Reduci da quel di Stamford Bridge dove, con molta incoscienza, ci siamo recati sprovvisti di biglietto e con altrettanta fortuna siamo riusciti ad entrare in un settore riservato agli inglesi, siamo rimasti abbagliati dal comportamento e dall’ospitalità del pubblico di casa. Due episodi su tutti: in primis durante la presentazione delle squadre lo speaker ufficiale dopo aver annunciato il nome di Del Piero ha lasciato una congrua pausa affinchè i presenti tributassero il giusto omaggio al capitano bianconero; nel secondo tempo quando Chiellini e Tiago si sono scontrati a centrocampo e Ballack ha così potuto intraprendere un’azione d’attacco per i Blues, una selva di fischi ha costretto il tedesco non solo a mandare il pallone in fallo laterale, ma anche a chiedere pubblicamente scusa alla platea. Eppure si parla di quella stessa terra che alcuni anni addietro era ancora vittima di bande di hooligans che infestavano gli stadi, bande che sono state stroncate con una politica che non ha mai lasciato spazio ad alcun compromesso. Al ritorno in Italia abbiamo raccontato ad amici e conoscenti i due episodi in questione e da tutti abbiamo avuto una risposta unanime: l’Inghilterra è la patria del diritto, l’Italia, Napoli in particolare, è il luogo dove è nata l’opera buffa! Ed è pur vero che in Inghilterra quasi tutti i clubs hanno subito dei clamorosi rovesci societari che li hanno portati anche alla retrocessione, stabilita però dagli esiti del campo e non a tavolino e con campagne stampa. Per questi motivo in Inghilterra non avrebbe mai potuto sorgere e svilupparsi la farsa dell’estate del 2006 culminata con la retrocessione della Juventus e la revoca di due scudetti legittimi, perché i tifosi e gli appassionati di calcio, tutti insieme, avrebbero accantonato ogni sorta di campanilismo ed avrebbero invocato a gran voce le regole del diritto, non solo quello giudiziario, ma anche quello sportivo, che prevede che gli avversari si battano sul campo e non interpretando un diffuso senso popolare. |