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          L'ANGOLO DEL TIFOSO
Articolo di la juventina del 18/02/2010 01:27:40
Rispetto per il calcio
Il rigore assegnato alla Juventus nel giorno di S. Valentino riapre il sipario sul vespaio di dichiarazioni e schiamazzi mediatici che nel nostro paese prendono sistematicamente il posto dell'informazione sportiva.
L'apparato tecnologico che i maggiori network e la RAI mettono a disposizione degli sportivi intesi come utenti e fruitori di un servizio nel momento in cui propongono le loro offerte nell'imminenza del nuovo campionato, si trasforma nella solita arma di chi cavalca strumentalmente il sentimento atavico dell’antijuventinità.

Durante l'ultima fase del campionato di calcio italiano è accaduto che la Juventus abbia usufruito di alcuni errori arbitrali a favore. Una levata di scudi che non ha risparmiato nessuna delle emittenti televisive e delle maggiori testate giornalistiche italiane ha nuovamente urlato al complotto. Facendo il verso in maniera poco convincente ed elegante ad analoghi episodi trascorsi di ordinaria tristezza. A fantasmi di un passato che ancora è vivo e presente e attende di essere spiegato e ricostruito dentro aule di tribunale.

La colpevole voce che con gesto spudorato intima al fischietto non l'errore, ma il favore, è riecheggiata dalle Alpi alle Piramidi. Il complesso sistema di telecamere svolazzanti e cavi, l'ambaradan di opinionisti più o meno qualificati a svolgere un servizio per chi con passione ogni anno mette mano alla tasca per seguire la sua squadra del cuore, si è ringalluzzito e ha riadocchiato la possibilità non di riscattare un passato orrendo e sguaiato, ma semplicemente l'occasione per rialzare l'audience. L'indice puntato contro il colpevole. Il colpevole sempre lo stesso. Anche quando naviga a sedici leghe di distanza dalla prima in classifica e ha i suoi bravi problemi a cercare di ritrovare identità e risultati. Una Signora dalla veste bianconera imbrattata dall'astio perenne e dal desiderio di vendetta di tutti coloro che non smetteranno mai di odiarla. Questa in sintesi la macabra sceneggiata ripetuta a reti unificate. Da oltre vent'anni.

Un tempo nel quale si è lentamente spenta la credibilità di tutte quelle voci urlanti e di tutti quei presunti valenti esperti di calcio. Sarebbe facile assecondare la tentazione di scrivere che del vostro odio noi ci alimentiamo. Non è così. Ve lo lasciamo tutto. Semplicemente perché ci siamo resi conto che in questo paese ad essere uccisa, ad essere morta, non è la Juventus. La Juventus vive nel cuore di milioni di tifosi che la domenica (e a volte il martedì o il mercoledì o quando aggrada a chi con la Juventus si arricchisce o si garantisce il lavoro) siedono davanti alla televisione e, lungi dal recarsi allo stadio armati, si armano sì, ma di santa pazienza, per seguire la partita. Spesso con il famigerato e per nulla obiettivo né professionale commento di un duo celebre per manifesta fede avversaria. Ad essere uccisa è stata la deontologia professionale. Dei molti signori che senza averne diritto né capacità si dispongono giornata dopo giornata di campionato a fare un mestiere nobile che non esiste più. Il mestiere del giornalista.

Gente dalla quale ci aspettiamo invano da anni che prenda in esame il gioco, le qualità tecniche dei calciatori, le statistiche e ogni volta riscopriamo capace soltanto di barattare la propria coerenza intellettuale con la mistificazione richiesta dal pubblico. Inadeguata non solo in virtù delle molte inesattezze propinate e della poco attendibile esternazione di idee, in quanto spesso se ne conosce l'indole di sfegatato tifoso, ma anche e soprattutto perché ci piacerebbe assistere allo stesso spiegamento di forze quando l'errore arbitrale non favorisce la Juventus, bensì le altre squadre che prendono parte al campionato.

Tanto per fare un esempio, nel girone di andata, la stessa Genoa Juventus fu teatro di errori arbitrali ai quali i bianconeri seppero reagire riportando in parità una partita altrimenti persa. La differenza dov'è? Sta tutta nel fatto che non abbiamo assistito a nessuna dichiarazione di congiure e a nessuno spettro di cupole. Gli arbitri sbagliano e questa è la legge dello sport. Di quale sport, continuiamo a chiederci? Di chi o di che cosa è figlia questa interpretazione faziosa e odiosa del fatto sportivo? Di un gioco al massacro nel quale ad essere massacrati sono solo e sempre gli stessi colori?

Continuate a definirci ladri, drogati, razzisti, adesso anche bestemmiatori. Non cadremo nella vostra trappola e non vi odieremo, ma da oggi dovete sapere quello che pensiamo di voi. Quante volte abbiamo dovuto assistere a goal messi dentro la rete con le mani e a rigori ottenuti per una rimessa della palla con la testa? Se la beneficiaria è l'Inter è regolare. Se invece è la Juventus, cambia tutto. Ma non sono forse gli stessi arbitri a dirigere le partite? Non sono le stesse le telecamere in campo? Le moviole? I giornalisti?
Il designatore arbitrale e i vertici di un calcio che in questo paese sembra non guarire mai? Soffrire della stessa idiosincrasia congenita? Di un odio che in tanti riversano in un diffuso quanto ingiusto sentimento popolare? Che fine ha fatto l'obiettività? A cosa serve tutta questa tecnologia? Se il verdetto è sempre lo stesso e si scrive sulla pelle degli Juventini?

Alimentate odio verso una squadra e dei tifosi che ancora oggi possono vantare l'unica bacheca italiana che comprenda tutti, ma proprio tutti i trofei che si possono vincere. Tutto questo fa male allo sport e alla nostra nazione, se vuole continuare a dirsi civile. Qualche volta, nel corso delle vostre trasmissioni e tra le righe dei vostri articoli, ricordate i nomi di coloro che hanno formato la nazionale di calcio italiana nel 1934, nel 1938, nel 1982, nel 2006, ma anche nel 1978, nel 1990 e nei molti altri anni nei quali si è distinta non solo per la vittoria, ma anche per la brillantezza e la caratura straordinaria dei suoi allenatori e giocatori, che hanno dismesso la maglia bianconera per indossare quella azzurra.

Non aggiungete ai vostri errori l'incuria e la malafede della memoria corta. Restituite qualità alla vostra informazione. Restituirete non solo giustizia al popolo juventino, ma soprattutto a voi stessi dignità di uomini e di professionisti.

la juventina
Riccardo29
 
 
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