Nell'euforia dell'Italia anti-juventina per la (ampiamente) preannunciata sentenza della Corte di Appello Federale che ha "affibbiato" ben 15 punti di penalizzazione da scontarsi (ovviamente)nel campionato in corso, non ci si può esimere dall'evidenziare il solito "clichè" della giustizia sportiva italiana che, specie nell'attuale contesto socio-politico, non può non richiamare alla memoria i metodi iraniani di cui tristemente si legge ogni giorno sulla stampa nazionale e internazionale: processo di trenta minuti, quindici minuti all'imputato per tentare di difendersi e scontata sentenza di impiccagione.
Questo è quello che è successo stasera alla Juve, alle prese con un verdetto che era stato già ampiamente preannunciato da tutta la stampa anti-juve, nè più nè meno come le sentenze iraniane già scritte e preannunciate dagli ayatollah.
Aspettiamo di leggere le motivazioni che verranno di qui a poco depositate, ma siamo certi che riusciranno a inventarsi qualche altro "effetto speciale" per stupire il popolino e alimentare il sentimento anti-juventino.
Speriamo solo che ci spieghino almeno come le plusvalenze presuntamente fasulle (sessanta milioni di euro) costituenti solo il 3,6% dei ricavi della Società abbiano potuto favorire la sua iscrizione al campionato. Perchè solo in tal caso la penalizzazione si giustifica, non avendo le presunte plusvalenze prodotto alcun effetto sul risultato sportivo del campo...a meno che anche la giustizia sportiva non abbia il suo VAR.
Siamo in trepida attesa. |