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          IL MURO
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I commenti del Muro non rappresentano necessariamente le idee dell'Associazione
 
#36159 x gennaro j102555
scritto il 13/10/2007 22:59:55 da MAURIZIO G.
GIANNI LOVATO GUIDO VACIAGO TORINO. Le differenze fra Jean Claude Blanc e Antonio Giraudo sono tante, il loro stipendio annuo, invece, è quasi uguale. Anzi, Blanc guadagna qualche “ spicciolo” in più rispetto a quanto per­cepiva Giraudo quando lavo­rava alla Juventus: 2 milioni e 395 mila euro il francese contro i 2 milioni e 120 mila dell’ex amministratore dele­gato nella stagione 2004/ 05. Blanc, in compenso, è battuto da Luciano Moggi che - sem­pre allora - prendeva 2 milio­ni e 419 mila. La cifra è lorda, s’intende, quindi da tagliare della metà per capire quando finisce realmente nelle tasche del di­rigente ( più o meno 100 mila euro al mese), ma pur sempre una cifra paragonabile a quel­la che si concede a un calcia­tore di medio- alto livello ( Chiellini, Palladino e No­cerino in questo momento, guadagnano meno del loro Ad). E come qualche calciato­re, anche Blanc ha una parte del compenso legata a un bo­nus, però non strettamente le­gato alle prestazioni sportive, ma « erogato al termine del piano di sviluppo a medio ter­mine » . Lo stipendio del presidente Giovanni Cobolli Gigli è in­vece di 734 mila euro all’anno e diventa difficile paragonar­lo al predecessore Franzo Grande Stevens, che aveva un ruolo decisamente più de­filato, così come i suoi emolu­menti bianconeri. Cifre ufficiali, spuntate in­sieme al progetto di bilancio che da giovedì è sul sito In­ternet della società e merco­ledì 24 ottobre dovrà essere approvato dall’assemblea. Co­sì, un argomento pudico come l’entità degli stipendi dei ver­tici societari paga il prezzo al­la trasparenza richiesta dalla Borsa. Non sono pubblicati gli ingaggi dei singoli giocatori e nemmeno degli altri dirigenti ( dal ds Alessio Secco in giù), ma si possono verificare gli emolumenti concessi ai mem­bri del Cda, a dire il vero mol­to sobri. Marco Tardelli, per esempio, ha incassato 19.000 euro prima delle due dimis­sioni. Mentre Carlo Sant’Al­bano ne riceve 18.000, per al­tro pagati direttamente dal-l­’Ifil. Più alto il compenso per Riccardo Montanaro, ma in questo caso bisogna conteg­giare a parte i centomila euro che intasca per le sue consu­lenze da avvocato. Dietro alla curiosità per gli stipendi di Blanc e Cobolli, c’è comunque il bilancio di una società sana, forse ancora in convalescenza dopo il terribi­le purgatorio della serie B, ma ben avviata verso il suo... pas­sato di grande d’Europa. La stagione lontana dalla serie A è costata in tutto 40 milioni di euro. Tanto è il deficit nel fat­turato che passa da 226 mi­lioni a 186. In compenso an­che i costi sono diminuiti dra­sticamente ( da 206 a 147, con il monte ingaggi che è scesa da 112 milioni a 79) così da rendere più che accettabile il risultato netto, che è in legge­rissima perdita ( 900mila eu­ro contro il 46 milioni di pas­sivo dell’ultimo bilancio della Triade). Insomma, le cose non vanno male. Anzi sembra che l’a­spetto economico rifletta quello sportivo di questo mo­mento: assai incoraggiante. E probabilmente l’assemblea del 24 ne prenderà atto. An­che se è difficile pensare che i combattivi piccoli azionisti ( i 40.000 che hanno finanziato circa 40 milioni di euro del fondamentale aumento di ca­pitale sottoscritto in primave­ra) non chiederanno spiega­zioni su molti argomenti ri­guardanti la gestione della squadra. Partendo dalla stret­ta attualità ( il 24 ci potrebbe già essere un nuovo contratto per Del Piero, ma non è det­to...) fino alla gestione della campagna acquisti, tema sempre controverso per i tifo­si- azionisti. Molti dei quali chiederanno conto a Blanc della sua famo­sa promessa primaverile: « In­vestiremo almeno metà del­l’aumento di capitale ( quindi almeno 52,2 milioni, ndr) nel­l’acquisto di cartellini di nuo­vi giocatori » . Numeri alla mano, l’ad ha risparmiato qualcosina. Secondo un conto della serva, gli acquisti sono costati 52,2 milioni, esatta­mente quanto preventivato dal dirigente francese. Ma bi­sogna conteggiare anche i sol­di provenienti dalle cessioni: ovvero 25,9 milioni che si ren­derebbero disponibili per eventuali altri acquisti ( a gennaio?). Un’analisi più tecnica del bilancio, ovvero conteggiando come effettivi guadagni dalle cessioni solo le effettive plu­savalenze , riduce sensibil­mente la cifra incassata. Si arriva cioè a 16,3 milioni che renderebbero comunque di­sponibili per eventuali altri acquisti circa 15 milioni. Ri­sultato: qualche euro in cassa, per rinforzare ulteriormente la squadra nella seconda par­te della stagione, c’è. L’impor­tante è spenderlo bene.
 
#36158 FALSO IN BILANCIO
scritto il 13/10/2007 21:53:38 da RUDY
ARRESTATO L'EX PRESIDENTE DEL BENEVENTO GIUSEPPE SPATALO ACCUSATO DI FALSO IN BILANCIO,TRUFFA,BANCAROTTA FRAUDOLENTA.TRA LE ALTRE COSE,OLTRE AD AVER SCRITTO LA SUA SQUADRA, IL BENEVENTO AL CAMPIONATO SI SERIE C1 SENZA AVERNE I REQUISITI,HA ANCHE CONTABILIZZATO A BILANCIO,ALCUNI GIOVANI SCONOSCIUTI E MAI UTILIZZATI IN PRIMA SQUADRA,CON CIFRE BEN SOPRA AL LORO VALORE.MA NON HANNO COMMESSO LO STESSO REATO GLI INDOSSATORI DI MILANO?DEVONO AVERE LO STESSO TRATTAMENTO E LA RETROCESSIONE IN SERIE B.
 
#36157 Ancora sul pupone...
scritto il 13/10/2007 18:22:30 da BANDOLEROBIANCONERO
Dopo Roma-Toro lite e ritardo ai test. Ieri l'archiviazione GUGLIELMO BUCCHERI ROMA Niente esami, valori sballati o caccia a sostanze non lecite. Francesco Totti finisce al centro di un «pasticcio» doping per un ritardo nel varcare la porta della stanza prelievi dell’Olimpico il pomeriggio del 13 maggio scorso. Un quarto d’ora poco accademico, se il medico preposto ai controlli decise di scrivere il fatto a referto consegnando d’ufficio il capitano giallorosso nelle mani del procuratore capo dell’antidoping del Coni, Ettore Torri. Il racconto di quelle ore arriva accompagnato da versioni ufficiali e da dietro le quinte, ma quello che fa rumore è il totale silenzio dei protagonisti della vicenda tanto che i flash d’agenzia che chiudono la partita con l’archiviazione 5 mesi dopo hanno l’effetto di un contropiede a dir poco sorprendente, anche perché quel ritardo poteva costare una squalifica al capitano romanista. Nessuno era al corrente dei fatti. Totti fa sapere che, visto un colpo subito dai tacchetti granata poco prima (si giocava Roma-Torino), aveva preferito imboccare la strada dello stanzone giallorosso per farsi medicare prima di sottoporsi al prelievo antidoping. La notte prima della gara era nata Chanel, la secondogenita di casa Totti, e a pesare sul tentennamento del capitano (il test dopo le cure) sarà anche stata la voglia di correre fra le braccia della moglie Ilary nel più breve tempo possibile. La versione ufficiale del numero dieci romanista entra in rotta di collisione con quella che nasce intorno alla decisione del medico di scrivere in rosso a referto i motivi del ritardo: a far perdere la bussola all’addetto ai controlli sarebbe stato l’atteggiamento diciamo poco sportivo di Totti, parole non proprio educate prima di sparire nello spogliatoio per farsi curare la caviglia malconcia. Nel mezzo, due interrogatori (Totti e il medico della Federazione medici sportivi presente allo stadio) e una fase istruttoria aperta e chiusa con un nulla di fatto dal procuratore Torri, ma soprattutto lo stupore del Foro Italico non informato dalla Procura antidoping di quanto accaduto il pomeriggio del 13 maggio scorso. Una mancanza di comunicazione e, quindi, di pubblicità che stona se messa in relazione con quanto accaduto con attori di altri sport (ciclismo su tutti, vedi Petacchi e Di Luca) per questioni di doping o al confine. Di Totti ci sarebbe da censurare semmai l’atteggiamento, perché il caso che lo ha messo sotto i riflettori dell’antidoping è legato esclusivamente ad una «lieve irregolarità procedurale» (il ritardo nel presentarsi al test). Ma, la mancanza di pubblicità su quanto accaduto 5 mesi fa offre il facile assist a quanti vedono nel calcio ancora un’oasi protetta (o, più protetta) soprattutto se è uno dei suoi fuoriserie a sbandare sebbene senza conseguenze. Da qui, la sorpresa dello stesso Coni inteso come vertici del Foro Italico, spiazzati dalle notizie di agenzia di ieri pomeriggio. Da qui, i malumori dei presidenti di altre federazioni sportive. Totti, l’addetto ai controlli e il ritardo del romanista. Il pomeriggio di Roma-Torino era finito male per i giallorossi (0-1, rete di Muzzi decisiva per la volata salvezza del Toro) e ancor più per il loro capitano costretto a subire più di un colpo alla caviglia. Poi, nel dopo-gara il «pasticcio» degli esami, fatti, ma in colpevole ritardo agli occhi del medico preposto ai test antidoping. A distanza di cinque mesi esatti, ecco un comunicato della Federcalcio che fa sobbalzare perché non atteso: solo i principali protagonisti dei fatti erano a conoscenza dei passaggi dell’indagine del procuratore Ettore Torri che, in piena estate (si scopre solo adesso) aveva convocato le parti nel suo ufficio allo stadio Olimpico. Niente clamore, niente flash nei corridoi per Totti al quale è stata evitata l’inevitabile fuga dalla porta secondaria. Il caso si accende solo ora che è in archivio con un non luogo a procedere.
 
#36156 XDANI: hai capito sta rometta...!
scritto il 13/10/2007 18:00:10 da BANDOLEROBIANCONERO
Solo nella tarda serata di ieri è stata data la notizia di cui, pare nessuno dicasi nessuno sapeva nulla! L’ufficio indagini aveva aperto una inchiesta a metà giugno nei confronti “der popone” e della sua rometta allorché dopo la partita roma-torino dello scorso campionato, quella vinta 1-0 in maniera molto sospetta dai bovini che ha permesso loro di non retrocedere. Dicevo che il pupone essendo stato sorteggiato per il controllo antidoping si è presentato con ritardo, dicono 13 minuti, per il prelievo di urina. Acompagnato dal suo medico hanno trovato la scusa che avendo preso una botta alla sua preziosa caviglia era stato portato in ospedale per una lastra urgente. Ieri come un fulmine a ciel sereno veniamo a sapere che l’inchiesta aperta a giugno veniva ARCHIVIATA!.Io è da stamattina che vi sto esortando ad informarsi meglio e a incominciare a battere su questa storia. In un precedente post ho riportato fedelmente cosa prevede il regolamento…io sono convinto che questa storia puzza e invece qui sento parlare di stipendi di calciatori e dirigenti!
 
#36155 Fino a quando inghiottire?
scritto il 13/10/2007 17:23:19 da REMO LABARCA
Le differenze fra Jean Claude Blanc e Antonio Giraudo sono tante, il loro stipendio annuo, invece, è quasi uguale. Anzi, Blanc guadagna qualche “ spicciolo” in più rispetto a quanto per­cepiva Giraudo quando lavo­rava alla Juventus: 2 milioni e 395 mila euro il francese contro i 2 milioni e 120 mila dell’ex amministratore dele­gato nella stagione 2004/ 05. Ma sono giustificati questi soldi? In un'azienda qualsiasi la non produttività del francese avrebbe già chiesto le dimissioni. Vergogna!
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