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Farsopoli di E. LOFFREDO del 02/08/2010 13:13:37
I magnifici sette. Terzo: Sanipoli

 

“L'hanno fatta fuori perché faceva le domande stronze” . Questo è uno dei passaggi più succulenti della testimonianza del teste Francesca Sanipoli al processo napoletano.

Dopo la riammissione delle parti civili ricorrenti in Cassazione, tra le quali lei non figurava, ha cercato di re-insinuarsi tra queste. Il giudice Casoria ha dovuto più di una volta respingere i tentativi dei suoi legali di essere irritualmente riammessa. Questo però non le ha pregiudicato la possibilità di essere tra i protagonisti del processo.

È stata il teste più esuberante e quasi il più indisponente tra quelli che hanno deposto a Napoli. Come le ha evidenziato l'avvocato Trofino, legale di Moggi, è stata “un autentico fiume in piena”, talmente incontenibile che anche l'altro legale di Moggi, Prioreschi, ha dovuto riconoscere che riusciva “a non far parlare neanche lui che è un avvocato”.

Prioreschi, per esigenze di difesa, le ha dovuto ricordare che nell'ambiente calcio molti non la volevano quale inviata perché si sussurrava che “portava jella”! Il risentimento della giornalista della RAI è stato immediato e non si è sopito con il passare dei giorni, tanto che si è vista costretta a querelare il legale romano per diffamazione. In risposta ne ha ricevuta una per calunnia.

Anche di questo testimone sono state smontate le asserzioni. La Sanipoli infatti ha lamentato di essere stata dequalificata perché non le si offriva la possibilità di seguire le partite importanti della Juve, il tutto a vantaggio di un collega (Ciro Venerato) che non ne aveva i requisiti. Di questo accusa tutt'oggi l'allora direttore della testata giornalistica sportiva, Ignazio Scardina, anch'egli sul banco degli imputati a Napoli. Dal controesame è emerso che la Sanipoli nel periodo di cui lamenta la dequalificazione ha seguito la Juve per lo stesso numero di volte in cui ha seguito il Milan, per il quale però non lamenta ostracismi. Tra l'altro il 5 maggio 2002 era l'inviato per la partita della Juve a Udine, nell'occasione godette della visibilità data dal record stagionale di ascolti.

Nel corso del controesame fu evidenziato anche che la giornalista RAI, nello stesso periodo di cui lamenta un trattamento di sfavore, fu assente dal lavoro a causa di malattia per più di duecento giorni. Beh, cara mia, se (giustificatamente) ci sei poco al lavoro, non puoi certo pretendere di riscuotere premi meritocratici a fronte di chi presenzia di più.

È appena il caso di ricordare che proprio nel periodo della sua testimonianza a Napoli, la suddetta ha seguito più assiduamente la Juve. Non voglio dare adito al sospetto che proprio in vista della sua deposizione al processo l'avessero designata più volte quale inviato per le partite della Juve, è curioso però dover constatare che proprio in quel periodo la squadra bianconera abbia ottenuto risultati non proprio brillanti.

Ci fa piacere comunque aver constatato che la Sanipoli nell'ultimo periodo del campionato 2009/2010 sembrava più rilassata, di sicuro non faceva più domande stronze, anzi, nelle sue interviste a fine gara è riuscita ad essere oltre che esuberante con il suo modo di porsi, anche piccante grazie alle sue scollature.





Sanipoli Francesca. Tribunale di Napoli - Udienza del 30 ottobre 2009.
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