Egregio Signor Ziliani,
Le scrivo in riferimento al suo articolo, letto sul blog di Mister X di Xavier Iacobelli, riferito alla recente apparizione in TV del neo designatore Collina (che lei definisce "comparsata" forse perchè non è avvenuta in una "sua trasmissione"?) .
Sulla falsariga del suo scritto ho provato, cambiando qualche nome e riportando qualche fatto noto a chi ha potuto (o meglio voluto) approfondire le sue conoscenze su Farsopoli, a rispondere ai suoi interrogativi. Caro Ziliani, ma è così difficile dire la verità?
Ricordate la spassosa (?) pantomima dei giornalisti e degli opinionisti TV che, seguendo la corrente giustizialista e la sete di vendetta verso la Juventus, non trovavano di meglio che far ricorso a qualsiasi cosa potesse screditare i successi della Juve, descrivevano complotti e battezzavano il caso come Moggiopoli prima e Calciopoli poi? Oggi si affaccia qualcuno che, come noi abbiamo sempre sostenuto, parla di Farsopoli.
Sulla scia di quell’onda emotiva, montata ad arte attraverso l’interpretazione di alcune intercettazioni per poter meglio giustificare alcuni provvedimenti, si è proceduto con lo stupro della Signora, si è fatta carta straccia dell’onore di un Club che, in oltre 100 anni di storia, ha fatto le fortune dell’intero movimento calcistico nazionale.
Si è straparlato, stravolta la lettura di episodi per trovare riscontri, forzatamente fatti sembrare come oggettivi, a giustificazione di una sentenza nata a “furor di popolo”, come lo stesso Giudice Mario Serio dichiarò: ”Abbiamo cercato di interpretare un sentimento collettivo. Abbiamo ascoltato la gente comune e provato a metterci sulla lunghezza d’onda”.
Lei scrive: “Mentre mezza Italia attende che a Napoli, a metà dicembre, venga celebrata la prima udienza del processo penale ai buontemponi di Calciopoli (l’accusa: associazione a delinquere per Moggi, Bergamo, Pairetto, De Santis e la loro gang)” ma non attende il giudizio di un giudice, lei tratta il “caso” come se un giudizio di colpevolezza fosse stato già emesso da 3 gradi di giudizio, cavalca lo stesso cavallo che, spacciato per purosangue, oggi al massimo è “normale” e domani potrebbe rivelarsi un ronzino malato e malfermo.
Lei scrive: “riuscirono nell’impresa, Bergamo & Pairetto, di glorificare persino il prode Racalbuto dopo un Roma-Juventus 1-2 entrato nella leggenda, una partita in cui l’arbitro era chiamato a svolgere un lavoro talmente sporco che un papabile alla direzione, Trefoloni, pensò bene di spedire - per sua stessa ammissione - un certificato medico che gli consentisse di essere esonerato prima del sorteggio farlocco del venerdì mattina“.
Dovrebbe ricordare il clima incandescente che precedette quell’incontro. Giorni in cui i media attizzavano il fuoco delle polemiche ed il rischio di incidenti era altissimo. Quel clima determinò il ricorso di Trefoloni alla malattia, per non essere costretto a dirigere in quelle condizioni e non perché c’era da svolgere un lavoro sporco. Ricordo Boniek, non certo estimatore della triade, affermare su quell’incontro: “Dalla tribuna non mi sono accorto che ci fosse stato qualche episodio da moviola. La percezione, uscito dall’Olimpico era, anzi, all’opposto e cioè che la Juventus avesse VINTO MERITATAMENTE quella partita. Poi sono andato a casa e ho visto la moviola ma, ripeto, dal campo non ci eravamo resi conto di niente”.
Le ricordo che in quella partita Coufrè andava espulso per aver dato un pugno in faccia a Del Piero e che stessa sorte sarebbe dovuta toccare a Dacourt per un fallaccio su Blasi. Le ricordo, inoltre, un gol di Ibrahimovic ingiustamente annullato.
Lei dovrebbe ricordare che Carraro, il giorno dopo quell’incontro, fece una lavata di testa a Bergamo dicendogli: «Le dico: mi raccomando, se c’è un dubbio, per carità che il dubbio non sia a favore della Juventus. Dopodiché succede che gli dà quel rigore lì!?». Una frase che non lascia dubbi sull’intenzione contraria alle sue tesi, ovvero che la Juve non doveva essere favorita e che il dubbio era meglio fosse contro la Juve. Lei, invece, vuole far ricordare ai suoi lettori solo ciò che è utile alla Sua teoria: questo non è molto etico.
Lei scrive di “sorteggio farlocco”: fino ad ora una recente sentenza della Corte d’Appello ha stabilito che “il sorteggio non era truccato”. Bergamo e Pairetto hanno avuto ragione e un suo collega torto per aver insinuato, come ancora fa lei, che il sorteggio era truccato. Le è ignota questa sentenza?
Lei parla dell’allontanamento degli “spudorati arbitri killer” (De Santis, Bertini, Pieri) , parla di gang senza mettere in conto che dall’eventuale processo potrebbero venire assolti. Lei non rispetta il dettato della Carta dei Doveri del Giornalista che le impone, alla "presunzione di innocenza", di dover sempre ricordare che ogni persona accusata di un reato è innocente fino alla condanna definitiva e di non costruire le notizie in modo da presentare come colpevoli le persone che non siano state giudicate tali in un processo.
Lei scrive: “gli amanti del calcio pulito hanno dapprima guardato con gioia, e poi applaudito, alla nomina di Pierluigi Collina a nuovo designatore arbitrale. Alleluia alleluia! Perché, diciamolo: alzi la mano chi non considera Collina una garanzia in fatto di bravura, ma soprattutto di incorruttibilità!”. Ma è lo stesso Collina che, intercettato al telefono con Meani, organizza per incontare Galliani non nelle sedi istituzionali ma nel ristorante del Meani per il giorno di chiusura? Chi ama il calcio pulito non ha applaudito, i giornalisti, tranne qualche eccezione, si!
Se nessuno deve discutere l’incorruttibilità di Collina altrettanto si sarebbe dovuto fare con gli altri, con De Santis che, oltre a non avere intercettazioni telefoniche con Moggi, ha diretto la Juventus ha uno score di 3 sconfitte, 1 vittoria e 2 pareggi, oltre ad una Supercoppa Italiana vinta dall’Inter grazie all’annullamento di un gol regolarissimo di Trezeguet sullo 0-0. Come membro di una “gang” non lo reputa piuttosto imbranato?
Lei scrive: “a una settimana dal discusso gol in fuorigioco di Trezeguet convalidato dall’arbitro in Torino-Juventus 0-1, decisione ratificata da Collina con bolla papale” e riporta il chiarimento di Collina sull’esatta applicazione dell’interpretazione che viene data dalla FIFA per quel caso. Ma non le piace la norma FIFA o il fatto che la sua corretta applicazione abbia consentito alla Juve di vincere? Possiamo discutere se la regola è giusta, noi siamo sportivi non talebani, ma non sul fatto che la rete sia valida in base a quella norma.
Sull’episodio della rete di Iaquinta nella partita con la Fiorentina anche secondo me il fuorigioco doveva essere segnalato ma mentre io parlo di errore, altri parlano di altre cose che instillano sospetti, alimentano sentimenti di odio nei confronti della Juve e dei suoi tifosi. Non vorremmo, almeno, sentirli moraleggiare quando avvengono fattacci dentro e fuori dagli stadi, visto che si adoperano poco per “educare” e usano, invece, toni esasperanti.
Collina, ospite alla DS, ha cercato di spiegare i pensieri che passano nelle teste degli arbitri quando si trovano a dover valutare episodi che si svolgono non alla moviola ma a velocità REALE. Ora manca solo che Collina venga considerato in “quota Juventus”. Probabilmente le sarà più simpatico Gussoni che, pur nuotando nel mare di errori arbitrali dallo scorso anno ad oggi, ha criticato pubblicamente solo due arbitri: Ayroldi dopo Juve-Bologna e Rizzoli dopo Fiorentina-Juve.
Se mai verrà dimostrato che Calciopoli non è Farsopoli ed ha avuto un fondo di verità (milioni di Juventini INFORMATI stanno attendendo da oltre un anno le “prove” dei reati per i quali la Juventus è stata distrutta), chiediamo, in virtù della abnorme punizione comminataci, di smetterla di additarci come il male del calcio perché, a tutt’oggi, gli unici che continuano a fare del male al nostro calcio vanno cercati altrove.
Ziliani, ma davvero è così difficile dire la verità?
Distinti Saluti
Alessandro ********* |