Dire che la Juve ha fatto un passo avanti, domenica sera col Milan, suona, presso certe orecchie, come una bestemmia in chiesa.
Malgrado sia innegabile che per tutto il primo tempo, la capolista a punteggio pieno sia stata ridotta all'impotenza (non si ha memoria di parate di Szczesny). Purtroppo, non avendo chiuso il discorso quando era nelle sue possibilitā, soprattutto atletiche, la Juve si č esposta al rischio di far rientrare in partita un'avversaria straordinariamente "resiliente".
E' finita peggio di com'era iniziata, ma non di quanto si temeva alla vigilia. Anche su questo aspetto, pare di notare una certa tendenza all'amnesia selettiva. I punti in palio sono 102. Disgraziatamente, il campionato č iniziato nel segno di sorprese anche clamorose, e molto sgradite, vedi gli exploits granata e viola. Ma, se c'č un serio motivo di preoccupazione per gli Juventini degni di questo nome, questo ha a che fare con l'apparente stato confusionale di un management che prima annuncia l'imminente prolungamento del contratto di CR7, e poi lo vede partire alla vigilia della seconda di campionato.
Non certo con le indecisioni di Rabiot e Locatelli, o il modestissimo apporto di Chiesa e Kulusevski nella parte finale di questo Juve-Milan. Cogliere il punto, lasciando ad altri (che ci campano di rendita) i sondaggi sul nulla, mi pare uno sforzo alla portata di chiunque tifi Juventus.
In momenti come questi, l'autonomia di giudizio sta al nostro benessere come il cacio proverbiale ai maccheroni. |