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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di Picenus del 30/03/2009 16:30:08
A las cinco de la tarde
Dal mondo onirico al 4-1 reale.

Era uno notte illune e senza vento.
Ma no, che sto scrivendo, scusate. Era un sabato pomeriggio assolato e con un po' di brezza. Tutti i pomeriggi faccio 'la penneca' (o pennichella) post-prandiale.

La pennichella è uno stato di sonno-veglia al quale non so sottrarmi.
Quel pomeriggio, però, di sonno profondo si trattò. Dormii per oltre due ore e sognai.

Sui sogni molto ha detto Freud. Anzi, ci ha fondato la psicanalisi.
Per Freud i sogni non sarebbero altro che un modo per soddisfare, attraverso il nostro inconscio, immaterialmente, i desideri che ci titillano nel corso della giornata e che, quasi sempre, rimangono irrealizzati.

Dunque dormivo saporitamente e sognavo. La sera di quel sabato si sarebbe gocata la partita Roma-Juventus, cruciale per le due squadre. Da una parte i lupi malconci e abbacchiati come da tempo non gli capitava. Dall'altra noi, con nove infortunati. Adrenalina pura. Uno scontro fra due ospedali ambulanti.

Soccombere avrebbe voluto dire affidarsi subito dopo alle cure di Emergency.
Per uno emotivo come me, si stava preparando una serata, a dir poco, palpitante. Come si sa (non è solo diceria della saggezza popolare) i sogni fatti di giorno, o all'albeggiare, sono veritieri, al contrario di quelli notturni, spesso confusi, umbratili, non facili da trattenere in memoria.

Evanescenti come Tiago. Spesso ci svegliamo con tanta rabbia addosso. Il sogno in frantumi è livido come l'alba nell'urlo di Munch. (Se si sta sognando, chessò, un amplesso con una donna da sempre desiderata e mai, ahimé, posseduta, il brusco risveglio ci prende sul più bello). Un coitus interruptus contra voluntatem tuam. Una infantile voglia di riprendere a sognare subito, per portare a conclusione il sogno e giungere al culmine del piacere.

Quel pomeriggio, invece, le cose non andarono così. Facevo la pennichella e sognavo. Ero in casa, leggiucchiavo e, ogni tanto, accendevo la radio. Tutto il calcio minuto per minuto. Si stava giocando Roma-Juve e il risultato, riferiva in quel momento il radiocronista, era 3-0 per la Juve.

Un sobbalzo onirico sul letto cigolante. Spengo la radio,la riaccendo (siamo sempre nel sogno),dopo aver tentato di annegare la mia tensione fingendo di interessarmi a problemi di epistemologia (figuriamoci!). Il radiocronista sta dicendo il risultato finale: Juve batte Roma 4-1.

Mi sveglio incredulo. Sogno o son desto? ma che ore sono? Guardo la radiosveglia: las cinco de la tarde. Ma allora devono ancora giocare. O no? Cerco di mettere a regime le sinapsi. Vero, falso; falso, vero. Boh. Ma eccomi sveglio e lucido finalmente. E sì, non ci sono dubbi, la partita comincia alle 20,30. Tutto da rifare.

Mi stropiccio gli occhi, un po' deluso e un po' no: perché, in fin dei conti, per un po' ho goduto e a volte i sogni si avverano. Quello era, per giunta, un sogno diurno e quindi..'. Mi alzo; di là c'è mio figlio, lo guardo e sentenzio: 'stasera si vince 4-1'. Mi guarda fisso negli occhi, 'ma che cavolate dici papà; grasso che cola se strappiamo un pari stasera'. 'No, no tranquillo, 4-1 per la Juve'. Non risponde e forse pensa 'questo vaneggia.

Poi, dalle 20,30, alle 22,30 il sogno, come previsto, diventa realtà. 'Che ti dicevo?'; sono in uno stato di esaltazione e per il risultato e per la mia profezia avveratasi. 'Ma chi sono, Nostradamus?'. Mio figlio è semplicemente sbalordito. Fine.

P.S. Quello che ho scritto corrisponde a verità in tutto e per tutto. Ricapiterà? mah!
Nel caso vi avverto e... puntate forte sulla nostra vittoria. Così la soddisfazione sarà doppia.
 
 
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