Per la serie " Gli artisti del Muro", parliamo di noi
Il giornale di bordo con cui, sul Muro, lo Juventino Creativo “castigat ridendo mores”, è una rappresentazione del reale e di stati d'animo ottenuta con rapide pennellate alla maniera dei pittori impressionisti, ricca di notazioni vivaci, abrasive, sintatticamente sciolte, a volte onomatopeiche alla Palazzeschi, un po' folli. Per Pascal “Gli uomini sono così necessariamente folli che il non essere folle equivarrebbe a esserlo secondo un'altra forma di follia”. E poi quel gusto per l'uso improprio dei simboli della tastiera, per le alterazioni lessicali di nomi propri con cui si sublimano le pulsioni ferine e si dà sfogo all'aggressività repressa dello juventino tradito, violentando il linguaggio (in luogo delle persone, grazie a Dio). Sono immagini che restituiscono impietosamente la realtà attraverso le deformazioni del segno grafico. Il surreale, la comicità spesso enigmatica, squinternata, stralunata, giocosa, burlesca, il lazzo boccaccesco, l'invenzione di neologismi strampalati ( il fratello più creativo ed estroso inventa, ogni volta, un 'lessico famigliare' scoppiettante, farcito di calembour, metafore e tropi a gogò. Un lessico che si avvale di creazioni neologistiche tipo 'cardalino, imbesuito, sk@gott@mento, sfronchiare, bucoserraturai, pedinopedatori, orinorigliatori D.O., quaiott, spirin ecc spesso di non facile decifrazione). E poi le similitudini col pregio dell'originalità (...pieno come un barattolo di acciughe sotto sale, appena aperto), il mix d'italiano e di vernacolo, nuances meneghine alla Delio Tessa: scherzare con tutto e su tutto con accattivanti antìfrasi (L'è el dì di Mort, alegher). Esilarante l'ode vernacolare 'E per i strad de Bergum aghera 'na kagada'. Qui.si avvertono echi lombardi con venature marco-romagnole. Il nostro amico impressionista gioca coi simboli, ma questa è un'attività ludica da intendersi teleologicamente poiché finalizzata ad una comprensione del fenomeno detto Calciopoli che vada oltre sensazioni epidermiche, come a tutta prima, ingannevolmente, potrebbe sembrare. Sbeffeggiarlo per comprenderlo meglio. Irriderlo per penetrarlo nei suoi risvolti più grotteschi a beneficio della 'Massa in sonno'. Chissà che, fra uno sbadiglio e l'altro, il pachiderma non cominci a sollevare almeno una palpebra, avviando quella caratteristica umana di livello mentalmente superiore che è la RIFLESSIONE. Il gioco linguistico, la metafora, la metonimia e gli altri tropi sono mezzi sofisticati utili, se non indispensabili, per andare oltre sulla strada della conoscenza, per "trasformare la notizia in informazione". Viviamo un'epoca ridondante di notizie, ma povera di informazioni Laddove informarsi sta per formarsi, delinearsi, vivere autenticamente la propria vita. E l'uso del linguaggio e dei suoi simboli ( meglio, come si è visto, se di una lingua non univoca, ma polisemica, metaforica, ovvero carica di senso, “Linguaggio in festa”, per dirla con Paul Ricoeur), è il tratto che distingue il tipo umano da quello animale. L'ermeneutica divertita, da applicare alla prosa surreale dei creativi del Muro, molto ci dice sulle cose del mondo; e non sembri un'affermazione avventata. Del resto, che i poeti siano coloro che meglio di altri comprendono la realtà, è cosa ormai accettata in molte culture. "E' del poeta il fin la meraviglia":questo barocchismo di un'altra epoca sopravvive ormai in cerchie ristrette e svolge, comunque, funzioni meno nobili. L'aspetto ludico, disincantato di una prosa poetizzante come quella dei creativi del sito, bene assolve al duplice compito di informare divertendo, o di divertire informando. Diceva Oscar Wilde che “la vita è troppo importante per essere presa seriamente” E allora diamoci sotto, sul filo dello sberleffo che tanto infastidisce i padroni del vapore. Fateci caso, il Potere in Italia è spesso ridanciano, ci vuol tenere su di morale, ma quando dà addosso alla satira, abbandona il pecoreccio e si fa tremendamente serio. E pericoloso per la democrazia. Una specie di vecchia baldracca imbellettata che, spente le luci della ribalta, si strucca davanti allo specchio dopo averci sputato sopra. Per ripulirlo. Perché la volgarità si connatura in lei. Dopodiché ci mostra le fattezze minacciose. Sono stanco di un Paese privo della dignità del pericolo. L'apologo a fine pedagogico (come tutti gli apologhi), postato da un fratello di fede, tempo fa, ci ricorda che il problema dei problemi, in questa nostra società scombiccherata, è LA RASSEGNAZIONE ( mettersi nelle mani altrui, uniformarsi al volere del più forte, accettarne apaticamente persino il linguaggio, i modi di dire, assuefarsi, abdicare alla propria residuale creatività, annullarsi). Un concerto di Koiné 'umana, troppo umana', dunque povera (per dirla con il Nichilista), un'umanità degradata, che non apre strade all'affermarsi dell'Oltreuomo nicianamente inteso e spesso, storicamente frainteso. Il conformismo è dilagante, irrefrenabile temo. Soporifero. Da annichilire le coscienze. Il pensiero unico (antipentecostale dunque), coltivato e diffuso incessantemente dai potenti mezzi di DISTRAZIONE DI MASSA ha prodotto, e produce, l'uomo a una dimensione (one dimensional man) di marcusiana memoria: è l'EBETE, che non ha nessuna voglia di lottare, perché lui sta bene come sta e non rompetegli i co..., signori rivoluzionari del ca... Per Marcuse (sempre attuale l'insegnamento della Scuola di Francoforte) l'uomo viene ridotto alla dimensione di consumatore euforico e ottuso, la cui libertà consiste solo nella possibilità di scegliere tra molti prodotti diversi. La capacità di discernimento si è rattrappita perché non sono stati forniti, scientemente, gli strumenti per svilupparla. E' in questa temperie che Massimo Donelli, direttore della rete ammiraglia Mediaset, può dire cose così:" Nessuna pretesa pedagogica ha da esserci nei reality che proponiamo, essendo, gli stessi, puro svago da cui 'la gente' può prendere le distanze quando vuole. Basta azionare il telecomando e scegliere tra GF e altre proposte similari costantemente presenti sul video. Appunto dott. Donelli, si può scegliere tra molti prodotti 'diversi'. Apparentemente diversi, perché pur sempre rigidamente inseriti nell'alveo del PENSIERO UNICO, dove le scelte sono state già fatte per noi. Appunto. E' in questo deserto culturale infarcito di pregiudizi (il pregiudizio, ahimé, non ha mai abbastanza prove, per convincersi d'una verità), che un giornale come la Gazzetta dello sport e altri della medesima genìa hanno pascolato creando Moggiopoli con annessi e connessi. Scarse ed 'eroiche' le resistenze, tra cui vanno annoverati siti ad hoc come Glmdj e simili( "Noi viviamo sull'altra riva", potrebbe essere il nostro motto; è il Quinto Evangelio di Mario Pomilio). Sul pensiero unico, un letterato della prima metà del secolo scorso, Alberto Savinio, diceva: "Quanto alla freddura, o gioco del bisenso, essa è la naturale nemica dell'idea unica, questo pilastro della dittatura. Solo quando comincia a capire la necessaria innecessità del gioco, l'uomo può dire di aver dimesso la primitiva belluinità. Egli allora entra in uno stato come di un fanciullo, ma fornito di coscienza lucidissima e di affilata saggezza." Intanto gustiamoci questa composizione del futurista romano Luciano Folgore (1888/1966):
Rubami tutto, destino/ ma lasciami il paradiso/ dello specchietto del riso/E' un godimento cretino/ lo so, ma occorre capire/ che per cessar di soffrire/ per evitare il pericolo/ di coltivar la menzogna/ vedere il mondo bisogna/ dal suo lato più ridicolo.
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