Dopo l’annuncio che Antonio Conte sarà il nuovo allenatore dell’Inter, la curva nord ha emesso un comunicato ridicolo e delirante che testimonia, ancora una volta, come l’intersismo viva in un mondo virtuale tutto suo, in cui falsificare passaporti ed essere prescritti per un reato gravissimo si traducono in non averli compiuti ed essere innocenti.
La cosa più rivoltante del suddetto comunicato è proprio questa: l’assurda presunzione di poter accusare dall’alto di un’onestà sportiva che non esiste affatto e di potersi considerare un esempio per tutti, perchè ci sono caterve di documenti ed episodi che ne contraddicono gli stessi presupposti.
Tuttavia, il tacito assenso della Juventus Spa di fronte alle continue e infamanti accuse che si susseguono dall’interismo ancor prima di farsopoli, è uno stimolo irresistibile per i calunniatori nerazzurri a continuare a sfogare le loro frustrazioni, inventando o esagerando i fatti ben sapendo di non doverne rispondere.
Per esempio, ci fanno notare di essere anche noi fruitori di opportune prescrizioni come quella sul doping, anche se l’unica cosa prescritta in quel famigerato processo preparatorio a farsopoli è stato il reato ideato da Guariniello di “abuso di farmaci legali” perché in merito all’uso di Epo, la Juventus è stata assolta in Corte d’Assise e d’Appello, mentre la Cassazione ha respinto il ricorso del suddetto Guariniello (e quindi ha confermato e non prescritto l’assoluzione in Appello della Juve e del dottor Agricola in merito all’uso di Epo), come riportato a pagina 48 della sentenza del 2007: “dichiara inammissibile il ricorso del Procuratore generale in ordine al reato di cui al capo G (uso di sostanze dopanti e mascheranti doping) limitatamente all’eritropoietina umana ricombinata”
Ovvero, non c’è alcuna prova di acquisto e uso di Epo, anche perché non è mai stata mai stata riscontrata una positività e una squalifica di un tesserato bianconero per doping e, inoltre, nessun farmaco indagato era nella lista di quelli proibiti dalla WADA e dal CONI, tant’è vero che lo stesso TASS di Losanna - sollecitato a intervenire da Petrucci (si sempre lui, l’alter ego dell’interismo) - si è pronunciato sentenziando che il processo per doping alla Juventus non aveva alcuna ragione di essere intentato.
Però, se non si controbattono mai le accuse e si fa dire al proprio legale < dateci la B > (ricordiamoci sempre che la dirigenza bianconera avversa all’Avvocato e al Dottore ha dato il suo pieno assenso alla farsopoli degli amici Moratti e Guido Rossi) di fronte a reati inventati (Illecito strutturato) oppure molto meno rilevanti di quelli commessi da altre società, cosa ci si può aspettare se non comunicati come quello della curva nord dell’Inter? In un certo senso, è come se quel comunicato lo avesse scritto la dirigenza della Juventus Spa.
Non voglio dilungarmi a commentare in toto la sequenza di farneticamenti riportati in quel comunicato, ma solo evidenziarne alcuni passi, che meritano il premio Nobel per ipocrisia e alterazione della realtà 1) essere interista significa rispettarne la storia … soprattutto se la si conosce davvero, magari a partire dalla retrocessione sul campo e poi annullata a tavoli- no con un imbroglio giuridico nel 1912, oppure dalle pillole di anfetamina messe da Helenio Herrera nel caffè dei nerazzurri, come evidenziato da Ferruccio Mazzola ne “Il Terzo Incomodo”. Illuminanti sono poi gli articoli pubblicati sul Times di Londra da Brian Lester Glanville non appena scoppiata farsopoli; articoli facenti parte della serie “La Storia Gloriosa - Ma Macchiata - Dell’Inter”, in cui l’ex corrispondente britannico in Italia negli anni 60 e 70, oggi 87enne, racconta degli arbitri stranieri che, sotto la direzione di Italo Allodi e del faccendiere Deszo Holti, frequentavano villa Angelo Moratti prima delle gare di coppa campioni più delicate, per ricevere istruzioni e debiti compensi (oltre alle varie denunce all’UEFA insabbiate da Deszo Holti, vi è la confessione dell’arbitro Gyorgi Vadas, che ha confermato di aver avuto offerte di soldi e orologi d’oro per favorire l’Inter). Ed è una lezione che il figlio Massimo ha imparato bene, dato che per riuscire a vincere Champions dopo mezzo secolo, nel 2010 ha messo a libro paga Walter Gagg (allora numero due della FIFA e complice delle malefatte di Sepp Blatter, grande amico di Facchetti) con la qualifica di addetto agli arbitri internazioni e il risultato di questa collaborazione può vedersi su YouTube, dove molti filmati evidenziano gli errori (??) arbitrali di cui ha goduto l’Inter. Sulla storia dei nerazzurri di cui si gloria la curva nord ce ne sarebbe ancora molto da dire, ma credo che tutti siano a conoscenza di come si sia arrivati alla prescrizione di Palazzi nel 2011 dei reati dell’Inter nell’ambito di farsopoli e di tutti gli annessi e connessi a questa vicenda, per cui mi fermo qui.
2) essere interista significa vincere nel rispetto dell’avversario, accettare la sconfitta e non cercare alibi: ma se non fanno altro che piangere e indire panolade a ogni minimo presunto errore commesso nei loro confronti, come se fossero vittime di chissà quali congiure … Ogni volta che perdono con la Juve (e non solo con la Juve) tirano fuori episodi che hanno visto solo loro e mai e poi mai ammettono di aver sbagliato o di essere inferiori … Accettare la sconfitta per loro significa fingersi feriti da lattine scagliate da tifosi avversari come ha fatto (e poi ammesso) Roberto Boninsegna col Borussia; gettare motorini dagli spalti di San Siro o colpire in testa a Dida con dei petardi, come nel derby di Champions del 12 aprile 2005; oppure implorare gli avversari di lasciarsi battere, come ha lacrimato Materazzi il 5 maggio 2002. E il rispetto degli avversari? Sarebbe forse subissarli di buu razzisti o di accuse di doping e furti di scudetti grazie ad arbitraggi amici utilizzando senza prove le sensazioni del sentimento popolare?
3) noi rispettiamo le sentenze … a parte il fatto che non solo vengono prescritti ma neanche inquisiti per evitare loro condanne, mi chiedo se fra le sentenze che rispettano vi è anche quella del Tribunale di Udine, che il 26 maggio 2006 ha condannato a sei mesi di carcere Recoba e Oriali (la richiesta del PM era 3 anni, ridotta poi a sei mesi per patteggiamento e piena confessione dei due incriminati nerazzurri) per aver coscientemente richiesto e ottenuto la falsificazione di passaporto, carta d’identità e patente del suddetto Recoba, perché Massimo Moratti voleva far giocare il Cino con Ronaldo e ciò non era possibile utilizzando un regolare tesseramento extra-comunitario. Una sentenza che, secondo gli accordi stabiliti da Petrucci e Manzella nel 2001 (cioè sospensiva della condanna sportiva in attesa di quella penale), avrebbe dovuto portare nel 2006 alla condanna dell’Inter e non all’assegnazione di un cartonato per onestà, una condanna che all’epoca dei fatti prevedeva la retrocessione in B (partita persa e un punto di penalizzazione per ogni gara in cui aveva giocato Recoba con la posizione di giocatore comunitario). Chissà poi se gli interisti rispettano anche la sentenza che ha respinto la richiesta di diffamazione portata avanti dall’Inter per le accuse di doping nerazzurro a base di anfetamine, denunciata da Ferruccio Mazzola ne “Il Terzo Incomodo” (sentenza del 2008 emessa dal giudice Rosaria Ricciardi, Tribunale di Roma), oppure quella che lo scorso anno ha confermato che “… Facchetti faceva lobby con gli arbitri” (sentenza del 2018 emessa dal giudice Oscar Magi, Tribunale di Milano), rendendo quindi comprensibile perché Palazzi non abbia voluto procedere contro l’Inter se non dopo avvenuta prescrizione, dato che la condanna degli onesti sarebbe stata certa e persin più severa di quella della Juventus
4) Il nostro messaggio e augurio è quello che mister Conte e con lui anche Marotta, si affidino a Lele Oriali: eh sì, un vero e proprio maestro di scuola interista del furto, dato che non solo ha autorizzato la falsificazione dei documenti di Alvaro Recoba di cui si è già detto, ma deve avere necessariamente anche avuto rapporti con soggetti malavitosi. Infatti, se per il passaporto si è fatto aiutare da Baldini con cui si è recato in Sudamerica (Baldini era il DS della Roma, quello del “ti faccio il ribaltone” e l’amico di Auricchio, che ha volutamente ignorato i “baffi rossi” con cui sono state evidenziate le intercettazioni dell’Inter), patenti e carte d’identità taroccate non si trovano al supermercato e quelle relative al caso del Cino sono state rubate alla motorizzazione di Latina. Per cui, non avendolo certo fatto di persona, bisogna che Oriali abbia contattato chi era in grado di farlo, da cui l’augurio espresso dalla curva nord a Conte e Marotta di affidarsi a lui per capire quali sono i valori nerazzurri. Nel mondo del calcio non c’è nessuno che possa scagliare la prima pietra, Juventus compresa, e accusare gli altri di essere disonesti dall’alto di un’inesistente onestà …
Tuttavia, ormai qui si tratta della milionesima pietra che ci scagliano contro e sarebbe ora che il signor Agnelli, invece di portare avanti campagne risarcitorie che non portano a nulla (del resto, l’obiettivo del “giovin signore” è sempre stato solo quello di tener buoni i tifosi e non quello di ottenere giustizia), facesse qualcosa di serio per difendere la Juve e chi la segue per passione e non per pecunia … Non mi riferisco alle farneticazioni della curva nord, ma a ciò che esse rappresentano e a chi le sostiene da anni sui media … Caro presidente, ci tiene proprio così tanto a essere insultato in prima persona e come famiglia? Sembrerebbe di sì, dato che lascia a piccole pedine come noi il compito di difendere il nostro “Primo Amore”.
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