Euro 2016 : l’Italia si candida per ospitare la manifestazione. Due i ricordi che subito vengono alla mente: Italia 90, e le lacrime dell’allora Ministro Melandri a Cardiff. Di recente, i nostri dirigenti sportivi, si sono resi conto che senza gli stadi, si rischia un’ecatombe. Scatta quindi, con notevole ritardo rispetto all’Europa, l’operazione “costruzione “ e quale migliore occasione se non quella dell’assegnazione di un europeo per arrivare ai nuovi stadi? Occasione per dare lavoro alle solite grandi aziende costruttici? Occasione per sfruttare il ritorno dell’assegnazione per mantenere una classe di dirigenti sportivi arrivati alla frutta? Ufficialmente solo per dare prestigio al calcio italiano, lo stesso che dopo la vittoria mondiale di Berlino è stato surclassato da Polonia e Ucraina. La precedete “brutta figura” non ha portato a nessun processo interno, sconfitta senza colpevoli della diplomazia del calcio italiano che non trova niente di meglio che rimettersi in corsa con gli stessi uomini e gli stessi progetti. Auguriamoci che almeno, le conseguenze disastrose di Italia 90, non si ripetano! Dimenticavo, gli stadi possono essere costruiti anche senza europei, in Italia la Juventus ha iniziato la sua opera, frutto di “pianificazione” e “lungimiranza”, di un manager di altri tempi e d’altri livelli.
Il Calcio ha imboccato il viale del tramonto C’è chi dopo calciopoli e la caduta della Triade aveva pronosticato una nuova era. Una verità, ma forse con una diversa piega. I campioni italiani, quelli che vincono “senza rubare” non riescono a confrontarsi con un calcio che non sia domestico e con conduzioni addomesticate. L’uscita dalla CL di tutte le squadre italiane mostra in modo chiaro i limiti della politica e della pochezza del nostro calcio sempre più vicino ai poltronati e sempre più lontano dai campi. Perdono tutti. Perdono i tifosi, perdono le tv, perdono i club! Nessun vincitore ma tanti sconfitti e la consapevolezza che sia stato dilapidato un patrimonio di storia e di cultura sportiva. Tutti vogliono dire la loro, da Petrucci ad Abete passando per Matarrese, dichiarazioni intrise di luoghi comuni privi di logica e di soluzioni. Rappresentano solo il remoto tentativo di rimanere incollati alla poltrona del potere.
Meno competitivi in campo e non solo Calciopoli ha cambiato anche il peso economico del nostro calcio. Nessuno in Europa dipende tanto dai diritti tv quanto le squadre italiane; nessuno incassa così poco dai proprio stadi. Inter, Juve, Milan, Roma e Lazio, sono scivolati nella classifica Europea dei Top 20. La principale causa è dovuta alla perdita di un contratto record di sponsorizzazione come quello con Tamoil. Ricordiamo che l’accordo prevedeva 240 milioni in 10 anni (dal 2005 al 2015: 110 milioni nei primi 5 anni e 130 nei secondi cinque). Oggi la New Holland porta 33 milioni in 3 anni (dal 2007 al 2010). Perdita per la Juventus, ma anche dell’interesse per il nostro calcio nostrano Il freno sui ricavi da sponsor, biglietteria e pubblicità è un ulteriore segnale, dell’indebolimento del nostro calcio, che vivendo di “retorica”, ed “etica” telecomandata non attira più nessun investitore e perde gran parte del fascino che aveva in tempi non molto lontani.
“Financial Fair Play” Platinì promette il controllo dei parametri per le squadre che avranno accesso alle competizioni Europee perché, “vogliamo che tutte le squadre spendano i soldi che hanno: per me non sarà più possibile che un Moratti e un Berlusconi diano dei soldi dopo per pareggiare il bilancio”. A nessuno però in Italia è venuto in mente di dare una risposta, né tantomeno chiedere e chiedersi perché nel nostro calcio, nonostante esistano dei regolamenti che impogono dei controlli, e degli enti preposti al controllo dei parametri, ci sono squadre che sistematicamente vengono graziate. Eppure non si può dire che Platinì non è stato chiaro!
Conclusione Si cerca di risollevare il calcio italiano con l’assegnazione degli Europei e su chi si conta? Su un ex-juventino come Platinì, oggi presidente della UEFA. Abete, ha già lanciato la sfida cercando ventilando un’ alleanza tra Francia e Italia. E’ sotto gli occhi di tutti lo sperpero e l’inutilità degli stadi costruiti per Italia 90, proprio a Torino e proprio alla Juventus hanno iniziato la costruzione del nuovo stadio demolendo il simbolo di quello spreco, il “Delle Alpi”. La classe dirigente è sempre la stessa, nessuno ha mai chiesto di pagare il conto per un’era di decadenza e nessuno lo chiederà ora.
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