, farò una domanda che è evidentemente una valutazione però poichè è un arbitro chiedo al Presidente ........La sua opinione in quanto esperto in queste valutazioni il dottor Pairetto ebbe a favorire qualche arbitro rispetto ad altri, per ragioni non tecniche?».
P.M. Stefano Capuano : «C'è opposizione! ». (è ancora vivo)
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria : «Ammettiamo la domanda».
Alfredo Trentalange: «No secondo me erano analisi di natura tecnica, io ho la massima stima. Sempre e solo di natura tecnica».
Matteo Bonatti avvocato: «Grazie non ho altre domande».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria : «Allora chi vuole fare domande?».

Avvocato Catalanotti, Brescia Calcio
Catalanotti avvocato parte civile Brescia: «Lei ricorda a quale minuto in relazione alla partita Chievo-Lazio Cuoto fu espulso?».
Alfredo Trentalange: «Verso la fine della partita».
Catalanotti avvocato: «Non è in grado di precisare il minuto?».
Alfredo Trentalange: «No, sinceramente no».
Catalanotti avvocato: «Ricorda quando furono espulsi i giocatori del Chievo rispetto al goal segnato dalla Lazio? Prima o dopo?».
Alfredo Trentalange: «No».
Catalanotti avvocato: «Comunque conferma la relazione che è agli atti?».
Alfredo Trentalange: «Sì».
Catalanotti avvocato: «Non ho altre domande».


Avvocato De Vita, difesa Bergamo
De Vita avvocato difensore di Bergamo Paolo: «Sostanzialmente le stesse domande che gli ha fatto il collega con riferimento alla figura dell'altro designatore cioè ha mai subito pressioni particolari da Bergamo per favorire ... ».
Alfredo Trentalange: «No».
De Vita avvocato: «Per favorire qualche squadra?».
Alfredo Trentalange: «No. Bergamo non era mai tenero nei miei confronti, ma vale lo stesso discorso che ho fatto per Pairetto».
De Vita avvocato: «Senta, con i designatori avevate anche una collaborazione, cioè preparavate la gara, se ci può dare un'indicazione un po' più concreta di quello che era l'attività specifica oltre a quella didattica. Cioè vi sentivate prima di una partita importante, vi preparavate assieme, vi organizzavate..... ».
Alfredo Trentalange: «Quando c'erano delle esigenze particolari sicuramente sì. Per particolari intendo l'organizzazione del viaggio anche insieme ai collaboratori....
De Vita avvocato: «Anche sotto il profilo della preparazione della gara le dicevano stai attento ... ».
Alfredo Trentalange: «Assolutamente si, ma è la stessa cosa che adesso come dirigente io dico in quanto organi tecnici».
De Vita avvocato: «Vede lei lo dà per scontato ma noi non lo conosciamo».
Alfredo Trentalange: «lo dò per scontato ma è una carica, cioè l'organo tecnico per un arbitro è una cosa fondamentale, avere una telefonata che ti dice mi raccomando è una gara importante, vai concentrato, preparati bene è un rinforzo non da poco. Quindi capitava».
De Vita avvocato: «Quindi capitava che prima della partita ci fosse questo scambio».
Alfredo Trentalange: «Sì, capitava».
De Vita avvocato: «Grazie, non ho altre domande».


PM Narducci
P.M. Narducci: «Mi sembra che lei abbia detto di non aver in alcun modo ricevuto sollecitazioni di alcun tipo o pressioni dal designatore Pairetto in relazione a qualsiasi squadra. Esatto? ».
Alfredo Trentalange: «Sì».
P.M. Narducci: «Lei è nato a Torino?».
Alfredo Trentalange: «Sì, i miei sono di giù, ma io sono nato a Torino».
P.M. Narducci: «No, no per carità adesso non volevo ............Mi sembra quindi che lei non abbia mai potuto arbitrare la Juventus, è vero?».
Alfredo Trentalange: «Sì, perchè c'è una norma che stabilisce che l'arbitro della città non può arbitrare le squadre della sua città. Ha anche un senso perchè poi non può andare dal panettiere o dal lattaio perchè rischia la vita probabilmente».
P.M. Narducci: «Ho capito. Dunque ha detto che ha assegnato un buon voto 8,45 o 8,5 all'arbitro Rocchi per quel Chievo Lazio, mi sembra anche di aver capito che fu lei a far rilevare a Rocchi che l'espulsione di Couto l'aveva giudicata severa. Non rilevò altrettanta severità nell'ammonizione del giocatore Baronio?
Alfredo Trentalange: «Io ricordo quella partita e lui non arbitrò alla grandissima ......perchè parliamo di un voto buono ma non è un voto».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria : «Il massimo quant'è 10?».
Alfredo Trentalange: «10, lo si dà al Padreterno, il massimo che ho dato io».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «No, non il massimo che ha dato lei, il voto massimo che si può dare».
P.M. Narducci: «Il massimo che si può dare chiede il Presidente».
Alfredo Trentalange: «Probabilmente si può anche dare 9, io non li ho mai dati ma si può dare..... ».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Beh, però allora siamo molto vicini, qual'è il massimo e il minimo».
Alfredo : «Le indicazioni dell'organo tecnico che dice se ha sbagliato una ammonizione una punizione dice state in questo range, ma poi se uno prende, è un evento eccezionale vuol dire che ha fatto una prestazione perfetta».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Quindi non si è mai verificato che un arbitro abbia avuto 10 insomma».
Alfredo Trentalange: «Non mi risulta, a scuola è diverso...........8,50 è comunque un voto positivo perchè per me ha arbitrato bene. Faccio notare questa cosa di Couto, io non ci avrei fatto caso, perchè leggendo sul giornale di questa cosa chiacchierata dicevo, per dargli un rinforzo positivo, se ti ricordi io ti dissi che Couto mi sembrava un espulsione severa quindi non ti angosciare. Sei stato severo da una parte e dall'altra questa è la sintesi del voto positivo. E' stato severo per il Chievo e severo per la Lazio».
P.M. Narducci: «Scusi, ma la vicenda alla quale si riferisce per analoga severità a quale giocatore si riferisce».
Alfredo Trentalange: «Non ricordo il giocatore ma mi riferivo agli espulsi, per dare un giudizio positivo uno deve essere coerente per cui se l'arbitro durante la gara sceglie un metro di giudizio in cui fischia tutto o ammonisce sempre, anche se il calcio non è matematica, questo metro di giudizio è stato lo stesso sia nei confronti del Chievo che della Lazio. Questa è la mia sintesi nel giudizio. Quindi quando lui veniva additato come un po' tacciato di parzialità, io gli ho detto no, guarda sei stato giusto perchè come hai fatto da una parte hai fatto anche dall'alta anzi mi è sembrato sin severa l'espulsione di Couto. Poi posso sbagliare anch'io neh! ».
P.M. Narducci: «Per quanto riguarda la partita Juventus-Lazio arbitrata da Dondarini lei dice che il suo giudizio fu molto positivo».
Alfredo Trentalange: «Sì, prese un voto più alto, adesso non ricordo il voto».
P.M. Narducci: «Siamo quasi vicino al massimo, ma come osservatore lei non ricorda chiaro fallo del giocatore Ibrahimovic su Siviglia nel corso dell'incontro?».
Alfredo Trentalange : «Sinceramente no!».
P.M. Narducci: «Non ricorda che ci fu un chiaro fallo del portiere Buffon su Inzaghi?».
Matteo Bonatti avvocato: «Chiedo scusa però la qualificazione di "Chiaro fallo" del P.M. significa chiaro per chi? Per lui? sulla base di cosa?».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Secondo l'opinione del P.M.».
Matteo Bonatti avvocato: «Ahhh, quindi è una sua opinione».
P.M. Narducci: «Non li ricorda questi episodi?».
Alfredo Trentalange: «No! Sinceramente No!Il fatto che non li ricordo .. ».
Avvocato Trofino: «Vuol dire che non erano di grande rilievo».
P.M. Narducci: «Non li ha visti, non ho capito».
Alfredo Trentalange: «Probabilmente non l'ho ritenuto cose così gravi da abbassare il voto o da essere negativa la prestazione».
P.M. Narducci: «Ho capito. Non ho altre domande».


PM Capuano
P.M. Stefano Capuano: «Solo delle brevi precisazioni, lei ha parlato delle sue partecipazioni dei raduni di Coverciano, di quando Lei era arbitro o di quando era osservatore?».
Alfredo Trentalange: «Penso a quando ero arbitro».
P.M. Stefano Capuano: «Quindi i filmati fatti vedere riguardano prima del 2003, perchè lei ha detto ci facevano vedere filmati di tutte le squadre ma lei è fermo al 2003? Solo per chiarire».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Quindi lei come osservatore non andava a Coverciano? ».
Alfredo Trentalange: «Come osservatore non c'erano le stesse frequenze, si facevano uno o due incontri all'anno e non era intensivo come stare giovedì, venerdì e sabato, con filmati e..... ».
P.M. Stefano Capuano: «Quindi i suoi ricordi si attestano al 2003».
Alfredo Trentalange: «Come arbitro sì, come osservatore si fanno vedere anche dei filmati».
P.M. Stefano Capuano: «Però con una cadenza diversa e non settimanale».
Alfredo Trentalange: «Assolutamente sì».
P.M. Stefano Capuano: «Lei ha detto di essere particolarmente severo come voti da osservatore».
Alfredo Trentalange: «No, il trend è questo».
P.M. Stefano Capuano: «Un rigore rilevante, non dato sul 3 o 4 a zero, un rigore che lei ritieneva da concesso ed invece l'arbitro non concede. Quindi un episodio decisivo, sul suo voto quanto incide?».
Alfredo Trentalange: «A fronte di un risultato invertito e a fronte di una prestazione buona potevo decidere anzichè 8,50 dare 8,30».
P.M. Stefano Capuano: «Quindi uno zeroventi».
Alfredo Trentalange: «Sembrano calcoli ......ma le indicazioni degli organi tecnici vanno su quelle variabili».
P.M. Stefano Capuano: «Va bene».


Avvocato De Nigris, difesa Lotito
De Nigris avvocato: «Secondo la sua esperienza il tono del risultato fu consequenziale al tono della partita?».
Alfredo Trentalange: «Dipende da se uno considera i pali o gli errori dei difensori, però, sì, io vidi una partita corretta dal corretto risultato ».
DeNigris avvocato: «Tornando alle valutazioni che dava agli arbitri lei ha detto che il massimo era 9, il minimo quanto era? ».
Alfredo Trentalange: «Beh, si poteva dare anche 8 o addirittura 7,50, io francamente non ne ho mai dati. Poi ogni osservatore aveva i suoi parametri, ci saranno degli insegnanti più tolleranti.... ».
DeNigris avvocato: «No, il suo, quello che utilizzava per lei .... se ho capito bene era da 7 a 9?».
Alfredo Trentalange: «Sì, 7,50 nel mio caso».
DeNigris avvocato: «Quindi a Rocchi lei diede 8,50».
Alfredo Trentalange: « 8,45 o 8,50 non ricordo ma era una prestazione positiva».
DeNigris avvocato: «Va bene grazie».


Avvocato Prioreschi, difesa Moggi
Prioreschi avvocato: «Per capire meglio i criteri di valutazione, si poteva dare anche lo 0,5 in più cioè non 8,59 o 8,57 era questo il criterio erano per decimali, in questo senso (?)?».
Alfredo Trentalange: «Assolutamente».

Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Il tribunale rileva che uno dei testimoni ha detto che sua moglie nel 2005 avrebbe avuto una macchina da Giraudo, vorrebbe chiarire questo fatto ..... ».
Alfredo Trentalange: «No, io ho acquistato delle macchine come ho sempre acquistato con uno sconto, non da Giraudo però.....figuriamoci... ».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Che sconto ha avuto? Questa macchina era intestata a lei o a sua moglie? che macchina era? ».
Alfredo Trentalange: «O a me o a mia moglie».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «inizio 2005?».
Alfredo Trentalange: «1995».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Lo ha dichiarato il teste Capobianco ................ 1995 abbiamo detto 1995 ... ».
Alfredo Trentalange: «Sinceramente non mi ricordo ... che auto era».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Però la ha acquistata con lo sconto ...........che tipo di macchina era».
Alfredo Trentalange: «Non voglio dire fesserie, ma non mi ricordo».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Il teste può andare».
Teste Alessandro Guidi, ex arbitro e dirigente dell'AIA

Avvocato Bonatti, difesa Pairetto
Presta giuramento e declina le proprie generalità e professione».
Matteo Bonatti avvocato difesa di Luigi Pairetto: «Senta dottore le chiederei per cortesia di fare una piccola cronistoria del suo iter nel mondo del calcio, come arbitro, osservatore e dirigente».
Alessandro Guidi: «Sono partito come tutti a 17 o 18 anni in seconda categoria e sono arrivato fino in serie A come arbitro e ho smesso nel 1991 a seguito di un grave infortunio: ho avuto una emorragia cerebrale a quel punto ho iniziato una carriera dirigenziale prima come osservatore poi come vice commissario della serie C con Gigi Pairetto e poi sono stato in commissione con Pairetto, Bergamo, Nicchi e Celli. Poi sono uscito ma sono rimasto per 3 anni come osservatore speciale nella commissione poi nel 2005/06 un amico carissimo Cazzorla mi ha fatto diventare consigliere del Bologna calcio fino a due anni fa. Poi ho smesso».
Matteo Bonatti avvocato: «Senta, nella sua veste di osservatore lei doveva esprimere votazioni sugli arbitri».
Alessandro Guidi: «Meglio giudizi che poi si tramutavano in un voto».
Matteo Bonatti avvocato: «Il dottor Pairetto le chiese mai di modificare il proprio giudizio a favore o anche a sfavore di qualche arbitro?» .
Alessandro Guidi: «Assolutamente no. Ma tengo ad ampliare nella mia carriera mai nessuno mi ha avvicinato per cambiare giudizi, anche perchè sono (inconprensibile)».
Matteo Bonatti avvocato: «Lei ricorda la partita Chievo- Fiorentina 1-2 arbitro Dondarini».
Alessandro Guidi: «Sì, si, partita famosa perchè è andata alla ribalta questa qui».
Matteo Bonatti avvocato: «Quale fu il suo giudizio per l'arbitraggio dell'arbitro Dondarini?».
Alessandro Guidi: «Faccio fatica a ricordare tutti i particolari, però un arbitraggio non esaltante ma positivo, nella media, partita di fine stagione dove il gioco non è difficile da amministrare...ecco.... ».
Matteo Bonatti avvocato: «A lei risulta che Dondarini abbia annullato un goal al Chievo».
Alessandro Guidi: «lo chiesi a lui negli spogliatoi ma lui mi spiegò che fu un fischio su un fallo simultaneo dell'attaccante e del difensore che lo indussero a fischiare in favore della difesa».
Matteo Bonatti avvocato: «Lei ebbe a partecipare a qualche sorteggio delle designazioni arbitrali?».
Alessandro Guidi: «Quando ero in commissione alcuni sorteggi all'inizio li abbiamo fatti addirittura io e Nicchi e poi li facevano direttamente i designatori. Parlo non ricordo se nel 1999/2000 o 2000/01».
Matteo Bonatti avvocato: «ahh, in quegli anni là, nel 2005 no?».
Alessandro Guidi: «Non ero più in Commissione».
Matteo Bonatti avvocato: «Allora è inutile che faccia altre domande al riguardo. Lei conosceva il papà del dottor Pairetto: Antonio? ».
Alessandro Guidi: «Sì, benissimo».
Matteo Bonatti avvocato: «Lei sa se fosse in rapporto amicale con Moggi?».
Alessandro Guidi: «Sì».
Matteo Bonatti avvocato: «Con riferimento al mondo arbitrale lei dalla sua posizione poteva vedere se erano oggetto di attacchi della stampa o di società calcistiche? Lo erano in generale con particolare riferimento nell'ambito di questo processo agli anni 2004/05 ?Era un mondo di critiche normali?».
Alessandro Guidi: «No, ci sono delle pressioni e degli interessi pressanti. Io ho fatto il dirigente di società e posso assicurare che il calcio stressa molto i presidenti e chi collabora con loro, in questo caso parlo del Bologna abbiamo vissuto tre anni di stress con un presidente anche abbastanza focoso. Ciò nonostante gli arbitri non hanno subito le pressioni del mio presidente di allora anche se è stato squalificato per sei mesi per un lungo periodo.....».
Matteo Bonatti avvocato: «Quindi erano immuni dalla influenze dall'esterno».
Alessandro Guidi: «Poi è ovvio che ognuno di noi preferisse fare Milan, Inter Juventus o Bologna piuttosto che altre società, come un giocatore, umanamente proprio ....(boh!)».
Matteo Bonatti avvocato: «Per ragioni di prestigio. Non avrei altre domande».


Avvocato Catalanotti, Brescia calcio
Avvocato Catalanotti di parte civile per il Brescia Calcio - Lei ha definito la partita Chievo Fiorentina una partita non difficile, di fine stagione, così ha detto. Si ricorda il mese in cui fu giocata? Era maggio?».
Alessandro Guidi: «Sì, maggio».
avvocato Catalanotti: «La Fiorentina in che condizioni di classifica si trovava? Lottava per lo scudetto, per la coppa Uefa, per non retrocedere?».
Alessandro Guidi: «Sicuramente, era in una situazione precaria».
avvocato Catalanotti: «Quindi lottava per non retrocedere. Una partita di fine stagione in cui una delle due lotta per non retrocedere è una partita facile?».
Alessandro Guidi: «Avvocato lei lo sa che le partite diventano facili, quando l'animosità dei contendenti è appagata».
avvocato Catalanotti: «Risultò poi una partita facile effettivamente o ci furono grosse contestazioni?
Alessandro Guidi: «Se guardiamo i filmati vediamo che non ci furono grandi contestazioni,nè a fine partita nè nello spogliatoio».
avvocato Catalanotti: «Non ci fu una forte reazione del capitano del Chievo D'Anna alla segnatura del goal della Fiorentina?».
Alessandro Guidi: «Ma guardi avvocato le posso assicurare che non ne abbiamo neanche parlato nello spogliatoio.............non mi ricordo proprio......mi ricordo del rigore a fine partita perchè fu oggetto di discussione ma la segnatura della rete proprio non ricordo.... ».
avvocato Catalanotti: «D'anna fu anche ammonito per le proteste».
Alessandro Guidi: «Può darsi ma non è un episodio fondamentale».
Avvocato Catalanotti: «No, no non ho detto che era fondamentale, chiedevo la circostanza specifica se ci fosse stata una protesta del capitano del Chievo al goal della Fiorentina».
Alessandro Guidi: «Ricordo che quando andammo negli spogliatoi».
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Protesta di chè avvocato?».
Avvocato Catalanotti: «Perchè il goal della Fiorentina fu segnato in fuorigioco».
Alessandro Guidi: «A me non risulta assolutamente, non ne parlammo proprio. L'oggetto della conversazione fu focalizzato su una partita che non aveva presentato particolari difficoltà e quell'episodio del fischio in cui lui optò per il fallo a favore del difensore».
Avvocato Catalanotti: «Negli ultimi 5 minuti della partita ci furono due episodi in area della Fiorentina che diedero luogo a proteste vivacissime dei giocatori del Chievo che ritenevano falli da rigore evidentissimi
proteste in aula - domanda suggestiva, fa una serie di congetture personali, vivacissime proteste, evidentissimi rigori che sono cose assolutamente di sua interpretazione».
Avvocato Catalanotti: «Per me è oggetto della domanda
Presidente Dott.ssa Teresa Casoria: «Deve formulare la domanda così: è vero che ci furono .......
Catalanotti: «Per sintetizzare…ci furono proteste del Chievo per la mancata assegnazione di due rigori?».
Guidi: «Io voglio rispondere in maniera completa. Io non sono preparato su quella partita, se ha visto dei filmati e ci sono delle proteste io non le ricordo. Oggetto della conversazione con l’arbitro fu imperniato esclusivamente sull’episodio, se adduce a questo episodio ».
Casoria: «Lei è l’osservatore in quella partita?».
Guidi: «Osservatore, che vede la partita dalla tribuna, per cui le cose plateali le riesce a vedere le cose minime non riesce a vederle. Non parlammo esclusivamente della conduzione della gara, che è un conduzione facile da fine campionato. E non solo questo parlammo anche del calcio di rigore che lui non aveva assegnato perché.. ».
Casoria: «Abbiamo capito questo, ma l’avvocato dice le proteste.. ».
Guidi: «Guardi, le ripeto».
Casoria: «Non le percepì come..».
Catalanotti: «Quello che si è detto negli spogliatoi con Dondarini a me non mi interessa, a me interessa sapere quello che a visto!».
Casoria: «Non le percepì, ha detto che non le percepì».
Guidi: «Ma lei vuole sapere quello che ho visto o anche le impressioni che ho avuto? mi perdoni. Le impressione che ho avuto sono una partita di fine campionato in cui durante la partita, nello spogliatoio e anche dopo la partita non successe niente come a fine campionato non succedono cose gravi».
Catalanotti: «Peccato che non la possiamo vedere presidente».
Guidi: «Peccato».
Catalanotti: «Ci fu a un minuto dalla fine partita un fallo piuttosto evidente e grave secondo la valutazione mia e anche di molti giornalisti, ed anche delle giornaliste di sky che commentavano la partita in ordine un fallo commesso ai limiti dell’area di rigore di un giocatore della Fiorentina in danno di un giocatore del Chievo…».
Opposizione in aula “questa è un’opinione non una domanda”».
Catalanotti: «Non è un’opinione chiedo se c’è stato un fallo oppure no!».
Casoria: «Lei se lo ricorda questo fallo?».
Guidi: «Assolutamente no».
Casoria: «Avvocato non la percepì».
Guidi: «Se l’Avvocato si riferisce a quell’episodio già tre volte riportato ripeto ho spiegato…».
Casoria: «Contemporaneità».
Catalanotti: «Presidente io parlo di due calci di rigore, minuto 42 e 43 e di un fallo ai limiti dell’area di rigore al minuto 45. Sono tre episodi e non ne ricorda neppure uno?».
Guidi: «Le ripeto».
Casoria: «Non li ricorda e dice che non ne ha proprio parlato con l’arbitro».
Catalanotti: «Prendo atto grazie».
Casoria: «Ricorda che voto diede all’arbitro Dondarini?».
Guidi: «Guardi le dico, la la..8,40? ..8,45? Che allora era appena passabile, ma..dovuta alla partita, perché la valutazione è sull’intensità della partita, sulle difficoltà che si possono creare. Non solo, ma anche su..per spiegare ancora meglio, se un arbitro non da un calcio di rigore che c’è, come reagisce dopo il calcio di rigore non dato. Perché il calcio di rigore viene dato se lo vede l’arbitro, molte volte non lo vede e allora cosa succede? Succede come reagisce dopo se sente questa pressione o meno.. ».
Casoria: «Chi vuol far domande?».

Bonatti per Pairetto
Bonatti: «Visto che si è messo in ballo il discorso relativo alle.. Tutte le domeniche, ancora oggi, assistiamo a giudizi completamente diversi a quelli espressi da voi in campo sui giornali. Voi vi confrontate nel vostro giudizio con i giornali? ».
Guidi: «No, assolutamente».
Bonatti: «Voi date il vostro giudizio da tecnici.. ».
Guidi: «Ma non solo, tengo precisare e questa è.. gli osservatori d’oggi finita la gara, specie se ci sono state turbolenze, avvertono l’organo tecnico e gli dicono come è andata la gara. Perché l’organo tecnico a sua volta si prepara per quello che può essere la fase successiva».

Avvocato Messeri per Bertini
Messeri: «Ho soltanto da chiederle se può confermare, io ho depositato all’inizio del processo un mio fascicolo contenente dei documenti, tra i quali un rapporto di gara riguardante Juve-Milan a sua firma. Per comodità del collegio ne ho fatta un’altra copia chiedo la possibilità di mostrargliela e intanto se può confermare se l’ha redatto lei».
Casoria: «Lei è osservatore in quella partita».
Guidi: «Insieme all’organo tecnico Pairetto, era congiunta».
Casoria: «Riconosce la sua firma sotto?».
Guidi: «Si».
Casoria: «Che domanda voleva fare avvocato?».
Messeri: «Per chiarire anche le domande che faceva lei prima presidente all’altro osservatore, in quel rapporto ci sono i criteri di valutazione, vedrà e questa è una domanda se i voti vanno dal 7 al 9? ».
Guidi: «Sono, si si».
Messeri: «Quindi il voto finale di 8,50».
Guidi: «Presuppone una buona prestazione, una prestazione anche con delle difficoltà, che c’erano state difficoltà in quella partita».
Messeri: «Io se gli altri non hanno altre domande, nel caso mi riservo di farne altre, mi basta che confermi il contenuto di quel verbale. Grazie».
Teste Pisacreta

Avvocato Bonatti per Pairetto
Bonatti: «Dottore buongiorno. Volevo chiederle se può riassumere al tribunale la sua carriera di arbitro di calcio, breve riassunto».
Pisacreta: «Sono stato arbitro di serie C per 5 anni, per 11 anni ho fatto l’assistente di cui 7 internazionale e due dopo leva sarebbe il massimo dell’attività. Questa è la mia carriera da arbitro».
Bonatti: «Quando si è conclusa la sua carriere 2004 2005?».
Pisacreta: «2003.-2005 si».
Bonatti: «Quell’anno lei arbitrò ancora?».
Pisacreta: «Certo. Ultimo anno».
Bonatti: «I designatori arbitrali quindi erano Bergamo e Pairetto?».
Pisacreta: «Si».
Bonatti: «Con riferimento al Dr. Pairetto, che è da me assistito, lei fu mai avvicinato dal Dr. Pairetto, cioè mai il Dr. Pairetto ebbe a chiederle di privilegiare favorire o sfavorire qualche compagine, qualche club?».
Pisacreta: «Mai».
Bonatti: «Le chiese di, in quale modo, di penalizzare influenzare qualche collega arbitro o qualche assistente..?».
Pisacreta: «No no, assolutamente. Il rapporto di Pairetto era diretto con gli arbitri e anche con noi, non ha mai parlato di ciò».
Bonatti: «Senta in quel di Coverciano voi facevate ancora, anche nell’anno 2004 2005, riunioni tecniche, commentavate le partite con filmati quant’altro».
Pisacreta: «Si, noi commentavano le partite; gli assistenti non partecipavano a tutti i raduni, ma soltanto ogni due mesi, di solito ci intratteneva il responsabile degli assistenti che era Mazzei, e su episodi di fuorigioco situazioni tecniche riferite alla nostra.. specialità..guardalinee..».
Bonatti: «Anche voi assistenti, seppur con cadenza minore, meno intensità, svolgevate questo lavoro di valutazione tecnica.. ».
Pisacreta: «Certo noi facevamo parte da un team ed eravamo chiaramente diretti dai nostri organi tecnici, sia per quanto riguarda gli arbitri sia gli assistenti, era meno frequente perché gli assistenti non partecipavano a tutti i raduni ma partecipavano soltanto ai raduni bimestrali, ogni 45 giorni».
Bonatti: «Adesso io faccio riferimento ad una specifica partita Roma-Juventus 1-2 parliamo dell’anno 2004-2005. Lei la ricorda questa partita?».
Pisacreta: «Certo».
Bonatti: «Chi era l’arbitro?».
Pisacreta: «Racabuto».
Bonatti: «Chi era l’altro assistenti insieme a lei?».
Pisacreta: «Ivaldi».
Bonatti: «Senta, lei di ricorda se ci fosse stato un fuorigioco in questa partita segnalato/non segnalato a favore della Roma. Non segnalato nel seno a sfavore della Roma.. ».
Pisacreta: «Certo, la prima rete l’ho vista in televisione. Un episodio particolare dove c’è un tiro, il portiere respinge la palla, il giocatore che segna la rete quando c’è il tiro è leggermente avanti, dopo.. 4/5 replay mi sono accorto che era 20 cm avanti forse, 20 cm avanti rispetto al tiro. Episodio particolarissimo, molto difficile come valutazione».
Bonatti: «Molto difficile. Qualcuno protestò in campo?».
Pisacreta: «No nessuno».
Bonatti: «Invece qualche dirigente della Roma ebbe a protestare?».
Pisacreta: «Certo alla fine del primo tempo.. ci dissero che era in fuorigioco la prima rete, ma nessuno, nemmeno il sottoscritto, si era accorto che in campo, dalla posizione della rete, era partito dal colpo di testa del compagno, era leggermente più avanti rispetto al pallone, perché ci fu una ribattuta del portiere che andò poi al giocatore che segno la rete. Al rientro negli spogliatoi ci dissero che era anche se di poco era in fuorigioco».
Bonatti: «Lei quando venne sentito, è stato già sottoposto ad indagine, parlò di 10 cm..».
Pisacreta: «10, voglio dire 5, era qualcosa di impercettibile anche l’immagine televisiva è in base ai fleg che fermano il pallone. Se il fleg è fermato un fleg prima sono da 10, 20, 30 cm la mia ottica era quella di una posizione regolare».
Bonatti: «Per sua esperienza, tali distanze, per una persona che è in campo a prescindere dalla moviola, sono percettibili di fatto?».
Pisacreta: «Diciamo che noi come abitudine abbiamo un’indicazione di massima che nel dubbio non bisogna andare su ed è stata data dalla Uefa, Fifa…nel dubbio di fuorigioco, l’indicazione di massima è che nel dubbio un assistente deve riuscire tenere la bandiera giù, perché il 90% dei casi se è giù nel dubbio la posizione è regolare, in ogni situazione di dubbio, quello che vede l’occhio umano poi in televisione risulta il contrario, sembra più avanti rispetto al giocatore invece parte da una posizione regolare. Perciò come caratteristica di un assistente è quella di avere la forza di rimanere con la bandierina giù in episodi dubbi».
Bonatti: «Questa è una decisione che prese lei, non sollevò..?».
Pisacreta: «Io non alzai la bandierina, l’arbitro non poteva, se anche io ero in difficoltà l’arbitro non poteva fare nessun tipo di valutazione perché io ero in linea.. con il penultimo difensore e l’arbitro aveva un’altra visuale».
Bonatti: «Vi fu poi nella medesima partita l’assegnazione di un calcio di rigore a favore della Juventus assegnato dall’arbitro Racalbuto. Lei su questo calcio di rigore aveva qualche certezza? Aveva lei dal suo punto di vista.. ».
Pisacreta: «No, che cosa succede: noi abbiamo una visuale differente rispetto all’arbitro. L’arbitro di solito punta il pallone, dove è il gioco, l’assistente.. il penultimo difensore. Io dalla mia posizione, dopo il fischio del calcio di rigore da parte dell’arbitro, l’arbitro fu portato verso di me, io gli risposi in assoluto, io non ho certezze,se la palla è dentro o meno, il giocatore era dentro era caduto in aerea 2 mt e 2,30..lui venne da me e dissi io non ho certezza dove è successo il fallo lui ritornò e prese la sua decisione, una decisione sua di decretare il calcio di rigore».
Bonatti: «Ovviamente è una domanda sciocca. Se lei avesse avuto certezze di qualche tipo le avrebbe segnale all’arbitro».
Pisacreta: «Certamente, come fatto in altre occasioni».
Bonatti: «A tal riguardo vi furono proteste?».
Pisacreta: «Certo vi furono proteste dei giocatori chiaramente della Roma che asserivano che il fallo fosse avvenuto fuori».
Bonatti: «Questa delle proteste è una cosa frequente poco frequente, voi che siete sui campi succede raramente che si protesti?».
Pisacreta: «Di solito ci sono le proteste specialmente situazioni dubbie al limite dell’area di rigore, quella fu un partita particolare perché veniva già da una settimana, una partita che si aspettava da tempo. Le proteste ci sono state e forse qualcuna in più rispetto al normale».
Bonatti: «Nella medesima partita ci fu un annullamento di un gol alla Juventus che lei ricordi».
Pisacreta: «Si si che se io ricordo bene era regolare».
Bonatti: «Questo perché voi le riguardate dopo?».
Pisacreta: «Certo».
Casoria: Cosa era regolare, l’annullamento era regolare?».
Pisacreta: «In realtà era una rete regolare».
Casoria: Annullata per errore».
Pisacreta: «Si per errore… dall’altro collega non dalla mia parte».
Bonatti: «Da Ivandi».
Pisacreta: «Si da Ivaldi».
Bonatti: «In sostanza, gli errori di Racalbuto sono almeno un paio, poi il giudizio è opinabile, le contestazioni attengono una volta Ivaldi, una volta lei, una volta Racalbuto stesso, ciascuno a turno. Senta con riferimento a questa partita in particolare, poi anche ad altre partite, questa fu un partita particolarmente intensa?».
Pisacreta: «Si».
Bonatti: «Anche fallosa?».
Pisacreta: «Si».
Bonatti: «Quindi, facile o difficile da arbitrare?».
Pisacreta: «Difficilissima».
Bonatti: «Lei venne successivamente, nelle fasi successive, fu utilizzato nell’immediatezza dopo questa partita?».
Pisacreta: «No, fui in seguito all’errore, fui sospeso, come succede per gli errori che si svolgono in campo, fui sospeso; ricordo che sostituii un assistente per un infortunio dopo un po’ di tempo».
Casoria: «Quanto?»
Bonatti: «Può essere un mese dopo».
Pisacreta: «Adesso di preciso.. ».
Bonatti: «Può essere un mese? Lei allora, quando fu sentito, disse, “non fui utilizzato come assistente se non dopo circa un mese e solo in sostituzione di un collega che si era infortunato»
Pisacreta: «Sì, lo ricordo perché dissi al collega, “ti sei infortunato, posso rientrare in A”».
Bonatti: «Quindi in buona sostanza fu “punito” per questo errore teoricamente a favore della Juventus?»
Pisacreta: «Vabbè, quando uno sbaglia la commissione decide se utilizzarti o meno. Non utilizzarmi significa che hanno visto le immagini dal campo e certamente non avevo fatto bene quella gara, e come mi avevano premiato altre volte per dirigere gare successive, mi avevano tenuto fermo».
Bonatti: «Lei negli ultimi suoi due anni, 2003/04 e 2004/05, quante volte ebbe ad arbitrare la Juventus?»
Pisacreta: «Se ricordo bene undici volte».
Bonatti: «E quante volte perse la Juventus? »
Pisacreta: «Beh, negli ultimi due anni ogni volta che perdeva la Juventus ero in campo, furono sei volte mi sembra ».
Bonatti: «E però veniva sempre utilizzato lei?»
Pisacreta: «Venivo utilizzato, undici volte perché venivo considerato un assistente affidabile. Come ho arbitrato la Juventus undici volte, avrò arbitrato la Roma dodici, l'inter, il Milan ».
Bonatti: «Come già chiesto all'inizio, per questa o per altre partite in generale, le venne chiesto dal dottor Pairetto o dal signor Racalbuto di riservare particolari trattamenti a favore dell'una piuttosto che a favore che dell'altra squadra?»
Pisacreta: «No, no, assolutamente no ».
Bonatti: «Non ho altre domande».


Controesame difesa Bergamo e Racalbuto
Morescanti: «Le ripongo la domanda posta dalla difesa Pairetto, e cioè se lei da parte del designatore Bergamo ha mai ricevuto pressioni e di scendere in campo e di aiutare più o meno una o l'altra squadra».
Pisacreta: «No mai».
Morescanti: «Vuole spiegare esattamente il ruolo dell'assistente arbitrale, quali erano proprio i compiti tecnici che il guardalinee doveva compiere».
Pisacreta: «I compiti dell'assistente sono quelli di aiutare l'arbitro. L'evoluzione del ruolo da guardalinee ad assistente arbitro è proprio questa, l'assistente aiuta l'arbitro quando questi non vede, dà una mano. I compiti specifici sono quelli da regolamento, il compito principale è quello della responsabilità sul fuorigioco, sulle rimesse laterali, quando il pallone esce dalle linee perimetrali. Però il compito di un buon assistente è di aiutare l'arbitro, dargli una mano eventualmente in campo».
Morescanti: «Grazie, non ho altre domande».


Avvocato Picca per i Della Valle e la Fiorentina
Picca: «Lei è stato assistente anche nell'incontro Lazio-Fiorentina disputatosi il 22 maggio 2005?»
Pisacreta: «Sì».
Picca: «Ricorda situazioni di gioco che determinarono polemiche e anche vibrate proteste?»
Pisacreta: «Certo. Nel primo tempo ci fu un tiro in porta, un giocatore della Lazio saltò di testa, ma col braccio colpì il pallone invece che con la testa e la palla andò fuori. L'arbitro assegnò calcio d'angolo. Io ero su quella palla...»
Picca: «Lei era in linea? Era l'assistente di linea?»
Pisacreta: «Io non ero in linea, ero l'assistente sì. Ci furono proteste perché quello chiaramente era un episodio particolare perché qualora visto comportava in realtà il calcio di rigore e l'espulsione del giocatore».
Picca: «Quindi da regolamento ci doveva essere espulsione del giocatore della Lazio e calcio di rigore per la Fiorentina. Viceversa quale fu la decisione dell'arbitro? »
Pisacreta: «Calcio d'angolo».
Picca: «Lei mi diceva che era in linea, era lei l'assistente competente a quella fascia? »
Pisacreta: «Ero in linea con il penultimo difensore, non con il voglio dire...».
Narducci: «Che vuol dire?» Ossignur, vuoi vedere che Narducci non conosce neanche la regola del fuorigioco?!
Pisacreta: «...con il portiere che era in avanti..»
Picca: «Voi siete divisi per fasce, no?»
Pisacreta: «Sì, sì per fasce. Era la fascia di mia competenza».
Picca: «Non ho altre domande».


PM Narducci
Narducci: «Torno alla partita Roma-Juve. Volevo un chiarimento da lei, stiamo parlando dell'azione del gol all'11° del primo tempo, gol di Cannavaro. Lei era l'assistente in quel momento, non Ivaldi, in linea con la porta romanista?»
Pisacreta: «Sì».
Narducci: «Una cosa non ho compreso, perché lei ha fatto riferimento a sue impressioni, ricavate ovviamente guardando i filmati della partita, e ha richiamato quella decisione della FIFA circa le segnalazioni possibili o non possibili del fuorigioco. Quello che non ho compreso è se lei in quel momento aveva avuto quantomeno il dubbio circa il possibile fuorigioco e poi una sua decisione di non alzare la bandierina perché azione dubbia, o no?» Il processo alle intenzioni. Comunque avrebbe applicato correttamente il regolamento!
Pisacreta: «Allora, se posso spiegare l'azione, ci fu un colpo di testa di un compagno di squadra di Cannavaro, il portiere parò e la palla tornò dietro, Cannavaro tirò in porta e segnò. Il fuorigioco bisognava valutarlo nel momento in cui il suo compagno colpiva di testa verso la porta. Nel momento del colpo di testa per me Cannavaro era dietro alla linea del pallone, essendo dietro alla linea del pallone era regolare, non poteva essere fuorigioco. E ripeto, io ho ancora dei dubbi sulle immagini televisive». La moviola in un'aula di tribunale. Chi ha detto che ci sarebbero dei processi più seri da fare?
Narducci: «Quindi lei in quel momento non ha avuto alcun dubbio, riteneva che fosse un'azione assolutamente regolare?»
Pisacreta: «Tutti in campo, compresi i calciatori, compreso l'arbitro. Noi ce ne siamo accorti negli spogliatoi perché ci dissero che era fuorigioco». Questa poi è un'abitudine di chi si sente danneggiato per condizionare la terna per il proseguo della partita.
Narducci: «Il secondo passaggio. Quando ci fu quel fallo di Zebina su Zalayeta, quello che determina poi la concessione del rigore a favore della Juve, dovrebbe chiarirmi questo, in quel momento Racalbuto ha già fischiato il fallo e viene da lei per consultarsi? Ovvero questa decisione in quel momento non è stata ancora presa da Racalbuto, quando si avvicina a lei e discutete?»
Pisacreta: «La sequenza temporale è questa: c'è il fallo, Racalbuto fischia calcio di rigore e va verso il punto del calcio di rigore, ci sono le proteste dei giocatori che vengono sia verso di me che verso l'arbitro, dopo le proteste vedo Racalbuto avvicinarsi e io gli riferisco questo, e c'erano i calciatori lì intorno, gli dico, “io non ho certezze”. Chiaramente veniva da me per sapere se era dentro o fuori, perché sul fallo nessuno ha dubitato, neanche i calciatori presenti. Le proteste erano se il fallo fosse avvenute sulla linea o fuori dall'area».
Narducci: «Ho compreso. Ma lei stesso mi dice che aveva dei dubbi? Lei aveva un dubbio?»
Pisacreta: «Sul calcio di rigore? No, no, io non l'ho proprio visto, io non ho visto dov'era il calcio di rigore», intende il fallo.
Narducci: «Scusi e perché lei ha detto a Racalbuto “io ho dubbi”?» Narducci ascolta quello che i testi gli rispondono?
Pisacreta: «No, “io non ho certezza” se avvenuto il fallo dentro. Perché io ho visto il giocatore cadere due metri dentro l'area, ma non ho visto dove era avvenuto il fallo, se era avvenuto sulla linea o fuori. Questa era la mia certezza».
Dite che il pm abbia capito?
Narducci: «Non era quindi in quel momento... »
Pisacreta: «...di giudicare al meglio, sì».
Narducci: «Poi l'ha rivista quest'azione dopo?» Qualcuno lo fermi con una opposizione!
Pisacreta: «Certo che l'ho rivista».
Narducci: «E dunque, dove si era verificato il fallo?» Nessuna opposizione. Per favore mettiamo la moviola in campo così il pm va a perseguire i criminali seri.
Pisacreta: «Ma lì, anche lì è dubbia»
Narducci: «No, no, no...» Il pm tifoso!
Pisacreta: «Lì è un fallo che avviene a cavallo della linea dell'area di rigore. La dinamica dell'azione fa propendere il piede..., ma non si capisce se il contatto avviene sulla linea. Anche lì è una situazione dubbia. Da tutto quello che era stato nei giorni successivi, era dato per assodato che il fallo fosse avvenuto fuori. Cosa che, ripeto, se le immagini vengono fermate in un certo modo le cose possono sembrare differenti. Però tutta l'opinione pubblica e i giornali dissero che il rigore, anche se di poco, era fuori dall'area». Il sentimento popolare!
Narducci: «Ho capito». Sicuro?
Pisacreta: «Era una situazione dubbia».
Narducci: «Lo dissero un po' tutti». Se la segna per l'arringa finale...
Narducci: «Racalbuto fischia al 41', il rigore viene segnato al 44'. Come mai ci fu questo lungo lasso di tempo?» Come mai?
Pisacreta: «Perché ci furono delle proteste. Ripeto la partita era difficilissima. Ci furono molti falli, e molte proteste per il rigore, le prime furono verso di lui, poi vennero da me per dire, “digli che è fuori!”. Io ai giocatori risposi le stesse cose, anzi ai giocatori non dissi nulla, quando arrivò l'arbitro...»
Narducci: «”Non ho certezze”. Grazie, non ho altre domande».


Interviene l'avvocato Mungiello, difesa Racalbuto.
Il legale dell'arbitro fa rimarcare ancora una volta che sul gol di Cannavaro non ci furono proteste da parte dei romanisti.
Mungiello: «Lei ha detto che era una partita difficile, ci può dire per quale motivo?»
Pisacreta: «I motivi erano molteplici, il principale forse era che c'era il ritorno di un allenatore che prima allenava l'altra squadra».
Mungiello ricorda che anche per Emerson poteva farsi lo stesso discorso
Mungiello: «Ricorda che al 21' (del secondo tempo) Ivaldi annullò un gol ad Ibrahimovic?»
Pisacreta: «Sì, ricordo, l'ho rivisto in televisione».
Mungiello: «Che secondo lei era dubbio o?»
Pisacreta: «Anche lì era di difficile valutazione».
Mungiello: «Lei già ci ha detto quali erano più o meno le competenze arbitrali. Ci può dire come si muove un arbitro durante una partita? C'è un protocollo o l'arbitro cammina per il campo così come gli viene?»
Pisacreta: «Certo, ci sono le tecniche di spostamento. Di norma l'arbitro si sposta in diagonale, dalla parte dove non c'è il guardalinee. Però un buon arbitro si sposta anche in relazione alla tattica, in base al pallone, dove può decidere meglio».
Mungiello: «Possiamo dire che va a coprire quegli angoli dove non ci sono gli assistenti di linea?»
Pisacreta: «Noi diciamo che dovrebbe essere una diagonale spezzata... In realtà se l'azione si sposta verso l'assistente l'arbitro si avvicina al guardalinee...».
Mungiello: «Data la profondità del campo che percentuali ci sono che l'arbitro possa vedere o non vedere un fuorigioco? L'arbitro che incidenza ha su un fuorigioco?»
Pisacreta: «Sui fuorigioco di cui abbiamo parlato i precedenza, nulla. Se è difficile per un assistente... Può decidere se l'assistente sbaglia un fuorigioco, ma parliamo di fuorigioco di tre metri... o di valutazione perché non vede chi ha toccato la palla. Ma su situazioni in linea, dove parliamo di dieci o venti centimetri l'arbitro non ha una visuale idonea a valutare».
Segue una disquisizione sulla difficoltà di cogliere un fuorigioco dal vivo
Mungiello: «Non ho altre domande, grazie presidente».


L'avvocato Bonatti chiede un'ultima precisazione.
Bonatti: «Per riagganciarmi ad una domanda del pubblico ministero. Ma è così raro che i giocatori protestino e che le proteste siano anche veementi e che durino anche minuti? È una cosa rara nella sua esperienza calcistica?»
Pisacreta: «La protesta oramai sta diventando una consuetudine...»
Casoria: «L'avvocato vuole sapere dei quattro minuti che ha detto il pubblico ministero...»
Bonatti: «E' una cosa così rara? Si è già verificata nella sua carriera una cosa di questo genere?»
Pisacreta: «No, no, sono successe anche altre volte. Non è così, tre minuti, protestarono prima verso l'arbitro, poi vennero da me... Se devo dire che nella mia carriera si è verificato solo un caso, no»
Bonatti: «Quindi è una cosa che può capitare?»
Pisacreta: «Certo, certo, può capitare»
Bonatti in extremis: «La linea dell'area...? »
Pisacreta: «La linea dell'area fa parte dell'area di rigore, perciò un fallo avvenuto sulla linea dell'area è calcio di rigore».
Bonatti: «Grazie».

Il teste viene congedato.
Prima che il Presidente conceda la pausa l'avvocato Misiani deposita le ricevute attestante la veridicità della dichiarazioni di Scardina il quale affermò di aver pagato l'auto o le auto che per l'accusa aveva ricevuto con forti sconti o addirittura in regalo.

Teste arbitro Farina

Avvocato Bonatti difesa Pairetto.
Bonatti: «Senta, io le vorrei chiedere come con chi l’ha procedura, di esporre al tribunale succinto riassunto di quella che è la sua carriera presso l’AIA o come arbitro in generale».
Farina: «Io ho cominciato a dicembre del 1979 a fare l’arbitro e sono arrivato a livello nazionale nei primi anni 90. Nel 91 in serie C, nel 94 in serie A dove ho fatto quindici anni fino all’anno scorso. Da un anno, per cui dalla stagione in corso, sono il responsabile della commissione arbitri della serie D».
Bonatti: «Della serie D?».
Farina: «Si».
Bonatti: «Interregionale».
Farina: «Interregionale».
Bonatti: «Senta lei è stato anche arbitro internazionale?».
Farina: «Si, sono stato internazionale per otto anni, dal 2001 fino alla fine della carriera; gli ultimi due anni perché poi a 45 anni si deve .. ».
Bonatti: «Lei è stato arbitro anche durante il campionato di calcio 2004-2005?».
Farina: «Si».
Bonatti: «Quindi designatori Pairetto-Bergamo».
Farina: «Si».
Bonatti: «Il Dr. Pairetto le chiese mai di favorire qualche squadra, di esprimere delle manovre..?».
Farina: «Mai».
Bonatti: «Il dr. Pairetto le chiese comunque in qualche modo, anche velatamente o indirettamente, di utilizzare il metodo delle espulsioni o delle ammonizioni di giocatori diffidati?».
Farina: «No mai».
Bonatti: «In maniera strumentale voglio dire».
Farina: «No».
Bonatti: «Quindi rispetto a nessuna squadra vi furono richieste di particolari favoritismi?».
Farina: «No assolutamente».
Bonatti: «Con riferimento ai sorteggi, lei ebbe modo di …in qualche modo di parteciparvi di assistervi?».
Farina: «Si, noi abbiamo assistito sempre a parte credo ..non ricordo l’ultimo anno.. sempre a parte l’ultimo anno…».
Bonatti: «Quindi per quanta sua accortezza notò delle anomalie, delle irregolarità..?».
Farina: «Normalmente no».
Bonatti: «Normalmente vuol dire?».
Farina: «Tutte le volte che partecipavamo..no».
Bonatti: «Partecipò lei? ».
Farina: «Si che io…».
Bonatti: «Senta, per quanto a sua conoscenza, sulla base delle sue conoscenze e aspettative, le griglie, queste rose di arbitri, venivano rispettate… le preclusioni.. I fattori preclusivi quali sono?».
Farina: «Beh..ora non credo.. in quel periodo, la provincia di appartenenza dell’ arbitro.. poi ad esempio non si poteva fare una squadra, se io ero di Milano non potevo fare l’inter».
Bonatti: «Quindi anche ragioni territoriali. Quindi secondo lei venivano rispettate queste preclusioni?».
Farina: «Si certamente».
Bonatti: «Senta, a Coverciano, quando voi vi trovavate a commentare anche le partite, lei ebbe mai l’impressione che si facessero dei commenti, diciamo magari più penalizzanti o meno penalizzanti, a secondo della squadra?».
Farina: «No, ogni volta si vedevano le partite e i commenti erano a seconda della partita quelli che erano i filmati, per cui non ho mai avuto questo tipo di impressioni.. ».
Bonatti: «E dal suo punto di vista, per quanto riguarda la sua personale carriera e per quella dei suoi colleghi che magari conosceva meglio di altri, lei ritiene di essere mai stato penalizzato o avvantaggiato per aver aiutato o favorito… arbitrato alcuni compagini magari concedendo falli da rigore, fuorigioco.. lei ritiene che c’è una connessione tra la tipologia di falli che lei o di ammonizioni e la sua carriera in negativo o in positivo?».
Farina: «Per quanto mi riguarda credo che, come per ogni arbitro, la carriera dipende dalla scelte che fanno i designatori in base ad un discorso tecnico, per cui mi limito a dire che la mia corriera è top class con questa commissione per cui non credo». Bonatti: «Lei ha continuato anche dopo?».
Farina: «Dopo ho continuato a fare l’arbitro internazionale fino a 45 anni».
Bonatti: «In ambito internazionale Pairetto le comunicava le designazioni Uefa?».
Farina: «No, a me le designazioni mi arrivavano normalmente via mail. Poteva capitare l’anticipazione se era una cosa, magari in cui tu dovevi fare una partita importante. Di solito arrivava la mail dalla Uefa che ti comunicava..».
Bonatti: «Quindi quando c’erano particolari occasioni c’era questa anticipazione…»
Farina: «Si poteva capitare».
Bonatti: «Lei non ha mai fatto l’osservatore?».
Farina: «No quest’anno ho cominciato a farlo ma da responsabile».
Bonatti: «Io non avrei da fare altre domande mi sembra sia stato esaustivo.. ».

Avv. Morescanti difesa Bergamo.
Morescanti: «In riferimento ad una domanda per cui ha già risposto in riferimento a Pairetto. Negli anni in cui lei è stato arbitro e il Dr Bergamo il suo designatore, ha mai ricevuto da parte del Dr. Bergamo pressioni per arbitrare una gara a favore di una o di un’altra squadra?».
Farina: «No no ».
Morescanti: «Grazie non ho altre domande».
Teste assistente Mitro Vincenzo

Avvocato Bonatti difesa Pairetto.
Bonatti: «Buongiorno. Se poteva cortesemente… lei è assistente?».
Mitro: «Si ex assistente».
Bonatti: «Se può fare una brevissima cronistoria della sua carriera, dall’esordio fino agli anni recenti, con particolare riferimento agli anni 2004.2005».
Mitro: «Certo. Parliamo degli anni della serie A e B non a ritroso. Promosso nell’area Can A –B nel ‘95, circa 190 gare in serie A, 90 da internazionale ( perché dal 2000 al 2005 sono stato anche assistente internazione). 2004-2005 circa 30 gare di serie A una quindicina di serie B; nell’ultimo anno da internazionale ho fatto varie gare sia di qualificazione mondiale, champions league, Coppa Uefa».
Bonatti: «Senta, per quanto riguarda i designatori, parliamo del 2004-2005 e precedenti, il Dr. Pairetto ebbe mai ad avvicinarla chiederle in via privata, separata, di riservare particolari trattamenti preferenze o non preferenza rispetto ad alcune piuttosto che ad altre squadre di club?».
Mitro: «Assolutamente no».
Bonatti: «E qualche arbitro, qualche suo collega, assistente? ».
Mitro: «No, no mai. Sempre libero di interpretare la partita come è stato sempre fatto nella mia carriera arbitrale».
Bonatti: «Senta, per quanto riguarda una partita in particolare, 12.12.2004, Bologna Juventus 0-1 risultato finale, lei se la ricorda?».
Mitro: «Si».
Bonatti: «Chi era l’arbitro?».
Mitro: «Bologna-Juventus, se non sbaglio, Pieri?».
Bonatti: «Tiziano Pieri. Senta in questa partita, lei, sempre a suo ricordo, vi sono circostanze concrete da cui desumere che l’arbitraggio sia stato in qualche modo dolosamente volto a favorire una delle due compagini in campo?».
Mitro: «No assolutamente. E’ stata una partita come le altre. Ovviamente la Juve, se non sbaglio, vinse quella partita negli ultimi minuti ma non ..senza».
Bonatti: «Senta, lei ricorda che in quella partita vi fu la concessione di una punizione a favore della Juventus?».
Mitro: «Si venne concesso un calcio di punizione a favore della Juve e se non sbaglio da quel calcio di punizione scaturì la rete della Juve».
Bonatti: «Segno Nedved per la Juve?».
Mitro: «Si».
Bonatti: «Era una punizione al limite dell’area?».
Mitro: «Si diciamo».
Bonatti: «Potrebbe essere sui 10 metri dall’area?».
Mitro: «Diciamo sulla tre quarti».
Bonatti: «Tre quarti del campo..quindi distanza importante?».
Mitro: «Distanza importante».
Bonatti: «Ciò nonostante Nedved realizzò».
Mitro: «Si».
Bonatti: «Ulteriore profilo. Ci ha già detto suo collega assistente, che voi a Coverciano, con cadenza però minore rispetto agli arbitri , facevate riunioni tecniche, commentavate anche voi le partite visionavate filmati?».
Mitro: «Si».
Bonatti: «Quindi le chiedo ancora , durante questi raduni lei ebbe mai l’impressione che vi fosse da parte degli organi tecnici un commento più sagace, meno sagace; che si potessero sottolineare errori in maniera non dovuta; sottolineature non rigorosamente tecniche a vantaggio o svantaggio di alcuna compagine piuttosto che altre?».
Mitro: «No, commentavano tutti gli episodi allo stesso modo».
Bonatti: «Quindi il commento era di natura squisitamente tecnica?».
Mitro: «Solo tecnica».
Bonatti: «Non ho altre domande».


PM Narducci.
Narducci: «Torniamo un attimo a questa partita. Lei non ricorda, o meglio non ritenne, al 14° del secondo tempo di segnalare all’arbitro Pieri che si era verificato in area un fallo di Zebina sul calciatore del Bologna Cipriani e dunque c’era un possibile calcio di rigore?».
Mitro: «Guardi, ricordo il calcio di punizione perché poi da li scattò la rete, ma di questo fallo in particolare non ricordo.. Zebina su Cipriani.. ».
Narducci: «E non ricorda neppure che al 20° del secondo tempo ci fu un altro fallo di Thuram sul calciatore Cipriani in area di rigore e dunque forse un altro possibile calcio di rigore?».
Mitro: «No. Ci sono stati degli episodi, ma non ricordo la particolarità del fallo..
Narducci: «Visto che ricorda meglio quella azione da cui nasce il gol di Nedved su punizione..».
Mitro: «Non ho detto che ricordo il fallo».
Narducci: «Ah non lo ricorda».
Mitro: «C’è stato il fallo dalla te quarti e da quel fallo è scaturita il gol.. non ho commentato il fallo anche perché non era nella mia metà campo».
Narducci: «Non era nella sua metà campo, quindi lei era esattamente dall’altra parte, quella di cui abbiamo parlato poc’anzi, quella dell’area di rigore…».
Mitro: «Me lo sta ricordando lei.. ma.. questi due falli in particolare non li ricordo..».
Narducci: «Ho capito, quindi non ha avuto la possibilità di guardare quel contatto fra Ibrahimovic e Capuano di quella partita. Non ricorda assolutamente.. ».
Mitro: «No».
Narducci: «Non ho altre domande».

Avvocato Bonatti per Pairetto
Bonatti: «Chiedo scusa una precisazione. Chi era l’altro assistente insieme a lei in quella partita?».
Mitro: «Forse.. Ambrosino?».
Bonatti: «Lei non sa mica se Pieri in conseguenza a questa partita ha avuto una qualche sanzione, penalizzazione, nell’inserimento della griglia, nelle prime griglie..».
Mitro: «Non ricordo».
Bonatti: «Era un internazionale Pieri? ».
Mitro: «Si era internazionale».
Teste Ivaldi Marco.

Avvocato Bonatti, difesa Pairetto
Bonatti: «Buongiorno. Anche lei chiedo velocemente un riassunto della sua carriera calcistica in Aia, sotto il profilo all’arbitraggio».
Ivaldi: «Ho iniziato nel ’77.. ho fatto 30 anni l’arbitro. Dal 1991 ho fatto l’assistente; ho iniziato in serie C ho fatto tre anni. Nel ’94 fui promosso in serie A e B. Dal 94-95 fui a disposizione della Can A e B fino alla stagione2006-2007».
Casoria: «Come arbitro?».
Ivaldi: «Perdonatemi, come assistente. Sono diventato internazionale nel 1999 fino al 2006..per limiti di età».
Bonatti: «Quindi fino al 2006 poi per limiti di età…?».
Ivaldi: «Si fino al compimento del 45° anno di età».
Bonatti: «Ascolti, lei in questa carriera, faccio riferimento in particolare al campionato 2004/2005 e precedenti, come designatori aveva Bergamo e Pairetto? ».
Ivaldi: «Si, ho avuto in quegli anni Bergamo e Pairetto».
Bonatti: «Il Dr. Pairetto, nella sua esperienza in questi anni, ebbe mai ad avvicinarla, a chiederle se lei --a chiederle di riservare trattamenti di favore o di sfavore nei confronti di particolari compagini calcistiche?».
Ivaldi: «No».
Bonatti: «Vale anche per, … la faccio anche per il Dr Bergamo , questo?».
Ivaldi: «No».
Bonatti: «No neanche il Dr. Bergamo».
Ivaldi: «Scusate, confermo il no».
Bonatti: «Con riferimento ad una specifica partita del campionato 2004-2005, Roma-Juventsu 1-2 del 05.03.05, lei ne conserva memoria?».
Ivaldi: «Abbastanza».
Bonatti: «Arbitro?».
Ivaldi: «Salvatore Racalbuto».
Bonatti: «Senta, lei può riassumerci, può dirci se vi fu un episodio saliente che ebbe lei come protagonista, nel senso che questo episodio si verificò sul suo lato del campo?».
Ivaldi: «La part. fui molto molto intensa, direi che episodi salienti furono due. Il pareggio della Roma che secondo i giornali fu segnato in fuorigioco, secondo me no tanto che lo convalidai. E altrettanto annullai nel secondo tempo un gol per fuorigioco a d Ibrahimovic che nella mia idea confermo».
Bonatti: «Cioè nel senso che secondo lei conferma..E Racalbuto ovviamente lo annullò su sua segnalazione».
Ivaldi: «Si, su mia segnalazione».
Bonatti: «Lei ebbe l’impressione, o comunque dai fatti successivi in campo, che Racalbuto avesse un occhio di riguardo per una delle due compagini».
Ivaldi: «Sinceramente no».
Bonatti: «Le è parso un arbitraggio, rispettoso, sotto il profilo tecnico io parlo che.. ».
Ivaldi: «È veramente difficile, complicatissimo, con tantissimi episodi, quando si entra in un ginepraio del genere è difficile.. ».
Bonatti: «Una gara…».
Ivaldi: «Particolarmente intensa».
Bonatti: «Anche fallosa?».
Ivaldi: «Si anche fallosa, si si».
Bonatti: «Senta, in riferimento all’episodio del … poi lei era dall’altro lato. Che lei sappia, se è sua conoscenza .. ha degli elementi per poter dubitare, sospettare che le griglie così come erano formate dai designatori Bergamo e Pairetto non rispondessero a criteri qualitativi, tecnici ma piuttosto a criteri di altra natura?».
Ivaldi: «No, non avevo questa sensazione».
Bonatti: «Lei ebbe modo di presenziare partecipare a qualche sorteggio?».
Ivaldi: «Rarissimi, quando ero convocato a Coverciano ai raduni, che mediamente erano mensili, chi voleva poteva assistere.. chi voleva».
Bonatti: «Lei quindi, questa è una cosa molto.. quindi lei capitò rarissimamente».
Ivaldi: «Si molto molto di rado».
Bonatti: «Quelle rare occasioni, mi rendo conto che non è un testimone significativo sul punto, quelle rare occasioni ebbe modo di percepire qualche anomalia, irregolarità nel sorteggio?».
Ivaldi: «No».
Bonatti: «Non ho altre domande».

Avv. Mungiello, difesa Racalbuto
Mungiello: «Vorrei ritornare un attimo a quella partita Roma-Juventus. Lei ricorda per quale motivo quella partita si presentava difficile?».
Ivaldi: «La ragione credo, il fatto che l’allenatore della Juventus era l’ex allenatore della Roma e anche un giocatore della Roma passò, Emerson se non ricordo male, passò nell’estate da una squadra all’altra, c’era una certa rivalità».
Mungiello: «Anche Zebina».
Ivaldi: «Zebinà sinceramente… non ricordo se passò; passò anche lui, ma non ricordo se fosse questa stagione, invece sicuramente Emerson. Ma Roma-Juventus e viceversa, Juventus-Roma è sempre una gara particolarmentre…».
Mungiello: «Sempre ritornando al 21° del secondo tempo, nel momento in cui quella rete di Ibrahimovic non fu convalidata.. lei poi dopo le ha riviste queste azioni?».
Ivaldi: «Raramente; io conservo un mio ricordo e chiaramente fui preso in contropiede. Loro fecero la classica azione, anche i difensori furono presi in contropiede non solo io, Panuccci e quant’altri, ributtarono il pallone indietro verso la difesa della Juventus, per ributtarlo repentinamente in avanti; io chiaramente feci il pendolo e mi presero in contropiede. Dal mio punto di vista.. vedevo Ibrahimovic fermo, ed anche se non ero in linea con Camoranesi, nella mia idea Camoranesi gli passò il pallone in avanti.. la mia idea, ovviamente la sensazione che ho avuto.. poi è chiaro che un fotogramma sposta di 40 cm avanti e indietro un’azione, credo che sia questione di centimetri specie quando si è in linea con il pallone».
Mungiello: «Ricorda se questa partita fu abbastanza fallosa?».
Ivaldi: «Si lo ripeto».
Mungiello: «e le dico che ci fu un record, ci furono 72 falli?...».
Ivaldi: «Non ho dubbi a crederlo. Non so se 72 falli siano un record ma ricordo che fu un partita…».
Mungiello: «Ma più o meno, nella sua esperienza di assistenza all’arbitro, a quanto si assestano, più o meno, i falli in una partita di calcio?.. se lo sa..».
Ivaldi: «Non… le statistiche non le seguo, ma credo che fosse una partita particolarmente animata».
Mungiello: «E sulla prima azione, quella in cui ha convalidato il gol alla Roma?
Ivaldi: «Si a Cassano».
Mungiello: «L’ha rivista di nuovo alla moviola?».
Ivaldi: «Quello è uno dei gol che fanno vedere spesso di Cassano , perché fu un bel gol e quindi l’ho rivisto, si».
Mungiello: «Era in fuorigioco?».
Ivaldi: «Assolutamente no».
Mungiello: «Ha avuto dei dubbi?».
Ivaldi: «Assolutamente no altrimenti…».
Mungiello: «No perché lei ha dichiarato..».
Ivaldi: «No , ho detto che i giornali lo avevano reputato come fuorigioco, io non ho mai pensato fosse fuorigioco sennò lo avrai annullato».
Mungiello: «Lei è stato sentito anche dalla figc?».
Ivaldi: «Assolutamente».
Mungiello: «Non dichiarò in effetti che lei aveva dei dubbi su questo fuorigioco..?».
Ivaldi: «No avvocato, io quel verbale lo ricordo perfettamente e ricordo che dissi quello che credo di ripetere oggi..posso sbagliare ..ma il pensiero che avevo è lo stesso, lo conservo».
Mungiello: «Lei disse: “La prima riguarda il momentaneo pareggio della Roma quando avendo avuto la possibilità di segnalare un fuorigioco non l’ho segnalato in coscienza in quanto mi sembrava una situazione di fuorigioco passivo ».
Ivaldi: «Che non è fuorigioco, il fuorigioco passivo».
Mungiello: «Non è come ha detto lei».
Ivaldi: «Mi perdoni. Il regolamento no. Quando il fuorigioco è passivo non è assolutamente fuorigioco».
Mungiello: «Lo sappiamo».
Ivaldi: «Vabbè se lo sapete non è fuorigioco..».
Mungiello: «Ma la sua dichiarazione..».
Casoria: «Ha chiarito avvocato che per lui un fuorigioco passivo non è fuorigioco e non vede contraddizioni».
Ivaldi: «No mi perdoni, è il regolamento».

Trascrizioni a cura di : E. Loffredo, M. Rocca, P. Cicconofri

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