«La figura dell’arbitro di calcio, da sempre, offre motivi di dibattito e polemiche. È nel DNA del tifoso, dell’opinione pubblica, e dei media, con la moviola a fare da cassa di risonanza per recriminazioni e per intentare processi sull’operato dei direttori di gara. Si parta da una premessa: l’errore è insito nella natura umana, ci può stare, senza che questo autorizzi o alimenti ipotesi di complotto ai danni della società di turno. Credo che quest’anno debba esistere un comune denominatore nell’analizzare il ruolo rivestito dagli arbitri di gara: sono i veri vincitori del campionato 2009-2010, tra l’altro avvincente e bellissimo». Questo virgolettato è di
Petrucci ed presente nell’home page dell’aia.
Incredibile vero? Nelle parole di Petrucci c’è il giusto mix per capire come una situazione ritenuta “normale”, abbia finito per condannare la Juventus.
Petrucci lo afferma senza indugio, “da sempre”, la figura dell’arbitro, offre motivo di “polemiche “ con la “moviola” che finisce per fare “cassa di risonanza” per “intentare processi sull’operato dei direttori di gara”. Ma “l’errore” ci “può stare”, senza però che questo “alimenti “ complotti ai danni della società di turno.
Subdola ammissione che finisce ancora una volta per screditare calciopoli ed il modo in cui l’hanno giustificata.
Se qualcuno ha ancora dei dubbi sul modo in cui impunemente si utilizzano due pesi e due misure, può attraverso queste parole, prenderne atto ancora una volta.
Mi ritorno a chiedere: ma per cosa è stata condannata la Juventus?