I commenti del Muro non rappresentano necessariamente le idee dell'Associazione
#37638 JUVE-INTER
scritto il 03/11/2007 11:26:13daANGELO
Francamente di questa partita non me ne frega niente,nel senso che se fosse per me i me*dazzurri avrebbero raggiunto a malapena Novara,non sono degni di entrare a Torino tanto meno al Comunale,questa aria de volemose bene non mi piace,non mi faccio normalizzare dai tanti moralisti dell'ultima ora....niente violenza ma io le braghe non me le calo,questa partita non si dovrebbe neanche disputare...in quanto agli ultras non mi aspetto niente di che...gia' lo sappiamo da che parte stanno!
#37637 SONDAGGIO - GALLIANI -MEANI
scritto il 03/11/2007 11:23:27daBIANCOENERO
Votate in massa x Galliani(testa di cane) e il suo servo sce*o Meani al sondaggio:
http://sondaggi.quotidiano.net/
#37636 Da Tuttosport
scritto il 03/11/2007 11:20:30daBIANCOENERO
L’UOMO DEL DESTINO
Ibra: «Juve, ho in mente te»
«Orgoglioso del passato, eccitato dal presente: sono pronto»
Lo svedese e i suoi “rigurgiti” di bianconero: una piacevole ossessione. Dagli scudetti tolti alla stima per Moggi, dai fischi certi al rimpianto di Nedved: «Spero di non finire come lui, senza Champions...»
MILANO. La Juventus? Da quando l’ha sedotta e abbandonata, per Zlatan Ibrahimovic è diventata una piacevole ossessione. Perché negli ultimi 15 mesi (dal 10 agosto, giorno del suo passaggio all’Inter per 24,8 milioni di euro cash, a oggi) non c’è stata intervista in cui lo svedese non abbia parlato delle sue stagioni bianconere, anni di scudetti poi cancellati dalla giustizia sportiva ma che Zlatan considera importanti proprio come quello - dei record - conquistato a Milano. La prova? Eccola.
«I miei scudetti».
«Per come abbiamo giocato, per quello che abbiamo dato sul campo, per le emozioni che abbiamo provato, io mi sento campione d’Italia con la Juventus. Su questo non ho nessun dubbio, io come i miei vecchi compagni abbiamo vinto due scudetti sul campo. Il tricolore che porto sulla maglia? Avendo vinto il campionato a Torino questo scudetto lo sento mio comunque».
«La mia notte».
«Le sfide con la Juve le sto aspettando e voglio assolutamente giocarle, sono eccitato soltanto dall’idea (ndr: Roberto Mancini l’ha tenuto a riposo contro il Genoa in quanto diffidato, per non correre inutili rischi): i grandi campioni infatti si esaltano nelle grandi partite e io so che questa è una sfida speciale, non fosse altro perché l’ho giocata e vinta quando indossavo la maglia bianconera».
«I miei ex tifosi».
«Se mi fischieranno mi farà soltanto piacere... Io un traditore? Nel calcio è sempre così: quando stai in una squadra tutti sono contenti e ti vogliono bene, quando te ne vai, si arrabbiano. Gli anni a Torino li ricordo positivamente perché ho vinto tanto e imparato tanto. Ma il mio futuro è all’Inter e farò di tutto per battere la Juve».
«I miei allenatori».
«Mancini e Capello hanno modi diversi di allenare ed è impossibile fare paragoni. Mancio è più tranquillo, rilassato. Capello è un martello che push every day. Il segreto di questa Inter? Tanto lavoro e una mentalità da grande squadra. Anche alla Juve era così: tutti lavoravamo per vincere e infatti vincevamo tutte le partite».
«Rispetto per Moggi».
« Moggi alla Juve mi ha aiutato e io rispetto sempre la gente che mi rispetta. Dopo quello che è successo non c’è più nessuno in Italia che lo vede in maniera positiva, però Moggi non ha mai fatto nulla per danneggiarmi. Ripeto: lui mi rispetta e io lo rispetto. Non ho mai detto che ci vorrebbe Moggi all’Inter, ma che servirebbe uno con le sue capacità organizzative e di controllo sull’ambiente nel quale lavorava. Se in quella Juve andavi a fare la pipì, Moggi lo sapeva. Qui all’Inter è tutto molto, molto buono ma si può ancora migliorare.
».
«Io e Calciopoli».
«Non ho mai pensato di lasciare l’Italia dopo quello scandalo. Mi piace ragionare giorno dopo giorno e qui si gioca il calcio più difficile del mondo. Non è stato per nulla faticoso inserirmi nel mondo nerazzurro visto che ho ritrovato giocatori con cui in campo avevo fatto delle belle battaglie. Qui si vince e ci si diverte, poi giocare a San Siro è uno spettacolo, in più Moratti prima è un amico, poi un presidente».
«Perché ho lasciato Torino».
«Con la Juventus mi sono sempre comportato da vero professionista e ho rispettato in tutto e per tutto il mio contratto. Mi spiace per i tifosi e anche per i miei ex compagni di squadra. Ma questo è il calcio. Io devo pensare al mio futuro, e il mio futuro ora è con l’Inter che è un grande club. La vita va avanti. Credo che il mio passaggio all’Inter abbia accontentato tutti: il sottoscritto, l’Inter e anche la Juventus».
«Pavel, amico mio».
«Tra i miei ex compagni mi capita di sentire Nedved. Ogni tanto penso alla sua carriera: ha giocato a livelli pazzeschi e ormai è quasi rassegnato a finirla senza aver conquistato la Champions. Ecco, io non vorrei mai essere costretto a dover smettere avendo il suo rimpianto. La Juve ha ricominciato tutto e servirà loro del tempo per tornare a essere la squadra di due anni fa: quando la mia Juventus era come l’Inter di adesso».
#37635 Da Tuttosport di venerdì 2 Nov
scritto il 03/11/2007 11:19:15daBIANCOENERO
Calciopoli ha contribuito ad acuire una rivalità che già era accesa sul piano sportivo
Quei rancori ultrà da dribblare
Preoccupa un opuscolo distribuito dalla curva interista, ma la paura allontana l’esaurito nel settore ospiti
ALBERTO PASTORELLA
MILANO. Il fermento è tangibile, l’organizzazione ormai definita. E’ il rischio che non è quantificabile e non potrà esserlo fino a domenica sera. Perché i tifosi dell’Inter in marcia verso Torino non minacciano, ma nemmeno porgono l’altra guancia: semplicemente, sanno di andare in casa della rivale più odiata, sportivamente parlando. E sanno altrettanto bene che l’odio sportivo è fermamente e cordialmente ricambiato, da parte dei tifosi bianconeri. Non sono mai stati amici e mai potranno esserlo. La storia del calcio racconta di una rivalità profonda, nata agli albori degli anni ‘ 60, e poi protrattasi fino ai giorni nostri, tra sgarbi, beffe, polemiche, urla, rabbia e disperazione. Calciopoli non ha fatto altro che acuire i sentimenti, ma che fossero cane e gatto, per non dire peggio, lo si sapeva da tempo. Da quando, nel campionato 1960- 61, l’Inter mandò in campo contro la Juventus una squadra di ragazzini per contestare la decisione presa dagli organi della Federcalcio ( Federcalcio allora presieduta da Umberto Agnelli) di ripetere la partita inizialmente data vinta a tavolino ai nerazzurri per invasione di campo.
A Torino sono attesi non più di tremila tifosi nerazzurri. Le normative imposte dall’Osservatorio per l’acquisto dei biglietti e la limitata capienza dello stadio Olimpico non consentiranno quelle trasmigrazioni di massa come ai tempi del Delle Alpi. Il settore ospiti può contenere circa 2.500 tifosi ma l’obbligo di vendere un solo biglietto a testa fa sì che i responsabili delle organizzazioni del tifo nerazzurro non siano sicuri di riuscirlo a riempire. In più, restano i cosiddetti “ cani sciolti”, quelli cioè che riusciranno a conquistare qualche preziosissimo tagliando degli altri settori, dove però dovranno manifestare con più cautela la loro appartenenza al tifo interista.
Da giorni, a Milano, si parla della trasferta. Con timore, perché si conoscono i sentimenti contrapposti delle due tifoserie e si sa che è una gara a rischio incidenti; con apprensione, perché lo stadio Olimpico è “ nuovo” per molti tifosi e anche questo rappresenta un pericolo in più per il tifo organizzato. « Lo stadio lo conoscono in pochi, e quindi non conoscendo bene gli spazi, bisogna fare attenzione ai tifosi della Juventus » , si legge nella “ fan- zine” della curva nord, che è stata distribuita l’altra sera prima di Inter- Genoa. Una partita che ha visto la chiusura “ storica” della curva nord, per gli episodi di razzismo con il Napoli, ma che ha dato anche segnali incoraggianti, visto che, cori a parte, tutto è andato benissimo. E questo malgrado gli ultras si siano trasferiti nell’altra curva, quella sud, che sta sopra il settore ospiti e dove, quindi, erano a stretto contatto con i tifosi del Genoa, gemellati con quelli del Napoli e quindi, per la proprietà transitiva che vige in questi settori, rivali dei nerazzurri.
Ma quella di domenica sarà un’altra storia. Vedrà di fronte tifoserie che in questo scorcio di stagione sono già finite al centro delle cronache. Quelli della Juventus per gli scontri nel derby, quelli dell’Inter per gli striscioni contro il Napoli. E che si portano appresso le tensioni di mesi. Ma, come si diceva prima, non è solo Calciopoli ad aver creato questa rivalità. In una delle ultime sfide, il 28 novembre 2004, ben prima che scoppiasse lo scandalo, a San Siro erano volati i lacrimogeni ad altezza d’uomo per tenere separate le due tifoserie che stavano venendo a contatto. E con razzi e bombe carta pericolosamente lanciate anche all’interno dello stadio, da un settore all’altro. “ Eccitazione ed entusiasmo, carica ed energia, voce e colore”: anche questo ha scritto la curva nord, in mezzo ad altre frasi meno simpatiche. E sarebbe bello se fossero davvero queste le vere e uniche esternazioni del tifo nerazzurro. “ Non vi venga in mente di fare gli eroi” è l’ultimo appello lanciato dagli ultras in questa specie di vademecum per la trasferta di Torino. E nemmeno gli imbecilli, forse è il caso di aggiungere...
#37634 YESSSSSSSSSSS!!!!!!
scritto il 03/11/2007 11:15:17daLEONARDINHO
CHE BELLO!!!!! HO APPENA SAPUTO CHE DOMANI SERA SARO' IN CURVA SUD A FARE IL TIFO PER LA SIGNORA!!!!!!!!!! MA SOPRATTUTTO AD INFAMARE ZINGARIMOVIC TUTTO IL RESTO DEL CAMPO NOMADI NERAZZURRO!!! "MORATTI,C'AVRAI I POZZI DI PETROLIO,MA SEI BRUTTO COME UN POZZO NERO"
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IL NOSTRO SONDAGGIO
Dopo la Cassazione su Moggi, cosa dovrebbe fare ora la Juve?