e con Zaccone non c'era alcun dubbio, o sono complici nel disegno criminoso che ha condannato la Juve. Ora chiedo all'Ufficio legale, ma non avrò risposte, se gli atti di questa audizione al Senato non siano da cosiderare un atout pesantissimo a nostro favore nel procedimento in corso presso la Comm. europea.

Riflettiamo: col ricorso al Tar avremmo rischiato qualche punto di penalizzazione X via della clausola compromissoria com'è successo all'Arezzo.Inoltre l'Uefa ci avrebbe potuto escludere dalle competizioni europee X qualche tempo, ma valeva comunque la pena correre il rischio anche perché,in sede UE,la Comm. X la concorr. avrebbe rimesso le cose a posto una volta adita dai piccoli azionisti annullando le sentenze della G.S. formalmente viziate.Dunque Cobolli e soci o sono stati mal consigliati

Mancini non sano di mente ma ancor d + il su presidente s***o schieratosi i gg scirsi cn gli ultras che espongono striscioni razzisti e ha fatto appello alla sentenza.. ancor + s***i e mnaledetti i giornalisti leccaculo e prostrati che ancora ce l propinano come signore degli onesti ebenefattori dopo tutto quanto è successo e si sa in giro... siate maledetti !!!!!!!!

Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo. La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro. I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video. L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete. Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog? La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile. Il 99% chiuderebbe. Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura. Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”. Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili. Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia. Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico. Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it

"Il procedimento (il 15 dicembre il gip esaminerà la richiesta di rinvio a giudizio) a tempo debito ci dirà se di reato penale, o meno, si è trattato. Quale possa essere il verdetto finale, colpevole o innocente, non cambia nulla". Questo dimostra che il giornalaio asservito ai poteri forti m**dazzurri ha condannato Moggi e la Juventus al di là se è colpevole o innocente. E' una buffonata che solo un individuo di questa portata può sviluppare dal suo cervello.